martedì 25 novembre 2008

Il rabbino Di Segni dà ragione al Papa: «Fa chiarezza, impossibile il confronto sulla fede» (Calabrò)


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Dibattito

Di Segni dà ragione al Papa: «Fa chiarezza, impossibile il confronto sulla fede». Musulmani più cauti

Il rabbino capo con Ratzinger: dialogo solo tra le culture

M. Antonietta Calabrò

Il dialogo fra le religioni non è possibile «senza mettere fra parentesi la propria fede », e bisogna semmai parlare di «dialogo tra le culture» afferma Benedetto XVI nella lettera che fa da prefazione al nuovo libro di Marcello Pera,
Perché dobbiamo dirci cristiani (Mondadori) pubblicata ieri dal Corriere.
Gli ebrei, per bocca del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, sono d'accordo. Dubbi invece nel mondo dell'Islam. Per l'Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia), «bisogna approfondire».
«Non si strumentalizzino le parole del Pontefice», afferma invece il rappresentante della grande moschea di Roma Ahmad Giampiero Vincenzo.
«Credo che bisogna essere molto grati al Papa per questa precisazione e per la giusta chiarezza», dichiara Di Segni. «Ci sono dei limiti insuperabili di ciascuna fede che vanno rispettati. L'importante è avere chiaro che non si può dialogare a livello teologico — spiega — altrimenti si creano solo degli equivoci e anche una retorica controproducente e tanti nuovi ritualismi».
A questo proposito Di Segni ricorda quanto recentemente deciso dall'Assemblea dei rabbini italiani, il cui presidente, Giuseppe Laras, ha annunciato che il prossimo anno non ci sarà la giornata per il dialogo tra ebrei e cattolici del 17 gennaio. «Ecco, quella decisione va proprio nel senso che è necessaria una pausa di riflessione e che dobbiamo chiarirci in quale maniera si debba collaborare, ma sicuramente non sul piano teologico.
Anche la giornata comune era stata costruita con delle possibilità di equivoco». Di Segni precisa infine che «bisogna approfondire bene quello che vuole dire il Papa» e che « il nostro non è uno sbarramento, ma semmai cogliamo la palla al balzo per aprire una nuova porta». «Al di là di questo, è giusto invece il dialogo fra culture», secondo Di Segni: «Apparteniamo a mondi differenti, ma abbiamo responsabilità comuni, doveri comuni e anche interessi comuni »
Da parte sua, l'Ucoii sottolinea come «occorre precisare cosa il Papa intende dire con "dialogo interreligioso in senso stretto"». «Il dialogo fra credenti esiste — dice il portavoce Izzeddin Elzir — certamente non dialoghiamo sulle nostre fedi, perché ognuno crede in ciò che crede, ma dialoghiamo su come possiamo convivere insieme, ciascuno nella propria diversità». «Le parole del Pontefice devono essere ben interpretate, senza strumentalizzazioni da parte di chi mira allo scontro di civiltà e di religioni» ha dichiarato Ahmad Giampiero Vincenzo, presidente dell'Associazione intellettuali musulmani italiani, rappresentante della moschea di Roma e consulente tecnico per l'immigrazione della commissione Affari costituzionali del Senato. «Occorre — secondo Vincenzo — sempre più mettere in rilievo i principi che le religioni hanno in comune, a partire dalla fede nello stesso e unico Dio». Quindi, conclude, «il dialogo interreligioso è essenziale».

© Copyright Corriere della sera, 24 novembre 2008

Il Papa ha semplicemente ribadito quello che e' ed e' sempre stato il suo pensiero.
Egli, fin da cardinale, ha messo in guardia dai pericoli del sincretismo e del relativismo e la lettera-prefazione al libro del senatore Pera conferma la sua limpida e coraggiosa coerenza.
Siamo felici delle parole del rabbino capo di Roma, anche se ha richiamato la sospensione della giornata per il dialogo tra ebrei e cattolici che nulla c'entra con l'argomento trattato nella lettera del Papa.
Siamo ancora piu' contenti delle dichiazioni del rappresentante della grande moschea di Roma, secondo il quale «non si strumentalizzino le parole del Pontefice».
Sono importantissimi passi avanti a soli due anni dal discorso di Ratisbona che tanti, ma tanti, frutti sta portando nel dialogo onesto e sincero fra fedi diverse.
Ha ragione George Weigel: Papa Benedetto vuole andare al sodo!
Meno abbracci ecumenici e piu' schiettezza e confronto
.
R.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

concordo col tuo commento e aggiungo che forse, in questi anni, abbiamo ritenuto di avere fatto dei passi avanti nel dialogo interreligioso, quando in diversi casi si trattava di un processo di relativizzazione e "superficializzazione" del tema (perdona l'orribile avverbio). Il lavoro che sta facendo il Papa è molto più in profondità, verso l'essenza di ciascuna religione: perché se per "amore" del dialogo si inizia a relativizzare il discorso religioso, non solo si smarrisce il senso del proprio credo, ma si smarrisce il senso religioso stesso nel modo più deleterio e autodistruttivo. (vedi ad es. fatti recenti accaduti in Spagna) ch

euge ha detto...

Non posso che condividere i vostri commenti quello tuo Raffaella e quello di anonimo. Aggiungo anche che è da tempo che andiamo dicendo che il discorso di Ratisbona era un passo necessario per arrivare a questo tipo di dialogo; che non contepla uno sterile " lasciamo andare le cose come vanno purchè nessuno protesti " ma, un dialogo forte, schietto e coraggioso con basi solide e con meno inchini e sorrisi dalla doppia faccia.