venerdì 29 maggio 2009

Un’«alleanza educativa» per vincere l’emergenza: l’invito del Papa all’Italia (Muolo)


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Un’«alleanza educativa» per vincere l’emergenza: l’invito del Papa all’Italia

La crisi economica colpisce «duramente le fasce più deboli della società e le famiglie», ha osservato Ratzinger, incoraggiando il «Prestito della speranza» promosso dalla Cei

DA ROMA MIMMO MUOLO

Lo sguardo del Papa sull’Italia è un in­vito a non indietreggiare rispetto «al compito urgente dell’educazione».
Ma è anche attenzione alle famiglie e alle «fasce più deboli della società», che anco­ra – e «nonostante le misure intraprese a vari livelli» – risentono «duramente» degli effetti della crisi. Ed è soprattutto «ap­prezzamento e incoraggiamento» per ini­ziative tipo la Colletta nazionale di dome­nica prossima; per il «senso di solidarietà profondamente radicato nel cuore degli i­taliani », come si è visto in occasione del terremoto dell’Abruzzo; e per «la promo­zione di una diffusa mentalità a favore del­la vita in ogni suo aspetto e momento».
Così ieri Benedetto XVI si è rivolto ai ve­scovi della Penisola riuniti in assemblea, nel corso del suo intervento in Aula (che Avvenire pubblica integralmente, insieme con il saluto del cardinale presidente del­la Cei, Angelo Bagnasco).
Giunto poco do­po mezzogiorno nell’emiciclo che ospita i lavori dell’annuale assise, il Pontefice è sta­to accolto prima da un caloroso applauso, quindi dal benvenuto dell’arcivescovo di Genova che a nome di tutti i presenti (c’e­rano anche numerosi rappresentanti del personale ecclesiastico e laico della Cei) gli ha rinnovato «la profonda gratitudine per la chiarezza e la profondità del suo quotidiano magistero, che illumina le co­scienze e spinge incessantemente alla so­la ricerca veramente necessaria: quaerere Deum (cercare Dio, ndr)». Il porporato ha anche offerto in dono al Papa la prima co­pia del nuovo Repertorio nazionale dei canti liturgici, un lavoro più volte auspicato dallo stesso Pontefice.
«Grazie – ha rispo­sto Benedetto XVI, visibilmente contento – sarà usato nella mia cappella, lo aspet­tavo ». Quindi nel suo discorso papa Ratzinger ha passato in rassegna i temi principali del­l’Assemblea.
Innanzitutto la questione e­ducativa, cioè – come aveva sottolineato il cardinale Bagnasco poco prima – «la sfida che attende la Chiesa italiana nei prossi­mi anni». «Si tratta di una esigenza costi­tutiva e permanente della vita della Chie- sa, che oggi tende ad assumere i tratti del­l’urgenza e, perfino, dell’emergenza», ha notato il Pontefice. Di qui la necessità di «di porre mano a un progetto educativo che nasca da una coerente e completa vi­sione dell’uomo quale può scaturire uni­camente dalla perfetta immagine e realiz­zazione che ne abbiamo in Cristo Gesù». Un progetto tanto più necessario «in un tempo in cui è forte il fascino di conce­zioni relativistiche e nichilistiche della vi­ta, e la legittimità stessa dell’educazione è posta in discussione». Per questo, ha ag­giunto il Papa, «il primo contributo che possiamo offrire è quello di testimoniare la nostra fiducia nella vita e nell’uomo, nel­la sua ragione e nella sua capacità di a­mare. Essa non è frutto di un ingenuo ot­timismo, ma ci proviene da quella spe­ranza affidabile che ci è donata mediante la fede nella redenzione operata da Gesù Cristo».
Benedetto XVI ha anche auspicato il sor­gere di «una alleanza educativa tra tutti co­loro che hanno responsabilità in questo delicato ambito della vita sociale ed ecclesiale». Il Pa­pa ha citato come destinatari dell’educazione sia le nuove ge­nerazioni (ricordando tra l’al­tro che domenica si conclude l’Agorà triennale dei giovani i­taliani), sia gli adulti.
Ed ha quindi auspicato che vi siano «educatori autorevoli a cui guardare con fiducia». «Un ve­ro educatore – ha sottolineato – mette in gioco in primo luogo la sua persona e sa unire autorità ed esemplarità nel compito di educare coloro che gli sono af­fidati ». Dall’educazione alla solidarietà il passo è breve. E il Papa, infat­ti, non ha mancato di mettere in rilievo l’iniziativa del fondo de­nominato «Prestito della spe­ranza », per lenire le difficoltà delle famiglie e dei più poveri di fronte alla crisi, così come il va­sto movimento in favore delle popolazioni abruzzesi dopo il sisma. Infine il tema della vita, con il rife­rimento al manifesto Liberi per vivere. «I 'sì' e i 'no' che vi si trovano espressi – ha concluso – disegnano i contorni di una ve­ra azione educativa e sono espressione di un amore forte e concreto per ogni perso­na ». Un amore che si alimenta con «il ra­dicamento nella Parola di Dio e il discer­nimento spirituale, la progettualità cultu­rale e sociale, la testimonianza dell’unità e della gratuità».

© Copyright Avvenire, 29 maggio 2009

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