venerdì 13 marzo 2009

La lettera del Papa ai vescovi: le critiche e il messaggio alla Germania (Vecchi)


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Dietro le quinte

Le critiche e il messaggio alla Germania

CITTÀ DEL VATICANO — ( g.g.v.)

«Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!». Benedetto XVI aveva già ricordato quelle parole della lettera ai Galati di San Paolo in una lectio al Seminario Maggiore di Roma, la sera del 20 febbraio.
«Polemiche distruttive», «arroganza intellettuale». Già allora era apparso trasparente il riferimento a quegli episcopati che si sono sollevati, assieme a gruppi di fedeli, dopo la revoca della scomunica ai lefebvriani e le polemiche sul vescovo negazionista: i vescovi della sua Germania; della Francia di Lefebvre; e della Svizzera dove la Fraternità ultraconservatrice, a Ecône, ha la sede centrale.
Del resto, in quegli stessi giorni, il Papa aveva ricordato ai fedeli il senso del primato di Pietro («pregate per me») ed inviato ai vescovi spagnoli una lettera di ringraziamento per la loro «vicinanza».
«Ho sempre avuto la tendenza a vedere quella frase come un'esagerazione retorica », ha scritto il Papa. «Sono stato sorpreso di come parli nell'ora presente». Ma c'è anche un versante interno, nella lettera: gli errori di parte della Curia nel gestire la faccenda. La commissione Ecclesia Dei del cardinale Darío Castrillón Hoyos, che ha gestito le trattative — «frettolosamente», si mormora — sarà ora affiancata dalla Congregazione per la dottrina della Fede.
I lefebvriani devono riconoscere il Concilio, dice il Papa, e d'altra parte il Concilio va letto in «continuità » con la tradizione. Non sarà un lavoro facile, ma Benedetto XVI ci tiene. Lo ha fatto capire il cardinale Tarcisio Bertone: «Ciascuno può avere il suo posto, noi non escludiamo nessuna energia nella Chiesa».

© Copyright Corriere della sera, 12 marzo 2009 consultabile online anche qui.

1 commento:

mariateresa ha detto...

Ho trovato e letto l'articolo di Repubblica. Beh, parte da un assunto falso. Che non c'è un partito che rema contro al papa. Che ci sia appare ovvio. La ricostruzione degli avvenimenti è tutta strabicamente in una sola direzione, come al solito. Gli anonimi dicono sempre le stesse cose da quattro anni a questa parte che poi , guarda caso, sono le stesse cose che l'estensore dell'articolo pensa (e quello che pensa o meglio, si deve pensare ,ce lo ricorda, in modo compulsivo da anni). Il ritratto psicologico del papa poi è una chicca. Ma Politi non è lo psichiatra Andreoli.
La fronda c'è in Curia, c'è dalla sua nomina in aprile. Bisogna essere ciechi o interessati per dire che dipende tutto dallo stile di governo.Se il nostro papa fosse stato gobbo e compiacente con certuni, state pur tranquilli che il suo stile di governo sarebbe stato lodato.Anche se avesse passato il tempo a fare la calza.Anzi, soprattutto in quel caso.
Su Bertone sospendo il giudizio perchè non ho le idee chiare. Ma che stia sui zanetti a molti si vede.E sono gli stessi che concionano sullo stile di governo e fanno le rane dalla bocca larga.
La sferzata di Vian vedo che ha lasciato il segno. Spero che segua altro.
Sul Wagner vale la regola del mondo progressista: fosse rimasto avrebbero gridato allo scandalo oscurantista, è andato via e ora si dice che non si è vista mai una cosa simile. Cioè il commento polemico rimane qualsiasi cosa succede perchè bisogna esserlo.
Tra l'altro conoscendo l'occhio strabico del commentatore, mi sento nelle ossa che non è vero che non è mai successo.
Ricordo almeno due casi citati dal Foglio qualche settimana fa, ma non chiedtemi quali perchè sono vecchia.
Ma tanto una balluccia lì e una balluccia là rendono l'articolo più frizzante.