domenica 19 luglio 2009

L’enciclica "Caritas in veritate" parla ai laici (Masullo)


Vedi anche:

ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE": LO SPECIALE DEL BLOG

L’abbraccio della gente: «Santità, guarisca presto» (Il Mattino)

Benedetto XVI sta bene. Manterrà tutti gli impegni (Mazza)

Il Papa benedice con la mano ingessata. Il Card. Bertone scherza: con la sinistra problemi liturgici (Pinna)

Il Papa è ripartito per Les Combes. Valerio Bertone: E' un uomo alla mano e semplice

Franco Bernabè dona un computer Olivetti a Benedetto XVI

Un'ora di relax per il Papa a pranzo con la famiglia Bertone. Il fratello del cardinale: nessuna soggezione, il Santo Padre è molto "alla mano"

Grande folla attorno al Papa per la recita dell'Angelus a Romano Canavese.Benedetto XVI ringrazia per la solidarietà ricevuta dopo l'infortunio (R.V.)

Il Papa alle famiglie: "Non scoraggiatevi" (Agi)

IL PAPA IN VACANZA: VIDEO E FOTO

ANGELUS: SERVIZIO DI STEFANO MARIA PACI

Il Papa nel Canavese: "Come vedete, a causa del mio infortunio, sono un po’ limitato nella mia agilità, ma la presenza del cuore è piena". Ai disoccupati: "Cari amici, non scoraggiatevi! La Provvidenza aiuta sempre chi opera il bene e si impegna per la giustizia; aiuta quanti non pensano solo a sé, ma anche a chi sta peggio di loro" (Angelus)

Il Papa si reca a casa del card. Bertone a bordo di una jeep scoperta

L'anello del Pescatore torna sulla mano destra con la quale il Papa ha dato la benedizione

Il Papa scherza sul suo polso fratturato: sono un pò limitato ma la gioia nel cuore è piena

Dal Papa allarme disoccupati: "Siete troppi, non scoraggiatevi" (Repubblica)

Un ringraziamento speciale a Telepace, il priore di Bose pensi per sé

Il Papa: la crisi non scoraggi e non faccia dimenticare chi sta peggio (AsiaNews)

La visita del Papa a Romano Canavese: «Famiglia e vita sono i valori costituenti della società solidale»

Il Papa: Come vedete sono un po' limitato ma la gioia del mio cuore e' piena

Angelus a Romano Canavese, prima uscita pubblica del Papa post-intervento

Il "Gesù di Nazaret" di Benedetto XVI, un best seller da continuare (Ansa)

Diretta su Sat2000 e Telepace della Messa del card. Bertone. C'è da augurarsi che la puntata di "A Sua Immagine" sia registrata!

Card. Bertone: «Il Papa dispiaciuto di non poter scrivere il suo libro» (Il Tempo)

Pianoforte e scrittura: Papa Ratzinger dovrà stare lontano dalle passioni (De Carli)

Il sostegno dei fedeli al Papa dopo l'incidente: video Corriere TV

Papa, la quiete dopo lo paura e il cruccio di non poter scrivere (Tornielli)

SERVIZIO DI STEFANO MARIA PACI (L'attesa di Romano Canavese)

Il paziente 917 in sala d'attesa. Unica richiesta: un breviario (Ghiseri)

Vian: il Papa ha un atteggiamento di estrema gentilezza. Vuole sempre disturbare il meno possibile (Galeazzi)

Incidente in vacanza, il Papa cade e si frattura il polso (Politi, La Rocca e Dusi)

Il primario di Ortopedia di Aosta: «Il Papa potrà a tornare a suonare il piano, a scrivere e ad avere pieno possesso dei movimenti della mano destra»

“Dottore, può venire? C’è il Papa in attesa” (Sergi)

Il chirurgo che ha operato il Papa: guarirà pienamente. Uno chalet a "prova di gesso"

È una frattura, ma il Papa resta in vacanza (Bobbio)

I migliori auguri di pronta guarigione al Santo Padre da parte del blog. Proposta di preghiera

Il decorso va bene ma il Papa è ansioso di concludere il suo libro su Gesù. Confermati tutti gli impegni (Pinna)

Il vescovo di Ivrea: Un'attesa di preghiera a Romano Canavese (Osservatore Romano)

Domani il Papa "infortunato" a Romano Canavese, paese in festa

La dottoressa Mus (che ieri ha operato il Papa): Il decorso post operatorio procede molto bene

Il Papa ai medici: “Sono un paziente come tutti gli altri” (Galeazzi)

IL PAPA PASSEGGIA A LES COMBES IL GIORNO DOPO L'INTERVENTO: VIDEO E SERVIZIO DI STEFANO MARIA PACI

Papa discreto. Benedetto cade, si rompe un polso e in silenzio torna a dormire (Rodari)

Caduta, frattura, intervento. Già a casa (Mazza)

Il Papa si è infortunato nella notte. Il chirurgo: «Non sapevo che dovevo operare lui» (Vecchi)

Il Papa ai sanitari: "Scusatemi del disturbo. Non voglio la sedia a rotelle" (Vecchi)

Il Papa ad Aosta: Il «paziente ignoto» che aspetta il suo turno (Girod)

Veritatem facientes: l'escusivo commento del Prof. De Marco alla Caritas in veritate (Fides et Forma)

Noi, in attesa. Marina Corradi al Papa: Con quella mano torni presto a scrivere. Ed a benedirci (Avvenire)

La salute del Papa è buona ma non è il primo scivolone: vede male da un occhio (Tornielli)

L'incidente del Papa è avvenuto al buio. Benedetto si è rialzato da solo rimettendosi a letto per non svegliare i collaboratori (Tornielli)

LE VACANZE DEL PAPA IN VALLE D'AOSTA (13-29 LUGLIO 2009)

IL PAPA OPERATO PER UNA FRATTURA AL POLSO DESTRO: RACCOLTA DI NOTIZIE E ARTICOLI

L’enciclica parla ai laici

Aldo Masullo

Nelle attuali incertezze dello storico transito verso un nuovo ma non ancora prevedibile equilibrio delle forze in movimento sullo scacchiere del mondo, il permanente e decisivo bisogno di «comprendere il nostro tempo in pensieri» esige l'attento ascolto di tutte le riflessioni alte.
Un'enciclica papale non può non essere l'autorevolissimo intervento dottrinario della competenza religiosa cattolica. Eppure la «Caritas in veritate» di Benedetto XVI mi sembra eccezionalmente significativa per il pensiero laico.
Essa, come in un gioco di preziose matrioske, racchiude entro il normale impianto del fideismo teologico il nucleo originario dell'antropologia razionale. Questa enciclica è felicemente paradossale. Il suo impianto, pensato nel segno dell'impossibilità della teologia senza un'antropologia, non contraddice l'inversa possibilità di un'antropologia senza teologia. È un pensiero critico, che Benedetto XVI non improvvisa ma ha a lungo perseguito fin dagli esordi della sua formazione intellettuale.
Joseph Ratzinger appartiene alla generazione di religiosi che, dopo la «svolta» teologica di Karl Rahner, maturava, nella temperie della vigilia del Vaticano II, l'orientamento a cercare nell'antropologia il primo criterio interpretativo della teologia. Benedetto XVI riassume la sua prospettiva nell'idea dello sviluppo, non nell'accezione riduttiva di uno sviluppo meramente economico o tecnologico o di puro e astratto sviluppo spirituale, ma nel senso dello sviluppo alla luce di «una visione integrale dell'uomo». La novità qui emergente non è l'affermazione dello «sviluppo integrale», che fin dalla Rerum novarum di Leone XIII, è il motivo frequente della dottrina papale. Nuova invece è la riconosciuta necessità di fondare il principio dello «sviluppo integrale» nel principio stesso nascosto della cultura secolarizzata. Certo la cultura moderna non è più nel segno religioso e metafisico della trascendenza bensì in quello scientifico e tecnologico dell'immanenza, non del contemplare e agire, ma dello sperimentare e fare: insomma risulta intrinsecamente indifferente alla trascendenza.
Ma già in vari luoghi della cultura novecentesca è venuto emergendo il problematico riattivarsi di una comprensione dell'umano nelle sue proprietà costitutive, di un pensiero antropologico reso possibile da un'idea non religiosa bensì rigorosamente critica di trascendenza. Nella circolazione della cultura corrente si è non di rado fuorviati da abitudini linguistiche abusive, effetti di pregiudizi ideologici. Così, non appena qualcuno parla di trascendenza, si allarmano gli anticlericali intransigenti, perché nella parola vedono lo spettro del dommatismo teologico. Con ciò essi, mentre si proclamano razionalistici e critici, si precludono la possibilità di comprendere criticamente l'uomo e la ragione della sua dignità.
Qui l'abuso linguistico consiste nel ridurre la trascendenza a nozione esclusiva del discorso teologico, e rifiutarla in nome di una laica modernità.
Invece alla luce di un'analisi rigorosa la trascendenza risulta appartenere intrinsecamente e primariamente al lessico del discorso antropologico. L'uomo sta nel mondo non come un contenuto nel contenitore. Non sta inerte in un luogo, tanto meno nella sua stessa oggettiva identità; ma, pur restandovi, ne fuoriesce: la rompe, si sporge fuori, si apre a ciò tra cui si trova, gli dà significato in relazione a sé. Egli non solo, come tutti gli altri esseri animati, re-agisce «patendo» agli stimoli esterni e a quelli del suo stesso corpo ma inventa risposte inedite, in senso forte «agisce», diviene cultura, trama di istituzioni: insomma si fa storia, tessuto di passioni e di azioni. Benedetto XVI per valorizzare il nocciolo antropologico della religione ricorda sant'Agostino, il quale ammonisce l'uomo a «interiormente trascendersi». Nel secolo scorso la filosofia fenomenologica riprende laicamente questo motivo. «L'esserci dell'uomo - si legge in un celebre testo di Martin Heidegger - può rapportarsi a "se" stesso, in quanto tale, solamente se oltrepassa sé nell' in-vista-di». Insomma «qualsiasi comportamento è radicato nella trascendenza». In ciò sta per l'uomo la libertà. Che l'uomo e il suo mondo siano trascesi da Dio, è un'idea. Che l'uomo nel suo riconoscersi e progettarsi il mondo si trascenda, è un fatto, è l'empiria autentica. La trascendenza così intesa non contraddice anzi esprime la rigorosa fedeltà all'empiria e alla ragione che la riconosce e la interpreta. Essa peraltro non preclude, a chi ne sentisse il bisogno, d'interrogarsi su quell'altra trascendenza, che si pensa idealisticamente e a cui anela la fede religiosa. Il «fenomeno», l'umano manifestarsi, è trascendenza, libertà. Nell'atto del riconoscersi trascendente l'uomo non può più chiamarsi fuori dalla sua relazione con gli altri, non può eccepirsi non coinvolto. La sua libertà non può dichiararsi irresponsabile. Dalla trascendenza discende quello che, nel cuore dell'enciclica, è il principio eticamente, e politicamente, decisivo. Ciò che, a prescindere da presupposti religiosi, rende possibile la relazione con gli altri, dove ognuno assume la sua responsabilità, è la fiducia. L'onestà del religioso si fonda sulla sua «fede» in Dio, resa possibile da una rivelazione storica. L'onestà del non credente si regge sulla sua «fiducia» nell'altro uomo, resa possibile dal suo stesso costitutivo trascendersi e porsi alla giusta distanza da sé. La fiducia è il cardine della socialità in tutte le sue forme. Essa è l'universale che include tutte le modalità particolari della vita umana. La trascendenza si compie nel sentimento della fiducia e nell'idea del necessario sviluppo integrale. Ciò è evidente in ogni caso. Ad esempio, scrive il Papa, «il mercato, se c'è fiducia reciproca e generalizzata, è l'istituzione economica che permette l'incontro tra le persone secondo le regole del dare e dell'avere». Dunque, se l'economia dipende dalla ragione, intesa come comprensione del proprio umano trascendersi, «Paolo VI aveva visto con chiarezza che tra le cause del sottosviluppo economico c'è una mancanza di sapienza», un'immatura umanità. Oggi «la fiducia è venuta a mancare, e la perdita della fiducia è una perdita grave». Anzi, direi, è il venir meno della elementare condizione, l'unica insieme necessaria e sufficiente, della relazione tra gli uomini, e dunque della società. Chi laicamente ha orecchie per intendere, intenda.

© Copyright Il Mattino, 18 luglio 2009

Nessun commento: