lunedì 7 dicembre 2009

Gran Bretagna: la storia di Jennie, discriminata perché cristiana (Gianfranco Amato)

Clicca qui per leggere la riflessione di Gianfranco Amato per "Il Sussidiario".

4 commenti:

sam ha detto...

Questa notizia - così come quella postatata tempo fa da Padre Scalese sulla ragazza islamica punita, rimandandola ai genitori degeneri da cui i Tribunali l'avevano dapprima salvata, solo perchè voleva convertirsi al Cristianesimo - dimostrano che in Gran Bretagna si stanno progressivamente realizzando le lucide profezie di Robert Benson.
A quando, dopo la discriminazione, le false accuse e la persecuzione?

Anonimo ha detto...

Io inventerei alla cautela, la notizia così com’è presentata si presta facilmente ad una interpretazione che potrebbe essere sbagliata. Non ho realmente approfondito, mi sono limitato a leggere un paio di articoli inglesi a proposito del caso, ed effettivamente le cose stanno in modo un po’ diverso. Prima di tutto la bambina non parlava del messaggio Cristiano ma spaventava le compagne con la minaccia della dannazione eterna, che non solo è una cosa che qualunque genitore vorrebbe evitare per i figli di quell’età, ma che non lascia tranquilli neppure riguardo al discorso di fede che è stato fatto a questa bambina. La madre, difendendo la figlia senza indugio, come purtroppo spesso succede, non fa bene né alla figlia né alla scuola.

sam ha detto...

Una bambina spaventava le compagne con la minaccia della dannazione eterna... oh, che colpa!!!
Invece quelle ragazzine di 12/13 anni - e purtroppo oggi ce ne sono - che inducono le compagne alla droga, alla musica satanica o al sesso promiscuo, quelle non creano nessuna preoccupazione ai genitori e alle scuole....

Anonimo ha detto...

Paragonare le due cose mi sembra esagerato, ed infatti alla bambina in questione oltre ad un richiamo in classe non è stata impartita, giustamente alcuna punizione. Sicuramente a lei sembrerà ridicolo che ci si possa spaventare per così poco, anche perché sappiamo che non è così semplicisticamente che funziona la legge del Signore, e che la visione dei diavoli rossi col forcone è ormai solo un retaggio iconografico medioevale. Però diverso è per la bambina di 5/6 anni, tornata a casa in lacrime. Ed è proprio in favore dei soggetti più deboli, vale a dire questi bambini, che io credo sia stata mossa l’intera faccenda. E, ripeto, il modo in cui la figlia ha usato la religione per spaventare la compagna lascia inquietanti dubbi sul tipo di messaggio cristiano che le è stato passato.