giovedì 13 novembre 2008

Eluana, dalla Cassazione via libera all'interruzione di alimentazione e idratazione. Mons. Fisichella: è un fatto gravissimo

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La Corte di Cassazione a sezioni unite ha dichiarato ieri inammissibile per difetto di legittimazione il ricorso sulla vicenda di Eluana Englaro, autorizzando così la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione della giovane donna in stato vegetativo da quasi 17 anni. Numerosi i commenti politici. Il servizio è di Giampiero Guadagni:

Si tratta di un fatto di una gravità assoluta, secondo il presidente della Pontificia accademia per la vita, mons. Rino Fisichella. Ascoltiamolo, nell’intervista di Francesca Sabatinelli:

E sul caso Englaro è intervenuta anche la Conferenza Episcopale Italiana. Mentre partecipiamo con delicato rispetto e profonda compassione alla sua dolorosa vicenda – si legge in un comunicato diffuso ieri – non possiamo fare a meno di richiamare alla loro responsabilità morale quanti si stanno adoperando per porre termine all’esistenza di Eluana. La convinzione – aggiungono i vescovi italiani - che l’alimentazione e l’idratazione non costituiscano una forma di accanimento terapeutico è stata più volte, anche di recente, resa manifesta dalla Chiesa e non può che essere riaffermata anche in questo tragico momento. In tale contesto – prosegue il comunicato - si fa più urgente riflettere sulla convenienza di una legge sulla fine della vita, dai contenuti inequivocabili nella salvaguardia della vita stessa, da elaborare con il più ampio consenso possibile da parte di tutti gli uomini di buona volontà.

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3 commenti:

euge ha detto...

Condivido l'opinione di Mons.Fisichella questo è un episodio gravissimo perchè a mio avviso rilega tutti coloro che si trovano nelle stesse condizioni di Eluana, al rischio di vedere terminata la loro esistenza, da coloro che non ne hanno nel il diritto ne tanto meno il potere.

Anonimo ha detto...

con l'anestesia ti possono fare un operazione a cuore aperto senza che tu provi dolore, e secondo voi non si può riuscire a far spegnere la povera eulana senza che soffra? ma in che mondo vivete?

Raffaella ha detto...

Mi risulta che i farmaci utilizzati per l'anestesia siano particolarmente potenti tanto da richiedere una sorta di "antidoto" nel post operatorio.
Non ha alcun senso anestetizzare Eluana per farla morire.
E' esattamente il caso descritto dal Prof. Dolce: "Così si finirà con il curarla per farla morire 'bene' ".
E siamo esattamente al punto piu' contraddittorio della sentenza di Milano: se la ragazza "soffre" o puo' soffrire, allora non e' gia' morta. In questo caso non ci sarebbe bisogno di aiutarla con delle "cure" apposite.
O sbaglio?
R.