mercoledì 11 marzo 2009

Terra Santa: il ritorno di Pietro (Sir)


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Prima della lettura dell'anticipazione del Foglio...

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Conferenza stampa a Gerusalemme sulla visita del Papa in Terra Santa (Radio Vaticana)

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Clamoroso dietrofront del nunzio in Svizzera (che aveva deplorato gli errori della curia romana)

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TERRA SANTA - Il ritorno di Pietro

Il viaggio apostolico di Benedetto XVI (8-15 maggio)

Si delineano con sempre più precisione i dettagli del prossimo viaggio di Benedetto XVI in Terra Santa, il terzo di un Pontefice, dopo quelli di Paolo VI nel 1964 e di Giovanni Paolo II nel 2000. Dopo l’annuncio ufficiale della visita dato dallo stesso Pontefice, all’Angelus di domenica 8 marzo, il 10 marzo l’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa ha indetto a Gerusalemme una conferenza stampa per illustrare il viaggio apostolico. Erano presenti, tra gli altri il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, mons. Giacinto Boulos Marcuzzo, vescovo ausiliare di Gerusalemme, e il nunzio apostolico in Israele, mons. Antonio Franco.

Tre messe all’aperto.

Dalla conferenza stampa è emerso che “il Papa a Nazareth, dove si concluderà l’anno per la famiglia indetto dagli ordinari cattolici, poserà la prima pietra di un Centro internazionale per la famiglia e sempre a Nazareth celebrerà una messa all’aperto dove sono attesi dai 40 ai 50 mila fedeli. Altre messe all’aperto si svolgeranno a Gerusalemme, nella valle del Cedron dove si attendono circa 5 mila fedeli e a Betlemme”. Benedetto XVI si soffermerà in preghiera al Cenacolo e al Santo Sepolcro. A livello ecumenico il programma prevede incontri “al patriarcato greco-ortodosso e armeno-ortodosso a Gerusalemme”. Dal versante interreligioso è confermata “la visita con il Gran Mufti di Gerusalemme alla Cupola della Roccia, la preghiera al Muro del Pianto e quella al centro rabbinico di Gerusalemme” vicino alla Sinagoga centrale. Tra le richieste avanzate dalla nunziatura apostolica che il Governo israeliano “si è impegnato ad accogliere”, quella della “possibilità che una delegazione di cristiani possa venire da Gaza, dove sarebbero stati già allestiti due bus di fedeli per raggiungere Betlemme per la messa, e che a tutti i cristiani sia concesso raggiungere i luoghi delle celebrazioni”.

Al-Aqsa e Yad Vashem.

La conferma delle visite alla moschea di al-Aqsa, al Muro del Pianto e al memoriale dello Yad Vashem di fatto pone fine a tutta una serie di indiscrezioni pubblicate nei giorni scorsi dai media. “Nel programma è prevista la moschea di al-Aqsa – ha sottolineato padre Pierbattista Pizzaballa – ma non sappiamo con certezza se potrà entrare. Circa lo Yad Vashem, invece, c’è da tenere presente che la visita sarà al memoriale e non al museo” dove si trova la contestata immagine di Pio XII. “Su questa c’è una Commissione bilaterale Santa Sede e Yad Vashem che sta lavorando. Il Papa si recherà al memoriale come fanno tutti i capi di Stato”. Rispetto al viaggio di Giovanni Paolo II, ha aggiunto Pizzaballa, “Benedetto XVI non visiterà Cafarnao e non andrà alle Beatitudini. Tuttavia è prevista una visita al campo profughi di Haida, prima della partenza”.

Da pastore della Chiesa.

A ribadire la valenza pastorale della visita di Benedetto XVI ci ha pensato, poi, mons. Antonio Franco: “Il Papa non verrà a firmare accordi o altre cose, non è questa la sede”, ha dichiarato al SIR, sgombrando così il campo da voci che vorrebbero raggiunto l’accordo in materia fiscale e patrimoniale tra Santa Sede e Israele proprio in concomitanza con questa visita. “Quello del Papa è un pellegrinaggio con mete e obiettivi precisi – ha ribadito il nunzio – pregare per la pace, incoraggiare i cristiani locali”. Una volontà, peraltro, resa evidente dalla scelta del Pontefice di “celebrare le messe all’aperto piuttosto che al Cenacolo o al Sepolcro così da accogliere molti più fedeli. Il momento forte di questo viaggio saranno le tre messe per i fedeli, a Gerusalemme, a Betlemme e a Nazareth”. “Il lavoro che ora ci attende – conclude mons. Franco – è di avvicinare i fedeli a questo pellegrinaggio. Il Papa viene come pastore della Chiesa”.

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