domenica 30 novembre 2008
Papa Benedetto sta insegnando la laicità ai laici e finemente ed efficacemente spiazza i laicisti di Micromega (Iannuzzi)
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I laicisti di Micromega
Gli atei invece di prendersela con se stessi per la crisi attaccano la Chiesa
Raffaele Iannuzzi
Ogni crisi apre faglie profonde nelle società che da essa vengono duramente toccate, ma, proprio per questa ragione, emerge ciò che di più tangibile e bruciante desiderano i cuori delle persone.
Questa crisi non è solo finanziaria. Basta leggere le dichiarazioni alla Camera dei Deputati americana di chi ha gestito la Lehman Brothers e il crack storico ed irreversibile di questa prestigiosa e ormai ex banca d’affari, per capire che questa gente aveva costruito sulla sabbia, per citare la meditazione di Benedetto XVI all’ultimo Sinodo dei Vescovi, e non sulla roccia. Il denaro è “niente”, secondo il Papa, non perché, di per sé, sia niente, ma perché non può che essere funzionale ad un progetto di vita condotto secondo criteri religiosi e morali adeguati. E’ l’antica e mai superata dottrina degli ordini dell’essere, c’è qualcosa che viene prima e qualcosa che viene dopo e questa gerarchia produce il ben-essere degli uomini e delle società. Questa crisi – appunto: non solo finanziaria – ha evidenziato lo scardinamento delle finalità elementari dell’ordine umano e sociale, mettendo all’ordine del giorno la sopravvivenza di una decente coesione sociale ed una legittimazione universale della società.
Stando così le cose, tutto dovrebbero fare gli intellettuali atei militanti tranne che prendersela con la Chiesa, bollandola, appunto, di “militanza” e di “politicità” invasiva e pericolosa.
Perché le radici della crisi stanno in ciò che Lévinas ha detto dell’ateismo: esso è separatezza dell’intelligenza e della volontà, dunque delle azioni, dall’ordine naturale e morale. La morte anche civile di un mondo umano. Invece, questi militanti atei spostano il focus dell’attenzione e bombardano la Chiesa con un numero di “Micromega” interamente dedicato a “Dio, nichilismo e democrazia”. Temi ormai diventati “classici”, in un certo senso, ma anche tormentoni e veri e propri mantra della casta dei mandarini elitari del nichilismo radical-chic, quello che se ne va dalla Chiesa – è il caso della De Monticelli – con dòtti e petulanti articoli. Focus spostato dalla realtà vera, dicevo, e conseguente nuova militarizzazione del conflitto contro la Chiesa. Un mondo parallelo di “alieni”, nel senso letterale del termine. A fronte di questo sbalorditivo genere letterario dell’ateismo-patchwork, abbiamo la realtà mistica e mariana della Chiesa, documentata da un Cardinale di peso come Godfried Danneels, Primate del Belgio, che, in una lunga intervista a 30Giorni, risponde ai philosophes laicisti di “Micromega” come meglio non si potrebbe fare. Dannels dice, in ordine: a) la Bibbia, la Sacra Scrittura, proprio quell’oggetto di culto dei martini ani militanti e di tanti atei che vorrebbero fare le pulci ai veri credenti, “non è un testo”, cioè non è né ideologia, né ermeneutica e neppure sociologia religiosa, ma “è la Parola viva che è stata pronunciata in Gesù, e che continua ad essere pronunciata in Gesù da Dio”: primo colpo ai cattolici “cavalli di Troia” del gruppo di “Micromega”; b) la fede della Chiesa è la stessa della folle che incontrava Gesù, e questo dato emerge con forza dagli incontri ai santuari mariani: e così anche la De Monticelli ha il suo nihil obstat all’uscita dalla Chiesa, se proprio non vuole essere parte di queste folle di semplici “poveri di spirito”; c) la Chiesa “deve evitare di interferire nella vita politica. L’organizzazione della società e delle istituzioni appartiene ai politici”: e così, è pagato anche Esposito, che, sempre sulla rivista-partito diretta da Flores d’Arcais, discetta rozzamente sulla presunta “vocazione politica della Chiesa”.
In realtà, Papa Benedetto sta insegnando la laicità ai laici e, con quest’operazione finissima ed efficacissima, sta spiazzando chi laico non è e non è mai stato, i laicisti di “Micromega”, ad esempio. Ecco perché questi ultimi, privi di categorie come sono, non riescono a cogliere i nessi veri di questa crisi e teorizzano o un nuovo “crollismo” (del capitalismo) o universi pan-regolativi che poco hanno a che vedere con la realtà. In mezzo a questi due poli, non c’è nulla. Anzi, sì, c’è qualcosa di assai pericoloso: il Nulla.
© Copyright L'Occidentale, 30 novembre 2008
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2 commenti:
...E' sotto gli occhi di tutti che le cause della crisi economica che stiamo vivendo, con tutta la sua forza, ha posto il problema della necessità di una dimensione etica nell'economia. E costoro ancora parlano?.......
Errare è umano.. perseverare è diabolico..
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