domenica 19 luglio 2009

Il chirurgo che ha operato il Papa: guarirà pienamente. Uno chalet a "prova di gesso"


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Il chirurgo che lo ha operato spiega che, con una buona riabilitazione, il Pontefice guarirà pienamente

«Potrà tornare anche a suonare il pianoforte»

AOSTA

Potrà tornare a suonare il piano, a scrivere e ad avere pieno possesso dei movimenti della mano destra. Ne è convinto il dottor Manuel Mancini, il primario dell'ospedale "Parini" di Aosta che ieri ha operato Benedetto XVI per ridurgli una frattura scomposta al polso destro. L'età di Ratzinger non conta: con una buona riabilitazione, dopo il periodo del gesso, guarirà pienamente, assicura ai giornalisti il chirurgo, ancora col camice verde della sala operatoria. Mancini non ha che parole di elogio per la tranquillità e la serenità del Papa. «Neanche un lamento per il dolore della caduta», racconta. L'intervento, è durato 25 minuti. Il comunicato medico parla di «riduzione e osteosintesi» della frattura scomposta.
Al Papa, traduce Mancini, è stata fatta un'anestesia locale: poi, con una sorta di trapano chirurgico sono stati effettuati due fori, in cui sono stati infilati due fili di metallo che hanno messo in trazione l'osso del polso fratturato. Ciò ha consentito «un ottimo allineamento», garanzia per una «ripresa al cento per cento», assicura il chirurgo, che è stato assistito, nell'operazione, dalla dottoressa Laura Mus.
«Si è trattato – sottolinea Mancini – di un intervento di routine, che non ha comportato nessun taglio». Le punte esterne dei due fili metallici rimangono sotto l'ingessatura e verranno sfilate in una fase successiva.
Prima dell'operazione, il papa è stato sottoposto ad un check-up completo, che ha consentito di effettuare l'anestesia locale in tranquillità. Il Papa è sempre stato sveglio, vigile e sorridente. «Le sue condizioni generali sono buone», conferma un comunicato diffuso dal medico personale del pontefice, il cardiologo Patrizio Polisca.

© Copyright Gazzetta del sud, 18 luglio 2009

La villetta di Les Combes è dotata di tutti i confort

Uno chalet a prova di gesso

ROMA

Ripide scale a chiocciola, pericolosi parquet in legno con qualche asse a rischio incrinatura, camera da letto troppo lontana dal resto della casa: nulla di tutto ciò - tipico di molte case di alta montagna - riguarda lo chalet papale di Les Combes, perfettamente adatto ad accogliere un signore di oltre ottant'anni che ha appena subito una frattura al polso.
La villetta di Les Combes fu infatti fatta costruire a tempo di record nel 2000 per Giovanni Paolo II, che a quel tempo aveva 80 anni tondi e più di qualche acciacco legato sia all'età avanzata che alle diverse operazioni subite.
Nella residenza valdostana tutto fu predisposto per facilitare la vita quotidiana del Pontefice e renderla la più tranquilla possibile.
Così, nonostante il polso destro ingessato, la permanenza di Benedetto XVI nello chalet che sorge sulla proprietà dei Salesiani non dovrebbe subire alcuna limitazione né incorrere in fastidiosi "tranelli" legati all'architettura domestica.
Rispetto alla precedente e decisamente meno comoda residenza – un tempo adibita a caserma della Forestale – che dall'89 al '97 ospitò papa Wojtyla, lo chalet in pietra a vista e legno con il tetto di ardesia fatto costruire nove anni fa è più grande e dotato di ogni confort, perfino di una sorta di montacarichi adibito al trasporto di una persona, che sale al primo piano, dove è situata la camera papale.
Sullo stesso piano c'è anche la camera per il segretario personale del Papa – che nel caso di Benedetto XVI è George Gaeswein – e un piccolo studio.
Al piano terra, la sala da pranzo, la cucina e le stanze destinate alle altre persone al servizio del Pontefice.
Infine, davanti allo chalet si trova un giardino dotato di un barbecue sotto un grande ombrellone, che sfocia direttamente nei boschi circostanti. Il Pontefice ha così la possibilità di godere del contatto immediato con la natura anche se e quando non se la sentirà - o non lo farà come misura precauzionale - di affrontare lunghe escursioni con il polso destro ingessato.

© Copyright Gazzetta del sud, 18 luglio 2009

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