martedì 4 novembre 2008

Pedofilia nella Chiesa: la svolta attesa e coraggiosa di Benedetto XVI (Cesare Fiumi)


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Grazie alla nostra Gemma possiamo leggere l'articolo di Cesare Fiumi per "Il Corriere della sera Magazine" che riconosce il grande coraggio del Papa nell'affrontare in prima persona la piaga della pedofilia nella Chiesa.
E' un articolo importante ed onesto che pero' contiene molti nomi e cognomi.
Ho lasciato quello di Lelio Cantini perche' la dura condanna del Papa e' pubblica e definitiva.
Ho sostituito i nomi delle altre persone citate nell'articolo con le iniziali perche' siamo ancora ai processi di primo grado e non si tratta, quindi, di sentenze passate in giudicato.
Grazie a Gemma per il grande lavoro
:-)
R.

La storia

Di Cesare Fiumi

Quel parroco è indegno: va cacciato

A Firenze, dopo 14 anni di abusi su giovani fedeli, una condanna religiosa che suona troppo blanda: ma Benedetto XVI riapre l’inchiesta e “spreta” il pedofilo.

Lo aveva detto lo scorso luglio, usando parole dure e chiare. Inattese, aveva commentato qualcuno con una punta di fastidio, come se Benedetto XVI avesse dovuto parlare “vergogna”, “misfatti” e “condivisioneper la sofferenza e il dolore delle vittime”, senza però andare oltre.
Senza varcare la soglia della condanna.
E invece a Sydney,alla Giornata Mondiale della Gioventù, il Papa era andato oltre eccome, mandando in frantumi un tabù: dichiarando, davanti ai ragazzi volati fin lì, che i preti pedofili “devono essere portati davanti alla giustizia”. Non solo quella divina, anche alla sbarra degli uomini.
Lo aveva detto e, la settimana scorsa, Benedetto XVI ha fatto, in qualche modo, le veci dei tribunali italiani – scrivendo la parola fine a una vicenda nella quale lo Stato, mai chiamato in causa, non poteva intervenire – e spretando don Lelio Cantini.
Storia abbietta e terribile quella del prete fiorentino della Regina della Pace, oggi 85enne, che per quattordici anni, dal 73 all’87, ha abusato di tanti suoi giovani parrocchiani. Storia venuta alla luce solo nel 2004, quando le vittime hanno infine trovato l’ascolto della Chiesa. Storia dapprima socchiusa con: il classico trasferimento, il divieto di celebrare messa in pubblico; le litanie da recitare alla Madonna. E storia oggi riaperta e conclusa con una sentenza della Congregazione della Fede che al prete non fa sconti e non sparge quella nebbia da incensiere che per troppo tempo ha velato vicende simili. “Abuso plurimo e aggravato nei confronti dei minori, delitto di sollecitazione a rapporti sessuali in occasione della Confessione”, questo e molto altro si legge nella notifica che ha spinto il Papa a cacciare quel prete dalla Chiesa, rendendo pubbliche le motivazioni. Un gesto che infrange certi silenzi curiali che, secondo i giudici, accompagnano ancora le inchieste sui preti pedofili.
Il 2008, su questo fronte, è stato davvero un annus horribilis per la Chiesa italiana. A giugno c’è stata la condanna a 8 anni, in primo grado, di don P. B., già abate di F., reo confesso di 38 casi di violenza sessuale su minori, con strascico di accuse al suo padre spirituale che avrebbe taciuto sapendo. Accuse, più o meno velate, piovute anche a Firenze, sul vescovo ausiliare della città C. M. (“allievo spirituale prediletto” di don Cantini) che infine, dopo la decisione del Papa (“un macigno su chi non ci ha creduto”, dicono le vittime, oggi moralmente risarcite) ha rotto il silenzio. “Sono sbigottito, don Cantini ha tradito la fiducia dei fedeli”.
E prima della sentenza su don B., in aprile, c’era stata la condanna in primo grado a 6 anni e 10 mesi per un parroco ferrarese, accusato di violenza sessuale continuata ai danni di dieci bambine (e anche qui, accuse alla Curia bolognese di essere un “muro di gomma”); poi la condanna in appello a 7 anni e 6 mesi di un parroco di Bolzano (assolto in primo grado), sempre per violenza sessuale continuata su un bambino di 9 anni; e i due anni e 8 mesi, confermati in Appello, a un sacerdote del Varesotto.
Senza contare la storia del parroco di Laglio, don M. S., condannato in primo grado, lo scorso 29 maggio, a 8 annni per violenza sessuale su un minore, in una vicenda che vede indagati, per favoreggiamento personale, il vescovo emerito di C., A. M., e due suoi ex collaboratori: l’attuale vescovo di C. O. C. e monsignor E. B..
Per questo, nell’anno dell’arresto di don C. a Roma e del processo di don G. a Terni, il supplemento di inchiesta – per giunta, in assenza di provvedimento giudiziario – e la “condanna” inflitta dal Papa a don Cantini sono il segno di una svolta attesa e coraggiosa.

© Copyright Corriere della sera Magazine 23 ottobre 2008

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