domenica 19 luglio 2009
Pianoforte e scrittura: Papa Ratzinger dovrà stare lontano dalle passioni (De Carli)
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Il commento
Pianoforte e scrittura Ratzinger dovrà stare lontano dalle passioni
Le tv inquadrano un Papa sereno che saluta con la mano sinistra.
Giuseppe De Carli
Dalla manica bianca della talare si intravede il tutore gessato che terrà immobilizzato l'avambraccio destro del pontefice almeno fino alla metà di agosto. Il pianoforte e la scrittura. Già. Pochi ci avevano pensato. L'incidente domestico toglierà a Benedetto XVI il piacere tipico di un intellettuale: quello di scrivere. Specie durante il riposo in montagna. Sentenziava san Basilio: «Un vescovo deve riposare cambiando fatica. La fatica dello studio è il grande riposo del vescovo».
È noto che Papa Benedetto scrive da solo tutti i suoi discorsi.
È metodico e preciso. Un «artigiano» della penna. Nello scrivere si concentra e lo scrivere richiama isolamento e silenzio, non certo il rumore delle parole.
La penna è il prolungamento del pensiero. I due segretari particolari, monsignor Georg Ganswein e il maltese Alfred Xuereb hanno un normale computer. Nelle scarse immagini dell'uffico privato del Pontefice del computer non v'è traccia. Papa Ratzinger predilige la scrittura a mano. La pagina bianca, il segno grafico fitto e minuto, magari con le correzioni. È il lavoro di uno studioso: i testi di riferimento davanti e la precisione assoluta nelle citazioni. «Il Papa è un perfezionista» mi ha detto una volta una donna ai più sconosciuta: Ingrid Stampa, violoncellista, e, soprattutto, traduttrice ufficiale del pontefice. Dal tedesco all'italiano che poi lo stesso Papa legge e rilegge, corregge prima di ponunciarlo in una occasione ufficiale. Ecco, per qualche settima sarà difficile a Benedetto XVI scrivere testi di omelie e catechesi. Dovrà abituarsi a dettarli. Dovrà imparare l'arte di associare al pensiero il suono della parola. È una piccola rivoluzione psicologica nella cartesiana metodicità dell'uomo Ratzinger. Quasi uno scarto imprevisto. E lo attendono testi impegnativi, «cattedrali di pensiero». Pensiamo solo alla seconda parte di Gesù di Nazaret, ai discorsi di Viterbo e Civita di Bagnoregio (5 settembre); ai discorsi da pronunciare a Praga e Brno (26-28 settembre). Sullo sfondo, un secondo aspetto che finora non è entrato nella biografia di questo Papa: l'incontro diretto con la malattia e il dolore. «C'è un Vangelo superiore, ed è quello della sofferenza» esclamò , dopo l'operazione al femore, Giovanni Paolo II. Un incontro temporaneo e limitato per Papa Benedetto, nonostante l'immagine fisica di un uomo fragile, non certo malato. Il mistero della sofferenza è ben presente nel magistero ratzingeriano, fa però quasi da quinta teologica, è interpretato in una prospettiva di salvezza. La Valle d'Aosta sembra destinata a restuituirci, per un po', un Papa leggermente impedito. Ne trarrà forse beneficio nella comunicazione verbale, nella improvvisazione. Nella fantasia creativa di un uomo che conosce i sentieri per arrivare a Dio.
© Copyright Il Tempo, 18 luglio 2009 consultabile online anche qui.
Mah...mah...mah...non esiste solo la sofferenza fisica.
Esiste anche quella psicologia alla quale Benedetto XVI e' costantemente sottoposto dal 19 aprile 2005 (anche prima in realta', in quanto "parafulmine").
Caro De Carli, la comunicazione verbale del Papa e' andata benissimo finora, cosi' come la sua capacita' improvvisativa.
Basta avere visto anche una sola udienza generale.
R.
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8 commenti:
Eccoli!!!!! Gli sciacalletti pronti a dire che adesso il Papa dovrà abituarsa a dettare. E allora? Che problema c'è? Caro De Carli sono fermamente sicura che tutti i deiscorsi di Benedetto XVI stenderà in questi giorni, non saranno per nulla diversi da quelli che ha scritto fino ad ora. Il problema non sussiste visto che Benedetto XVI è stato un professore universitario sa benissimo come lavorare. E poi mi scusi per una volta tanto li vogliamo far lavorare sti segretari oppure no?
Non c'è limite al ridicolo. Leggendo questo articolo sembra che abbiamo difronte un uomo incapace di reagire ed adattarsi ad una situazione nuova e ringraziando DIO di breve durata.
Sig. De Carli, le ricordo che Benedetto XVI ha passato e superato ben altre situazione a cui non solo si è saputo adattare ma, ha reagito con pazienza, costanza e forza d'animo; non vada a cercare per forza un punto debole che non esiste. Papa Benedetto saprà far fronte a tutto questo ed i suoi discorsi anche se dovranno essere dettati saranno all'altezza come sempre delle aspettative.
E per favore vediamo di non dare a qul che è successo, il significato di una punizione divina; dal titolo che ha dato al suo articolo, sembra proprio così.
Concordo con Euge: De è non mi è mai piaciuto. Comunque i segretari lavorano. Il Santo Padre è continuamente logorato dalla responsabilità di rappresantare Cristo, una responsabilità immane.
De Carli non riusirà mai a dire o scrivere qualcosa che riguarda il Papa senza fare riferimento a Giovanni Paolo II. Così è. Che possiamo fare? Lui è così.
Un consiglio a De Carli: stia lui attento all'accecamento!!!
De Carli ricordi che Dio fa le persone a sua immagine e somiglianza ma non, come vorrebbe qualcuno con LO STAMPINO, anzi, chi imita Cristo è sorprendentemente molto, ma molto personale; poi ricordi anche che Dio dà ad ognuno di noi doni particolari che si rivelano anche nelle lecite PASSIONI che ci spin gono ad agire; diciamo che è lo Spirito che ci spinge....
Cosa vorrebbe De Carli tutti ad immagine di G.P.II e non di Cristo, vero? E' evidente!
articolo mediocre, da De Carli mi sarei aspettato di più e di meglio
Per anonimo dell'ultimo post:
De Carli da del suo meglio solo quando si tratta di Giovanni Paolo II. Quando si tratta di Benedetto XVI, si limita solo ad odiosi confronti, oppure come in questo caso, a dare una visione ddella persona Benedetto XVI, per nulla aderente alla realtà.
Un pò poco per un " blasonato" vaticanista.
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