giovedì 28 maggio 2009

L'Europa come la vede il Papa. L'unica che vale (Volontè)


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L'EUROPA COME LA VEDE IL PAPA. L'UNICA CHE VALE

Benedetto questo Papa, domenica ancora una volta ci ha stupiti, la sua commossa preghiera e le sue ferme parole sulle radici cristiane dell’Europa dovrebbero commuovere, ‘muovere insieme’, popoli e nazioni.
‘Ora et labora’, diceva quel Benedetto fondatore e patrono della cultura, della civiltà e di quella operosità che caratterizza il nostro continente ormai ‘senza bussola’. Sbanda l’Europa davanti al granitico Impero Zarista, lo abbiamo visto nelle stesse immagini del fallimentare incontro a due tra Barroso e Medvedev. La Russia ‘scommette’, con il suo ‘niet’ ad una intesa globale sull’energia, di riuscire a sfogliare come un carciofo i 27 Paesi della Ue, azzarda pensando di fare accordi con l’uno e con l’altro, di porre veti verso le ex Repubbliche Sovietiche non ancora nella Ue, insomma di guadagnare di ‘più’ e accrescere maggiormente la sua ‘influenza’ verso i Paesi slavi.
Troppo, ma anche pericoloso test per una Ue che si è dimostrata ultimamente ‘sbrindellata’, in ordine sparso come dimostra l’incapacità di trovare una posizione comune al G20 di Londra e il fallimento del vertice dei 27 stati europei sulla disoccupazione di Praga. All’appello a riscoprire le radici giudaico cristiane di domenica, nel suo viaggio da San Benedetto, il Papa aveva fatto precedere uno straordinario discorso durante il colloquio con il Premier Macedone e quello Bulgaro, sulla attualità dei Santi Cirillo e Metodio, co-patroni della ri-unita Europa.
Tutti gli sforzi e l’appassionato lavoro di testimonianza del ‘grande’ Giovanni Paolo II, sbeffeggiato e irriso dalle decisioni europee di abolire i richiami alle radici giudaico-cristiane nella ‘Costituzione’, tornano di attualità con Benedetto e il suo recente richiamo.
L’aver inseguito verità deformate assunte come uniche e pure (lussuria,guadagno e potere), non ha reso l’Europa più protagonista della storia, nemmeno l’ha avvicinata ai sentimenti dei popoli, tantomeno siamo riusciti a dimostrarci più sicuri di una identità e certi nel confronto con le diverse culture,società ed economie. Dunque quell’’ora et labora’, richiamato domenica va ben oltre.La Ue, dalla quale dipendono l’80% delle leggi italiane, potrebbe percorrere la pericolosa china e asfissiante china di regolamentare la vita dei cittadini limitandone la libertà di espressione,come persone e in associazione.
C’è una pericolosissima ipotesi di ‘Direttiva’, per ora sospesa ma non bocciata, che prevederebbe addirittura l’obbligo di introdurre la sostanziale parità tra coppie omosex e famiglie, diritti uguali ma doveri esclusivi solo per famiglie.
Quando il tragico diventa ovvio, si dimentica il fondamentale legame di figliolanza tra quelle radici giudaico cristiane e i laicissimi diritti fondamentali della persona, della famiglia e della società.Diritto della persona è innanzitutto alla propria vita, dal concepimento fino alla morte naturale; della famiglia, nel rispetto della sussidiarietà, dell’evidenza naturale e delle tradizioni nazionali; della società, della trasparenza e libertà del mercato contro egoistici protezionismi.Relativismo (bene e male si equivalgono) e nichilismo (nulla vale) “vanificano ogni responsabilità di fronte al destino dell’uomo, rendendo grigia la nostra società”, come dice perfettamente il volantino della Compagnia delle Opere.
Da tutto ciò emerge, con grande forza il significato dell’invito di Benedetto XVI, a rilanciare le radici ‘giudaico cristiane’ , quell’’ora et labora’ non è per nulla una riaffermazione teorica, né di principi astratti. All’opposto, è la ripresa di una esperienza personale,comunitaria verso la concretezza di ogni singola persona, delle sue opere e, in fondo, l’unica vera ragione per coinvolgersi col voto europeo. L’unica vera fonte di energia da cui dipende il nostro futuro comune.

© Copyright Il Tempo, 27 maggio 2009 consultabile online anche qui.

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