mercoledì 9 dicembre 2009

Sei cardinali in pensione. Bertone invece resta e prova a rifare la curia (Rodari)


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Discorso fortissimo del Papa in Piazza di Spagna

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Il Papa visiterà Sulmona il 4 luglio 2010 (Pantano)

Il nunzio in Irlanda: Scuse per '"tutti gli errori commessi"

Il Papa: "Cari amici, che gioia immensa avere per madre Maria Immacolata! Ogni volta che sperimentiamo la nostra fragilità e la suggestione del male, possiamo rivolgerci a Lei, e il nostro cuore riceve luce e conforto...La Chiesa stessa, anche se esposta agli influssi negativi del mondo, trova sempre in Lei la stella per orientarsi e seguire la rotta indicatale da Cristo" (Angelus)

Sei cardinali in pensione. Bertone invece resta e prova a rifare la curia

Paolo Rodari

dic 8, 2009 IL FOGLIO

E’ con il nuovo anno che la curia romana cambierà volto. Da quando il cardinale segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone ha compiuto 75 anni (lo scorso 2 dicembre), sono sei i porporati a capo di “ministeri” della Santa Sede a essere entrati in età pensionabile.
C’è il prefetto dei vescovi, il cardinale Giovanni Battista Re, che compie il prossimo 30 gennaio 76 anni. C’è il prefetto del clero, il cardinale Claudio Hummes, che in agosto ne compie anch’egli 76. C’è il presidente del pontificio consiglio per l’unità dei cristiani, il cardinale Walter Kasper, che a marzo ne fa 77. C’è il prefetto dei religiosi, il cardinale Franc Rodé, che a settembre compie 76 anni. E, infine, c’è il cardinale Raffaele Farina, archivista bibliotecario di santa romana chiesa, che a settembre va per i 77. La prassi è nota. Per volere di Paolo VI tutti i cardinali e i vescovi devono presentare le dimissioni al Papa al compimento dei 75 anni. Dimissioni che il Papa si riserva di accettare o no.
Tra i sei capi dicastero di curia in età pensionabile l’unico sicuro di restare al proprio posto è Bertone. La cosa non avviene per una qualche deroga prevista ai sensi del diritto canonico bensì perché il Papa ha deciso così. Di per sé, infatti, anche il segretario di stato, come tutti gli altri capi dicastero, al compimento dei 75 anni non è inusuale che lasci.
Nei mesi scorsi sono stati alcuni cardinali ad avanzare al Papa qualche riserva attorno all’operato della segreteria di stato. Si era in piena bufera lefebvriana. Il Papa aveva da poco revocato la scomunica al vescovo lefebvriano Richard Williamson, presule negazionista sulla Shoah. Si scatenarono proteste che portarono vescovi tedeschi, austriaci, ungheresi e svizzeri a ipotizzare le dimissioni di Bertone. Pochi mesi dopo avvenne un summit segreto a Castelgandolfo. A pranzo col Papa andarono i cardinali Angelo Bagnasco, Camillo Ruini, Angelo Scola e Christoph Schönborn.
E, sebbene la cosa non sia mai stata confermata, pare che anche della gestione della curia si sia parlato. Ovvero delle difficoltà di governo della segreteria di stato.
Ma i malumori sono anche altri e provengono direttamente da alcune conferenze episcopali. Non è un mistero che la politica “ultraconcordataria” promossa dalla segreteria di stato nei confronti dei governi dei paesi del mondo non sia digerita da parte della conferenza episcopale italiana, da quella americana e da alcuni presuli più abituati a combattere contro governi nemici piuttosto che a trattare (tra questi il cardinale cinese Giuseppe Zen Zekiun il quale, a differenza di Bertone, ritiene che la chiesa clandestina non debba alzare bandiera bianca nei confronti di Pechino).
Sull’Italia pesa la lettera che Bertone mandò a Bagnasco nei giorni in cui venne chiamato a sostituire Ruini alla guida della Cei: Bertone avocò a sé ogni rapporto con la politica ponendo, di fatto, una pietra sopra la linea interventista dei vescovi italiani portata avanti per anni dal cardinal Ruini.

Non si ripeterà lo scenario del 2006

Spiega Benny Lai – è sua la prima tessera da vaticanista firmata negli anni 50 dall’allora sostituto alla segreteria di stato Giovanni Battista Montini – che “siamo passati da un pontificato in cui a governare erano Stanislaw Dziwisz e Angelo Sodano a un pontificato in cui il Papa governa poco e chi ha attorno non lo sostiene a dovere.
E la cosa avviene nonostante dopo gli anni wojtyliani, quelli dei grandi viaggi e delle intuizioni profetiche, tutti si aspettassero un pontificato di governo”. Giancarlo Zizola, commentatore di cose vaticane, fa una considerazione e pone una domanda: “Benedetto XVI ha voluto farsi un’equipe di collaboratori pescando tra gli uomini che aveva a fianco quando era alla dottrina della fede. Mi domando: è uguale governare una congregazione e governare l’intera curia romana? Non cambia di parecchio la visuale di coloro che dall’ex Sant’Uffizio vengono portati in cima alla curia romana?”.
Nel 2010, comunque, non si verificherà quanto avvenne nel 2006. Allora il cardinale Edmund Casimir Szoka, presidente del governatorato, doveva andare in pensione. Chiese di restare fino a quando il coetaneo Sodano non avesse lasciato. Fu accontentato. E il 15 settembre di quell’anno, a lasciare furono in due, lui e Sodano. Oggi pare che i porporati in età pensionabile non intendano avanzare richieste di questo genere. Re, Kasper, Hummes, Rodé e Farina chiuderanno insigni carriere in ordine sparso.

Pubblicato sul Foglio martedì 8 dicembre 2008

© Copyright Il Foglio, 8 dicembre 2009 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.

Al Papa interessa poco governare la curia romana!
Non e' questa la priorita' del suo Pontificato. EVANGELIZZARE E TORNARE ALL'ABC DELLA FEDE CATTOLICA: ecco cio' che oggi interessa il Santo Padre (ed i Cattolici).
La curia deve essere gestita da altri che, ha ragione Lai, attualmente sostengono poco e male Benedetto XVI.
Non e' gossip ma la pura realta', drammaticamente sotto gli occhi di tutti.
Ricordiamoci SEMPRE E COSTANTEMENTE della lettera del Papa ai vescovi dopo la revoca della scomunica ai Lefebvriani: Papa Ratzinger si assunse colpe non sue e NESSUNO, in curia, fece un passo avanti per assumersi una briciola delle proprie responsabilita'
.
Per citare Magister: questa curia non e' all'altezza di questo Papa. Rinfreschiamoci la memoria e leggiamo qui.
R.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

se c'è qualcosa che non funziona è perchè non interessa al papa.
non è un po' troppo facile ragionare così?

Raffaella ha detto...

Il Papa deve governare su tutto?
E' impossibile!
Pensiamo allo Stato Italiano: i compiti del Presidente della Repubblica e quelli del Presidente del Consiglio sono distinti.
E' un paragone che regge poco, ma serve a fare capire che serve collaborazione.
Il Papa non puo' fare tutto da solo.
Vale per Benedetto XVI come valeva per Papa Wojtyla, solo che quest'ultimo poteva contare su un apparato che gli era completamente fedele, a partire dal cardinale Ratzinger.
Oggi esiste un Ratzinger di Ratzinger?
Non lo vedo.
R.

Anonimo ha detto...

Un nuovo Ratzinger in grado di essere per il nostro Papa quello che lui è stato per Papa Wojtyla? Un sogno, Raffa. Irrealizzabile, temo. L'allora card. Ratzinger non si replica. Possiamo forse sperare in una pallida controfigura. Intanto, mi auguro che il card. Bertone riesca a mettere ordine nella segreteria di stato, rendendola in grado di funzionare al meglio, magari rimuovendo almeno un personaggio infido considerando quanto la parola fedeltà (per non parlare di fede) sia priva di significato in Vaticano.
Quanto al Papa lasciamo che continui il suo luminosissimo Magistero, non pretendendo che diventi un burocrate per sopperire alle altri mancanze.
Alessia
Alessia

Anonimo ha detto...

che il papa non possa governare su tutto è chiaro, solo chi qui spesso si vuole far passare il concetto che se c'è qualcosa che funziona è merito del papa, per le magagne invece è sempre colpa di altri, in maniera totalmente acritica. per me questo è uno sbaglio.

Anonimo ha detto...

A quanto pare per far contento Anonimo dovremmo metterci a sparare a pallettoni contro il Papa. Quaesto dimostrerebbe grande capacità critica, vero? Ebbene, io non riesco prorio a trovare nulla che mi dispiace in Benedetto, moltissimi invece in chi lo circonda. Anomino ti spiacerebbe firmarti, magare con un nome fittizio?
Alessia

Anonimo ha detto...

tra sparare pallettoni e la ammirazione acritica ci sono un sacco di vie di mezzo. fare qualche sporadica critica a qualcuno non vuol dire per forza non ammirarlo, non amarlo o non riconoscegli autorevolezza.
pensare che esista qualcuno di infallibile non è una cosa buona, secondo me. è come delegare il proprio pensiero.

x ha detto...

io avevo messo un nome al mio ultimo commento

nome fittizio ha detto...

tra sparare pallettoni e la ammirazione acritica ci sono un sacco di vie di mezzo. fare qualche sporadica critica a qualcuno non vuol dire per forza non ammirarlo, non amarlo o non riconoscegli autorevolezza.
pensare che esista qualcuno di infallibile non è una cosa buona, secondo me. è come delegare il proprio pensiero.

Anonimo ha detto...

Il fatto che io mi ritrovi al 100% con il pensiero e le azioni del card. Ratzinger prima e con Papa Benedetto XVI ora, non significa che mi sia bevuta il cervello o abbia rinunciato a pensare o che lo consideri infallibile, tranne quando parla ex cathedra. Sicuramente ha fatto o farà degli errori uno dei quali è la troppa pazienza e tolleranza con coloro che meriterebbero paterne pedate. Ecco vorrei che, una volta tanto, perdesse le staffe.
Carino, il nick nome fittizio. Anche nessuno non sarebbe stato male.
Alessia

euge ha detto...

Scusate, ma, credo che il problema delle magagne non si possa liquidare in pochi post. Io lascerei da parte il discorso dell'infallibilità e comincerei a valutare lo stato delle cose in cui Benedetto XVI, si è trovato ad operare. Come è evidente a tutti, tranne a quelli che da questo orecchio non ci vogliono sentire, Papa Benedetto XVI, non gode della massima collaborazione proprio da parte della Curia Romana. In primo luogo perchè la curia Romana come tutti sanno ormai, non è un vivaio di angioletti e poi perchè Benedetto XVI essendo determinato a seguire il suo programma diciamo così di governo, lo fa libero da qualsiasi tipo di costrizione o manipolazione. In una situazione come questa, ci vogliono persone preparate di cui potersi fidare non cecamente di più. Quello che dice Raffaella caro anonimo, è vero. Papa Giovanni Paolo II poteva contare sulla collaborazione fidata, sincera e competente, dell'allora Cardinale Ratzinger che per tutta risposta, si è guadagnato l'appellativo di inquisitore che tanto piace ai media ed a certi presuli della Curia Romana appunto, per aver difeso la dottrina della chiesa in pieno accordo con il suo predecessore; non dimentichiamoci infatti, che gli atti più belli del Magistero di Giovanni Paolo II, come per esempio le Encicliche, sono stati scritti a quattro mani con il cattivone Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede. Benedetto XVI, si deve invece guardare le spalle in continuazione perchè purtroppo, anche coloro che dovrebbero essere fedeli collaboratori, nei momenti cruciali si defilano....... basta ricordare ciò che è successo nella questione dei lefrevriani oppure, andando un pò più indietro nel tempo, possiamo ricordare tutte le disdicevoli reazioni di vescovi ed affini, alla pubblicazione del Summorum Pontificum e come non dimenticare il silenzio proprio della Curia nel dopo Ratisbona? Tutti momenti critici, che Benedetto XVI a fatto rientrare personalmente probabilmente perchè o non si fidava di nessuno, e fa bene, oppure nessuno era in grado di far fronte a quelle necessità. Con un clima simile, capirai anche tu caro anonimo, che si può fare ben poco. E' chiaro che ci si potrebbe domandare perchè non sostituire chi non va...... ottima domanda in quel caso però forse bisognerebbe anche pensare che evidentemente il materiale da scegliere a disposizione di Benedetto XVI, non sia poi così numeroso e valido, da poter risolvere tutti i problemi con un colpo di bacchetta magica. Quindi premesso che di infallibilità hai parlato solo tu, ti esorterei a riesaminare un pò il tutto prima dire:
" che se c'è qualcosa che funziona è merito del papa, per le magagne invece è sempre colpa di altri, in maniera totalmente acritica."

sam ha detto...

Personalmente mi sento interpellata dall'appunto di anonimo, anche se forse in modo diverso da come intende lui.
Mi spiego.

Per me quello che fa il Santo Padre è sempre giusto e difendo categoricamente questa impostazione.
Ecco i motivi per cui per me Benedetto XVI ha sempre ragione, precisando subito che la classifica è mia soggettiva, perchè, a rigor di fede, so che il primo punto dovrebbe stare all'ultimo, ma voglio essere sincera fino in fondo.

1°- Perchè amo visceralmente Ratzinger, il suo pensiero, la sua fede, il suo amore, i suoi modi, tutto!

2° - Perchè è il Papa, successore di Pietro, e quindi garantito nella fede da Cristo.

3° - Perchè credo fermamente al valore dell'obbedienza e credo che noi fedeli per il nostro bene e per non ingannarci abbiamo bisogno di qualcuno a cui riferirci e affidarci sempre, anche quando non fossimo soggettivamente d'accordo, e questo qualcuno non può essere che il Papa, come oggi ha detto benissimo:“Quando sorgono controversie nella Chiesa, il riferimento al ministero petrino garantisce fedeltà alla sana dottrina".

Ciò premesso, la parte che mi interpella dell'anonimo è questa:
"per le magagne invece è sempre colpa di altri, in maniera totalmente acritica."

Mi faccio un esame di coscienza. In questi ultimi tempi ho dovuto rivedere la mia propensione a mettere in discussione e a criticare con eccessiva facilità (qualche volta è stato proprio inevitabile) i collaboratori del Papa, perchè mi sono resa conto che questo "tiro alla squadra" finisce poi per riversarsi contro di lui. Credo perciò che dobbiamo estendere un po' del benficio d'inventario che diamo al Papa anche alla sua squadra, non tanto per meriti loro, quanto per riflesso suo. E' un po' come il rispetto che comunque dobbiamo anche ai preti e ai pastori che non ci piacciono o che proprio non se lo meritano per riflesso della Persona di Cristo che rappresentano.
Sono papista e fideista, lo so. Prima non lo ero per niente e, fidandomi solo del mio giudizio, ritengo di aver pestato il naso a sufficienza nella vita.
Oggi sono felice di avere un riferimento sicuro che conosce il mio bene meglio di me.

sam ha detto...

OBOEDIENTIA ET PAX.

nome fittizio ha detto...

sam credimi, io invidio la tua sicurezza. io purtroppo(per me) non riesco a pensare che esista qualcuno che conosca il mio bene meglio di me. certo non credo di conoscerlo perfettamente nemmeno io. spesso sono daccordo con quello che dice ratzinger, alcune volte no, e quelle volte proprio non riesco a cambiare la mia idea anche se dall'altra parte c'è il papa. questo farà di me un cattivo cattolico, oppure un non cattolico, non lo so.

sam ha detto...

Ascolti il Papa e riconosci apertamente le tue difficoltà ad accettare tutto quello che ti viene proposto. Ciò, secondo me, fa di te un cattolico sincero.

euge ha detto...

per nomefittizzio: E' difficile spiegarti per quale motivo come sam io non solo ho piena fiducia in Benedetto XVI ma, lo considero la persona che con la sua semplicità, la sua schiettezza, il suo coraggio e determinazione, mi ha aiutato e mi sta aiutando a continuare il cammino di fede che, per molti motivi di cui alcuni strettamente personali, per moltissimi anni è rimasto fermo. Non è facile credimi ma, leggendo molti suoi scritti ed ascoltando con attenzione tante sue omelie, sono riuscita a trovare quella speranza senza la quale, non avrei sicuramente, superato eventi non piacevoli della mia esistenza. Non angustiarti e non fartene una colpa...... cerca di conoscere più a fondo il nostro Pontefice e vedrai che pian piano anche tu troverai quell'aiuto che ognuno di noi, ha trovato in lui.
Non è una paternale ne una predica ma, soltanto un consiglio da una persona che per molti anni, ha fatto a meno di Dio credendo di bastare a se stessa.