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Papa: Ho ancora difficoltà a capire perché Dio mi ha scelto

Roma, 30 mag (Velino)

“Non avrei mai pensato di diventare Papa.
Ancora ho difficoltà a capire come il Signore possa aver destinato proprio me a questo ministero, ma lo accetto dalle sue mani. È una cosa che mi sembra molto oltre le mie forze.
Ma il Signore mi aiuta”.
A confessarlo in un dialogo-incontro è Papa Benedetto XVI che, questa mattina, ha ricevuto in udienza alcune migliaia di bambini dell'Opera per l'infanzia missionaria.
Il pontefice, rispondendo alle domande del suo giovane pubblico, ha ricordato che cosa provava e pensava durante l’infanzia a Traunstein, un paesino a ridosso del confine austriaco dove la sua famiglia si era trasferita da Marktl Am Inn.
“Ho vissuto gli anni della scuola elementare – ha spiegato il Papa - in un piccolo paese di 400 abitanti, lontano dai centri abitati. Ero un po' ingenuo. La nostra famiglia era arrivata da un altro paese e noi, agli inizi, eravamo un po' stranieri per loro, parlavamo anche un altro dialetto.
Tuttavia si era creata una bella comunione: mi hanno insegnato il loro dialetto, abbiamo collaborato, anche litigato e poi ci siamo riconciliati e dimenticato quanto accaduto.
Capita di litigare nella vita, ma l'importante è l'arte del perdono e della riconciliazione, che non lascia amarezze nell'anima''. Per i bambini della scuola elementare di un paesino, il Papa, ha detto Ratzinger, "era come nostro padre, ma in una realtà molto lontana e superiore. Tutti eravamo cattolici e questo è stato un grande aiuto: abbiamo imparato insieme il catechismo, ci siamo preparati a riceve la prima comunione e quello è stato un giorno splendido", perché "Gesù viene da me ed entra nella mia anima. È un incontro concreto con Gesù".
''Le ragazze – ha ricordato Benedetto XVI - leggevano meglio di noi e, a loro, era affidato il compito di leggere le sacre scritture. Le differenze di ricchezza e intelligenza, però, non contavano.
È importante che ci accettiamo e insieme impariamo a vivere bene". Con queste parole il Pontefice ha concluso il lungo dialogo nell’aula Nervi, consigliando ai "piccoli missionari" di “ascoltare, pregare, conoscere, condividere la solidarietà".
"La preghiera – ha evidenziato - è una realtà: Dio ci ascolta e entra nella nostra terra, è operante”.

© Copyright Il Velino, 30 maggio 2009 consultabile online anche qui