domenica 28 giugno 2009

Lefebvriani, Superiore tedesco Schmidberger: "Il Papa ha ragione: vecchio e nuovo rito possano continuare a coesistere a lungo termine" (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere e viva gratitudine pubblichiamo questo bellissimo intervento di Salvatore Izzo che fa chiarezza sulle ordinazioni di ieri.
Grazie dello splendido lavoro :-)
R.

LEFEBVRIANI:PAPA HA RAGIONE, VECCHIO E NUOVO POSSONO COESISTERE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 27 giu.

A due anni dall'emanazione del motu proprio "Summorum Pontificum" che ha liberalizzato l'uso dell'antico messale latino, i lefebvriani danno ragione a Papa Ratzinger: "vecchio e nuovo rito possano continuare a coesistere a lungo termine", afferma il primo successore del vescovo francese Marcel Lefebvre, mons. Franz Schmidberger, che dopo essere stato il superiore generale della Fraternita' San Pio X e' ora responsabile per la Germania.
Si tratta di una ammissione di fondamentale importanza, fatta per di piu' in un'intervista diffusa dall'agenzia ufficiale dell'Episcopato tedesco, la Kna.
Nei giorni scorsi un'altra apertura nella stessa direzione l'aveva fatta l'attuale superiore generale, mons. Bernard Fellay, che aveva annunciato la disponibilita' della Fraternita' ad utilizzare la preghiera del venerdi' santo per gli ebrei nella forma modificata da Bendetto XVI.
E non c'e' dubbio che il Papa, dopo la remissione delle scomuniche decisa nel gennaio scorso, abbia davvero conquistato il cuore dei tradizionalisti che sposano ormai le sue tesi: "circa la relazione con gli Ebrei - ammette oggi mons. Schmidberger - le affermazioni del Concilio non possono essere criticate nella loro essenza".
Per il sacerdote, che fu il piu' stretto collaboratore di mons. Lefebvre, come per Papa Ratzinger, il Concilio deve essere letto alla luce della Tradizione anche perche' esso "tra i 21 concilii possiede un carattere unico come concilio pastorale". "Entrambi i Papi del Concilio - ricorda - hanno dichiarato che non volevano definire nuovi dogmi".
Percio', "il Concilio Vaticano II non ha lo stesso status degli altri concilii".
E per quanto riguarda in particolare il tema della liturgia - che provooco' la frattura con i tradizionalisti - la linea del Motu proprio e' quella che puo' ricomporla: "il vecchio rito - spiega il sacerdote - e' come una solida roccia tra le onde scatenate, che deve restare invariato.
Il nuovo rito richiede un radicale rifacimento in modo che la natura sacrificale sia di nuovo esplicitamente espressa".
I lefebvriani condividono la linea del Papa anche per quanto riguarda il tema del dialogo interreligioso, e cioe' che esso non puo' mettere in discussione i fondamenti della fede e che solo nel nome di Gesu' c'e' la possibilita' della salvezza per gli uomini: dunque non si puo' rinunciare ad annunciare il Vangelo e a pregare per le conversioni.
Per quanto riguarda le ordinazioni sacerdotali di questi giorni, che il Vaticano ha dichiarato ancora "illegittime", esse, per il prelato tedesco, rispondono alla "legge suprema della Chiesa" che e' "la salvezza delle anime": "i fedeli - spiega mons. Franz Schmidberger - hanno un diritto alla celebrazione della forma tradizionale della Messa.
Il punto e' ordinare preti che desiderano rendere disponibile il Vangelo. Le ordinazioni non intendono essere un affronto ad alcuno. Sono fatte in realta' per aiutare il Papa e i vescovi. Ma e' come trattare con pazienti che non vedono quello che la medicina fa per la loro salute".
Quanto alle tensioni e polemiche scaturite dal provvedimento di remissione delle scomuniche che perdono' anche il negazionista Richard Williamson, il primo successore di Lefebvre getta acqua sul fuoco: "ogni uomo - sottolinea - ha le sue debolezze e cose infelici sono state dette. Ma noi vogliamo vivere insieme in pace". Dalla lunga intervista emerge cosi' un messaggio chiarissimo da parte dei lefebvriani: "siamo soddisfatti della soluzione che Roma sta considerando", che - secondo il sacerdote tedesco - ricalca la struttura giuridica della Prelatura personale gia' concessa all'Opus Dei.
"Il Motu Proprio del 2007 e la revoca delle scomuniche - rileva mons. Schmidberger - erano i primi passi. Ora viene il dialogo teologico che per quanto concerne la forma esteriore, potrebbe essere orale o scritto, ma principalmente dovrebbe essere scritto. Noi abbiamo scelto i nostri rappresentanti e Roma anche ha scelto i suoi. Le discussioni riguarderanno: che cosa e' ambiguo nel Concilio?
Che cosa contraddice la dottrina tradizionale della Chiesa? Dopo, dobbiamo trovare una struttura canonica per la Fraternita' con i suoi 500 preti".
Un cammino, rivela l'intervista, che segue un programma preciso concordato direttamente con il Pontefice: nell'incontro del 2005 a Castelgandolfo con Benedetto XVI, conclude infatti il capo dei lefebvriani tedeschi, "abbiamo discusso l'intera situazione della Fraternita' e convenuto sul cammino che ora stiamo seguendo".

© Copyright (AGI)

12 commenti:

Anonimo ha detto...

scusate l'ardire, ma nel dire che va bene sia il nuovo che il vecchio rito, non c'è un po' di relativismo?

Raffaella ha detto...

Non direi...io sono di rito ambrosiano e non mi sento relativista...
R.

SERAPHICUS ha detto...

Raffaella, Raffaella: Il rito ambrosiano e il rito romano sono due riti diversi; per quanto riguarda il rito romano, invece, abbiamo un rito e due usi (e questo, con il Summorum Pontificum, vale anche per il rito ambrosiano: un rito e due usi, come chiarito dalla commissione Ecclesia Dei).

La FSSPX non accetterà mai il novus ordo; mai nessuno dei loro sacerdoti toccherà il messale di Paolo VI. I più "liberali" diranno che non fa male, i più intransigenti diranno e continueranno a dire che il messale di Paolo VI (che giustamente non possono considerare il messale del concilio) è l'origine di tutti i mali. Vedremo. Sarebbe guadagnato già molto se per il momento si decidessero per una "sospensione di giudizio".

Personalmente sono convinto che tutti gli usi nuovi possono solo guadagnare guardando verso l'usus antiquior.

Comunque sia: il problema cardine è e rimane teologico; la quaestio liturgica riflette questo problema teologico nella maniera più visibile e più toccabile.

Raffaella ha detto...

Ho preso la bacchettata che mi merito per essere stata superficiale nella risposta :-))
R.

Roberta ha detto...

Succede sempre quando la nostra amica Raffa ha i capelli tirati indietro e incollati alla testa come oggi.
Si vede che c'e' una compressione delle materia grigia :-)
Roberta

Raffaella ha detto...

Gnè gnè gnè.
Vi presento la mia amica (si fa per dire ehehheh) Roberta.
R.

SERAPHICUS ha detto...

Piacere di conoscerLa. Ma: non sono sempre le 'amiche' delle donne che dicono le cose più vere??

Raffaella ha detto...

Gnè Gnè Gnè anche per Seraphicus :-))
R.

Roberta ha detto...

Un saluto a tutti gli amici del blog.
Roberta

Anonimo ha detto...

“LEFEBVRIANI: IL PAPA HA RAGIONE, VECCHIO E NUOVO POSSONO COESISTERE”. Bene. No ma dico: ci voleva mons. Franz Schmidberger, primo successore del vescovo francese Marcel Lefebvre (un fatto che io considero una macchia agli occhi di Cristo) per saperlo?

Una dolce giornata a tutte e a tutti.

matteo.

Raffaella ha detto...

Beh, c'e' chi pensa che il nuovo debba sostituire in toto il vecchio, quindi...
R.

Anonimo ha detto...

Una cosa e' comunque certa. Prima, il Vecchio era il Male e il Nuovo il Bene. E tra Bene e Male non ci puo' essere dialogo ma solo guerra. Ora non piu'. Se le aperture del Motu Proprio verranno accettate anche dai pugnaci ed intransigenti propugnatori dell'innovazione a tutti i costi (anche al costo di diventare di fatto relativisti e protestanti) si riapre la speranza per tutta la Chiesa.