giovedì 16 luglio 2009

Il Ccee: la Caritas in veritate di Benedetto XVI è un’«enciclica di teologia sociale» (Gambassi)


Vedi anche:

Rimpasto di Papa Ratzinger nel governo del Vaticano (Tornielli)

Per Paolo Prodi la "Caritas in veritate" manca di senso tragico: il mercato è conflitto (Burini)

L'annuncio del Vangelo e la vita dei popoli: Altro che palla al piede. È fattore di sviluppo (Lodovici)

La visita del Papa a Viterbo e a Bagnoregio del 6 settembre illustrata dal vescovo della città, Lorenzo Chiarinelli (Radio Vaticana)

La terza giornata del Papa a Les Combes (Apcom)

Grandi ritorni: Romano Amerio e le variazioni della Chiesa cattolica

Per il Papa la borsa con le "cose da fare" a Les Combes sembra piuttosto pesante. Il secondo volume del libro su Gesù in uscita a Pasqua? (Agi)

Il Papa? Né progressista né conservatore. Solo cristiano (Lucio Brunelli)

Una lettura storica del Concilio Ecumenico Vaticano II di Mons. Agostino Marchetto

Grandi ritorni. "Iota unum" e "Stat veritas" di Romano Amerio. Il collegamento con il pensiero del Papa (Magister)

Quando era la Santa Sede a escludere un vaticanista da un viaggio papale per una serie di articoli: il "caso" Del Rio (1985)

In libreria ""Vaticano II – Che cosa è andato storto?" di Ralph McInerny: la prefazione di Massimo Introvigne

Il Papa, lettura consigliata per i moderni delusi dalla modernità (Bruno Mastroianni)

LE VACANZE DEL PAPA IN VALLE D'AOSTA (13-29 LUGLIO 2009)

ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE": LO SPECIALE DEL BLOG

Ccee: prioritaria la ricerca del bene comune

DI GIACOMO GAMBASSI

Non una raccolta di soluzioni tecniche, ma la presentazione «ottimista e realista allo stesso tempo» di una «missione di verità da compiere»: la «conversione dello sviluppo e del modo di pensare l’uomo».
È stata definita un’«enciclica di teologia sociale» la Caritas in veritate di Benedetto XVI dai segretari generali delle 27 Conferenze episcopali d’Europa che hanno partecipato al loro 37° Incontro annuale svoltosi a Leopoli, in Ucraina, dal 9 luglio a lunedì scorso. Un appuntamento promosso dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) che si è aperto appena due giorni dopo la presentazione dell’enciclica di papa Ratzinger e che, quindi, ha visto entrare nella sua agenda anche un’analisi del documento. I segretari degli episcopati del continente hanno sottolineato la «chiarezza» del testo e il «tono aperto all’approfondimento».
Nella discussione avvenuta durante l’incontro in Ucraina è emerso che, nell’enciclica , Benedetto XVI «non esprime giudizi affrettati» ma «attua una vera e propria opera di discernimento dei mali e dei rischi di uno sviluppo incontrollato dell’economia». Di fatto la Caritas in veritate apre «un dibattito sul tema dello sviluppo sociale che in definitiva è dell’amore sociale», hanno evidenziato i segretari generali. Ecco perché da loro è giunto l’invito ad «avviare un processo di riflessione a livello locale» sul documento che è stato «affidato a tutti i cristiani e in particolare anche alle Conferenze episcopali in Europa e nel mondo». Compito di presentare l’enciclica ai partecipanti all’incontro è stato affidato al gesuita padre Hans Langendörfer, segretario generale della Conferenza episcopale tedesca (Dbk). Tre le priorità messe in luce da padre Langendörfer: la centralità dell’uomo, la dimensione sociale dell’economia e lo sviluppo nell’era della globalizzazione.
Illustrando la componente personalistica, il gesuita ha spiegato che, di fronte al mondo dell’economia e della politica che «parla volentieri di tecnica, di programma, di come salvare le banche o promuovere alcuni settori specifici», il Papa ribadisce che «l’orientamento centrale deve essere la ricerca del bene comune e lo sviluppo integrale della persona umana». Per questo economia e mercato hanno bisogno di «un’etica amica della persona». Sul fronte della dimensione sociale dell’economia, il segretario della Conferenza episcopale tedesca ha ricordato che «ogni uomo ha il diritto di partecipare al mondo del mercato e del lavoro». E questo è particolarmente importante in un tempo in cui si assiste a «una rivalutazione dei pubblici poteri dello Stato».
Da qui la necessità di «uno Stato aperto a una maggiore partecipazione della società civile». Un ruolo significativo può essere giocato dai sindacati che, ha affermato padre Langendöfer, sono chiamato a tutelare il welfare o i sistemi di previdenza, ma anche altre istanze sociali, come quelle della Chiesa. Perché, quando va fronteggiata una crisi economicofinanziaria come quella attuale, il mercato non può contare solo su se stesso ma «deve attingere energie morali da altri soggetti». Così l’economia diventa anche questione antropologica e lo sviluppo dei popoli non va disgiunto dal rispetto della vita, della libertà religiosa o della difesa dei diritti dei lavoratori. Terza priorità: il nuovo volto dello sviluppo. «Il Pontefice – ha detto il gesuita – ricorda come le cause del sottosviluppo non siano primariamente di ordine materiale ma da ricondurre nella volontà, nel pensiero e ancor più nella mancanza di fraternità».
Dall’enciclica arriva l’invito a ripensare lo sviluppo in termini globali e interdipendenti. In particolare l’economia europea non deve 'dimenticare' l’Africa, l’Asia e l’America latina. Soltanto in questo modo la globalizzazione diventa «uno strumento d’integrazione dei Paesi poveri».

© Copyright Avvenire, 15 luglio 2009

2 commenti:

Anonimo ha detto...

'giorno, Raffa
Non so se il precedente "lancio" mi è riuscito. Riposto :-))
Ti segnalo caritas in mercato. Zamagni, consigliere di B-XVI, replica Paolo Prodi e a Weigel
In quarta del Foglio

E mentre ci sono ti segnalo di Rodari il pezzo sull'inizio della visita apostolica ai Legionari di Cristo.

Alessia

Raffaella ha detto...

Grazie, Alessia :-))
Buona giornata a te.
R.