giovedì 27 novembre 2008

Lo sgomento di Benedetto XVI per gli attentati a Mumbai: "si ponga fine a tutti gli atti di terrorismo" (Radio Vaticana)


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Lo sgomento di Benedetto XVI per gli attentati a Mumbai: "si ponga fine a tutti gli atti di terrorismo"

Profondo cordoglio di Benedetto XVI per le vittime di una serie di terribili attentati a Mumbai in India che, ieri, hanno causato almeno cento morti ed oltre trecento feriti. In un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, indirizzato al cardinale arcivescovo di Bombay, Oswald Gracias, il Pontefice chiede che si “ponga fine a tutti gli atti di terrorismo, che offendono gravemente la famiglia umana e destabilizzano fortemente la pace e la solidarietà necessarie a costruire una civiltà degna della nobile vocazione dell’uomo ad amare Dio e il prossimo”. Il Papa esprime la sua “profonda preoccupazione” per l’escalation di violenza a Mumbai ed assicura la sua vicinanza a quanti sono stati colpiti da questi “attacchi brutali” di terrorismo. Il Santo Padre prega infine per le vittime e i loro famigliari implorando Dio di confortare i feriti e quanti piangono i propri cari. Per un aggiornamento sulla situazione nella metropoli indiana, il servizio di Amedeo Lomonaco:

Mumbai, la vecchia Bombay dei portoghesi e dei britannici, è stata scossa da una nuova ondata di violenza, dopo poco più di due anni dai sanguinosi attacchi ai treni dell’11 luglio del 2006. Sono stati attaccati diversi alberghi e i morti sono più di 100. Uomini armati - ha rivelato un testimone - hanno aperto una vera e propria caccia all'uomo contro “chiunque avesse un passaporto britannico o americano”. Gli inquirenti seguono la pista islamica: gli attacchi, infatti, sono stati rivendicati da un gruppo di Mujaheddin. Si tratta di un gruppo nato in Afghanistan soprattutto con l'obiettivo di combattere il regime filosovietico. Nel 1992, dopo la vittoria dei Talebani, questo gruppo ha focalizzato l'attenzione sul Kashmir, legandosi secondo diversi osservatori all'intelligence militare pachistana. La Comunità internazionale ha subito condannato gli attentati. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha definito “inaccettabile” l'esplosione di violenza. Il presidente eletto degli Stati Uniti, Barack Obama, ha detto che “questi attacchi coordinati contro civili innocenti dimostrano la grave e urgente minaccia del terrorismo”. In India adesso, dopo gli attacchi compiuti da estremisti indù contro i cristiani e costati la vita ad almeno 118 persone, l’impegno assunto dal governo è di arginare questo nuovo drammatico fronte di violenza apertosi a Mumbai.

E contro l’orrore scatenato dalla follia terroristica a Mumbai prendono posizione anche i vescovi cattolici dell’India. Si tratta di una delle “più sconvolgenti tragedie umane degli ultimi tempi”, si legge in una nota diffusa oggi dalla loro Conferenza episcopale (Cbci). Esprimendo cordoglio per le vittime e pregando per la pronta guarigione dei feriti, i presuli indiani lanciano un appello affinché gli ostaggi in mano ai terroristi “possano essere al più presto liberati”. Al microfono di Sergio Centofanti, è il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo metropolita di Bombay, a parlare dell’ondata di attentati che sta insanguinando la sua città:

R. – Siamo tutti scioccati per quello che è accaduto: questi terroristi sono non solo contro il governo ma contro tutta la nazione indiana. Abbiamo avuto attacchi terroristici nel passato, ma mai di questo tipo. Ora dobbiamo restare uniti: tutte le religioni, tutta la gente deve restare unita, in questo momento, e combattere questa violenza.

D. – Qual è l’azione dei cristiani in questo momento così difficile?

R. – La prima cosa è la preghiera: preghiera per tutti e per la pace. La nazione indiana ha bisogno di pace, di una cultura di pace, di una cultura della non violenza, del messaggio di Cristo, che è messaggio di pace, di gioia e un messaggio di amore.

Il 2008 si conferma uno degli anni più drammatici per la storia moderna dell'India: altre città sono state colpite, infatti, nel corso dell’anno, da attacchi sincronizzati che hanno fatto in totale più di 200 vittime. Ma perché l’India è presa di mira così spesso dal terrorismo internazionale? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Michelguglielmo Torri, docente di Storia dell’Asia all’Università di Torino:

R. – Non credo che l’India sia vittima del terrorismo internazionale, credo piuttosto che sia vittima di forme di terrorismo che sono legate alle tensioni interne presenti nel Paese. In particolare, le tensioni presenti in India sono molteplici e sono legate, in parte, allo sviluppo economico in corso dall’inizio degli anni ’90, che è poi uno sviluppo che ha portato ad una crescita molto rapida dell’economia indiana; una crescita, però, che è andata a favore solo di un sesto della popolazione, mentre il resto della cittadinanza è stata lasciata da parte o addirittura è stata svantaggiata da questa crescita. Accanto a queste tensioni, legate allo sviluppo dell’economia, ci sono invece altre tensioni che sono legate alla situazione delle minoranze ed a quella musulmana, che è poi la più grande; una minoranza discriminata, che ha subito una serie di ingiustizie, che purtroppo non sono state rettificate attraverso l’uso di strumenti politici democratici. Credo, dunque, che questo sia ciò che ha portato, gradualmente, all’emergere di forme di terrorismo.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Proprio oggi, di fronte a questo colossale attacco alla più grande democrazia del mondo, vorrei parlarvi del mio amico pachistano gandhiano Sikandar: credo che racconti tante cose sulla democrazia e sui nemici della democrazia...
http://noirpink.blogspot.com/2008/11/il-pachistano-gandhiano-gli-attentati

Raffaella ha detto...

Nella piu' grande democrazia del mondo, come qualcuno la chiama, si massacrano i Cristiani.
Non dimentichiamolo!
R.