mercoledì 15 luglio 2009

Il Papa? Né progressista né conservatore. Solo cristiano (Lucio Brunelli)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo l'interessantissimo editoriale di Lucio Brunelli sulle reazioni all'enciclica del Papa.
Leggiamo e poi commentiamo
.
R.

Né progressista né conservatore
Solo cristiano


Lucio Brunelli

Ma insomma Benedetto XVI è un Papa conservatore o progressista?
Ritanna Armeni, giornalista rifondarola e donna intelligente, consiglia alla sinistra di leggere e sottolineare l'enciclica Caritas in veritate; poi commenta ammirata il brano in cui Ratzinger parla della «esperienza stupefacente del dono».
Piero Sansonetti, comunista, direttore dell'Altro, dopo avere lodato la parte «molto bella» della enciclica sui temi del lavoro, allarga le braccia: «Anche nei giardini del Vaticano c'è qualcosa di buono. Anche il Papa, talvolta, ha ragione».
E ancora, il quotidiano della ex Margherita, Europa, titola secco: «Il progressista Ratzinger», mentre il redivivo padre Boff si dice sorpreso per le aperture sociali del suo ex inquisitore e il Washington Post colloca Obama «alla destra del Papa» sulle questioni dell'economia.
Troppo facile e forse ingiusto, oggi, ricordare alla sinistra nostrana in crisi di identità che non si può bollare come inammissibili ingerenze clericali i pronunciamenti meno graditi della Chiesa (sui temi della famiglia e della bioetica, ad esempio) e invece eccitarsi quando dal Papa o dai vescovi arrivano parole più in sintonia con la propria cultura politica (le critiche al capitalismo, la dignità degli immigrati...).
Constatazione banalmente evidente. Il medesimo rilievo poi andrebbe fatto, rovesciato, anche per l'altra parte politica. Che mal sopporta gli affondi sociali di una Chiesa ritenuta alleata naturale, fino a ieri, quando con i Dico e il caso Englaro si trattava di mettere in difficoltà il fronte avverso. Ed ora, beh, se fosse un tantino più riservata...
Così va il mondo.
La Chiesa non è una regina che guarda dall'alto i suoi sudditi aspettandosi da essi solo riverenza. È il corpo di Cristo. Là dove anche un brandello del suo insegnamento, ovvero della sua Caritas, viene afferrato, non si ritrae in disparte infastidita. Alcuni cattolici più realisti del re teorizzano che l'odio del mondo verso la Chiesa sia l'indice più oggettivo della sua coerenza con il Vangelo. Sì, ma a patto di non confondere la coerenza con la saccenza. E di tenere a mente che Gesù andava incontro a tutti, abbracciava tutti, non si compiaceva dell'ostilità. E poi, se fosse vero l'apriori dei cattolici duri e puri, dovremmo dire che Papa Giovanni XXIII non fu un Papa evangelico perché era troppo amato da tutti?
Quindi, magari i progressisti seguissero davvero il consiglio della Armeni. Scoprirebbero che l'attenzione ai poveri e l'indignazione per l'ingiustizia è nel dna della tradizione cristiana. E l'enciclica del mite Ratzinger è in continuità con il magistero sociale dei grandi Papi del secolo scorso. Scoprirebbero che la Rerum novarum di Leone XIII fu definita «socialista» dal Corriere della sera nel 1891 e la Popolorum Progressio di Paolo VI venne derisa come «una minestra di marxismo riscaldato» dal Wall Street Journal nel 1967.
Magari i conservatori avessero poi davvero a cuore le sorti della famiglia e dei bambini non nati. Non solo a parole, ovviamente. Con provvedimenti utili e realisti, se non proprio con comportamenti esemplari.
Marcello Veneziani, uno dei pochi veri pensatori della destra, su Libero ha tentato di rispondere alla domanda di partenza: Ratzinger, infine, è progressista o conservatore? «Arrivo a dire - ha scritto Veneziani - che la Chiesa interpreta al suo livello il ruolo di una destra morale e civile e di una sinistra sociale ed economica.
Ruoli oggi non rappresentati nella vita pubblica». Secondo Veneziani l'accresciuto ruolo pubblico della Chiesa sarebbe un effetto collaterale del vuoto di idee e della scarsa credibilità delle principali correnti culturali e politiche. Per cui la Chiesa si trova quasi costretta a rappresentare e conciliare nel suo insegnamento le istanze più autentiche sia della destra (sui temi morali e civili) sia della sinistra (sulle questioni sociali). Ma anche questa forse è un'analisi troppo ideologica.
La Chiesa ha sempre svolto un ruolo di «autorità morale» nel mezzo dei conflitti e delle vicissitudini del proprio tempo. Ma non ha mai dimenticato il suo primo compito: fare i cristiani, o rifarli ex novo, quando essi sembrano una razza in via di estinzione. Anche perché le idee cristiane senza i cristiani non funzionano.

© Copyright Eco di Bergamo, 15 luglio 2009

Condivido l'editoriale di Brunelli.
Azzeccatissima la riflessione sul gioco al "tiro della tonaca" del Papa: applausi quando sembra che stia da una certa parte, pomodori e uova (virtuali) quando si permette di andare oltre il pensiero unico dell'una o dell'altra parte.
Atteggiamento ridicolo e un tantino infantile.
Spesso si dice che Benedetto XVI e' un conservatore (cioe' "di destra") sui temi etici e un progressista (cioe' "di sinistra") sulle tematiche sociali.
Tutto cio' dimostra che e' impossibile "ingabbiare" il Santo Padre nelle categorie della politica.
Sarebbe il caso di ricordarlo sempre e non solo quando fa comodo...
Il Papa e' una persona mite, buona, disposta al dialogo con tutti.
Tentarlo di tirarlo da una parte o dall'altra e' ingiusto e profondamente sbagliato.
Apprezzo molto l'editoriale di Brunelli anche per il richiamo alle fonti, un vero invito alla riflessione
.
R.

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