sabato 18 luglio 2009

Il Papa ai medici: “Sono un paziente come tutti gli altri” (Galeazzi)


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Caduta, frattura, intervento. Già a casa (Mazza)

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Notte tranquilla per il Papa. I suoi collaboratori: sta bene

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Noi, in attesa. Marina Corradi al Papa: Con quella mano torni presto a scrivere. Ed a benedirci (Avvenire)

Confermato l'Angelus a Romano Canavese

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I migliori auguri di pronta guarigione al Santo Padre da parte del blog. Proposta di preghiera

Il chirurgo esclude problemi funzionali alla mano del Papa. Potrà anche tornare a suonare :-)

PAPA: SORRIDENTE E SERENO, SCHERZA COI MEDICI E SI SCUSA PER IL "TRAMBUSTO" (Agi)

Tremano i Legionari. Arriva l’ispezione voluta da Benedetto XVI (Rodari)

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IL PAPA OPERATO PER UNA FRATTURA AL POLSO DESTRO: RACCOLTA DI NOTIZIE E ARTICOLI

“Sono un paziente come tutti gli altri”

GIACOMO GALEAZZI

INVIATO A LES COMBES (Aosta)

L’unica variazione è l’Anello del Pescatore (simbolo del ministero petrino) spostato dall’anulare della mano destra a quello della mano sinistra.
Per il resto il polso rotto e immobilizzato da una stecca in vetroresina non modificherà in nulla i piani di Benedetto XVI che domani, come da programma, reciterà l’Angelus in mondovisione a Romano Canavese.
L’imprevisto per papa Ratzinger nella quiete della Val d’Aosta si è manifestato sotto forma di un incidente domestico che ha movimentato ma non stravolto le vacanze a Les Combes. Al primo piano della villetta dei Salesiani, nella notte tra giovedì e venerdì il Papa è uscito dalla sua stanza per raggiungere il bagno ed è caduto riportando una frattura scomposta del polso destro.
Il Pontefice non ha subito avvisato il segretario don George, che dorme nella camera accanto e quindi non è andato immediatamente all’ospedale.
Ha aspettato la mattina ed è entrato nel pronto soccorso cammindando sulle sue gambe. Nessun malore, sottolinea il portavoce Federico Lombardi, ma una scivolata. Ad Aosta i medici lo hanno visitato, sottoposto ad una radiografia e quindi a un piccolo intervento.
All’uscita della sala operatoria hanno assicurato che non si registra alcun problema di funzionalità dell’arto. Benedetto XVI è uscito dall’ospedale alle 16, abbassando il finestrino per salutare i fedeli in attesa davanti al «Parini». «Sto bene, grazie a tutti», ha sorriso, mostrando un apparecchio rigido che sporge leggermente dalla manica destra e tiene bloccata la mano che ha firmato l’enciclica «Caritas in veritate».
Il tutto è avvenuto con una grande tranquillità da parte dei medici, del Papa, del suo staff. Del resto Joseph Ratzinger, a 82 anni, ha già dato prova di grande forza fisica negli ultimi, faticosi, viaggi in Africa e in Terra Santa, senza contare l’ininterrotto lavoro intellettuale.
Da cardinale ebbe un primo incidente 17 anni fa.
In una pausa estiva dal suo incarico di capo dell’ex Sant’Uffizio si trovava in vacanza in montagna, a Bressanone, e cadde in bagno battendo il capo. Fu ricoverato in ospedale, dove gli fu suturata la ferita e rimase un paio di giorni in osservazione. Nel maggio dello scorso anno, un piccolo episodio di tutt’altro tenore: un inciampo nella veste, salendo verso l’altare della basilica di San Pietro durante la messa della Pentecoste. Restò in ginocchio qualche secondo, e la maggior parte dei fedeli non se ne sarebbe accorta, se non fosse stato per le foto sui giornali il giorno dopo. Da allora, gli hanno accorciato le vesti. Poi un altro inciampo nella visita in Abruzzo, ma senza conseguenze.
Giovedì notte, l’ultimo, banale incidente, «del tutto accidentale», assicurano i collaboratori.
Un episodio che i sanitari escludono di poter ricondurre a un malore e al quale Ratzinger ha reagito con la tempra di sempre: ha atteso la mattina, ha celebrato messa e ha fatto colazione prima di farsi accompagnare all’ospedale. Gli incidenti domestici non risparmiarono neanche Giovanni Paolo II (del quale si sono favoleggiati i meriti sportivi), che pure ebbe a che fare con ben più seri problemi di salute, a cominciare dall’attentato del 1981. La prima volta, Wojtyla cadde nel 1993, a 73 anni, inciampando nella moquette dei gradini del podio nell’Aula delle benedizioni, in Vaticano. Già provato dalle conseguenze dell’attentato, Wojtyla uscì dall’aula salutando e solo qualche ora dopo si fece accompagnare al Policlinico Gemelli, dove gli fu riscontrata una lussazione alla spalla destra.
L’anno dopo scivolò invece, come ieri Ratzinger, nella stanza da bagno riportando la frattura del femore destro, che lo fece a lungo soffrire. È sempre alta, comunque, l’attenzione per il lato più umano dei Papi del resto del mondo, pronto a interrogarsi, con Wojtyla, perfino per un graffio notato sul mento. A lui, dopo la seconda caduta, arrivò in dono da un gruppo bimbi di strada brasiliani un paio di ciabatte «anticaduta».
Neanche i vicari di Cristo, quindi, sfuggono alle insidie della quotidianità. Ieri tra un esame e l’altro, Benedetto XVI ha chiesto di avere un breviario per la preghiera. Ha così trascorso i momenti che hanno preceduto l’operazione, in una sala vicino alla sala chirurgica, occupata per un intervento di peritonite. Dall’accettazione ai ferri chirurgici «voglio rispettare le normali procedure», ha raccomandato ai medici.

© Copyright La Stampa, 18 luglio 2009 consultabile online anche qui.

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