martedì 4 novembre 2008

"Rivoluzione" in Vaticano: entra la meritocrazia (Galeazzi). Malumore fra i prelati rigoramente anonimi :-)


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UNA NUOVA CURIA

TAGLIO DEI MINISTERI

Alcuni potrebbero essere accorpati, diminuendo gli uffici e le «aree di improduttività»

Nuova strategia contro i fannulloni

Cartellino segnatempo C’è malumore tra i prelati contrari a un rigido controllo dell’orario

Effetto Brunetta in Vaticano

GIACOMO GALEAZZI

CITTA’ DEL VATICANO

Effetto Brunetta in Curia, negli uffici vaticani arriva il cartellino. Nei Sacri Palazzi si striscia la tessera magnetica in entrata e in uscita. Timbrano tutti con un «badge» elettronico blu: minutanti, capi ufficio, laici, ecclesiastici e religiose. Di tornelli, almeno per ora, non si parla. E dal primo gennaio saranno in funzione anche le schede di valutazione per misurare il rendimento e collegare le retribuzioni al merito.
In Vaticano, dunque, entra la meritocrazia e, in applicazione del nuovo regolamento, sono stati predisposti gli «orologi» e le schede di valutazione.
«Si è sparsa la voce, le cose buone viaggiano veloci - esulta il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta -. Il nostro sano riformismo è stato ripreso anche in Vaticano».
Le schede di valutazione, spiega il portavoce papale padre Federico Lombardi, «erano state richieste anche dall’Associazione dei dipendenti laici del Vaticano».
Il «segnatempo», invece, suscita malumori, specialmente tra le tonache. Il cartellino è un problema, infatti, per alcuni prelati che ritengono che un controllo troppo rigido dell’orario di lavoro, specialmente dei due ritorni pomeridiani a settimana, limiti la «necessaria flessibilità» e non si concili con le loro attività pastorali fuori del Vaticano. Alcuni monsignori obiettano che nel 1960 Giovanni XXIII abolì il «segnatempo» proprio perché non consono agli ecclesiastici.
Il cartellino versione 2008 è una scheda blu a banda magnetica voluta dai Servizi economici del Governatorato della Città del Vaticano che sostituisce tutte le tessere in uso nel piccolo Stato, da quelle per accedere ai distributori di benzina o allo spaccio, ai tesserini identificativi di alcuni uffici, tra i quali anche la Radio Vaticana. In un primo tempo si pensava di poterlo usare anche come documento di identità per quei dipendenti che sono anche cittadini vaticani, ma per ora si è dovuta abbandonare l’idea, per motivi tecnici. Sulla scheda di valutazione, in copertina, ci sono i dati identificativi del lavoratore, e all’interno quattro paragrafi (dedizione, professionalità, rendimento, correttezza). Per ognuna delle quattro voci si può barrare su «ottimo», «buono», «sufficiente» o «insufficiente». Le «classi di merito» aumenteranno le retribuzioni. Attualmente lo stipendio-base dei dipendenti vaticani va dai 1.300 euro del primo livello ai circa 2.300 euro del decimo livello, cui vanno aggiunti gli scatti di anzianità, le integrazioni e le indennità.

Ma sullo sfondo c’è una riforma più complessiva. Paolo VI, che ha creato cardinale Joseph Ratzinger, bollò la macchina d’Oltretevere come «una burocrazia pretenziosa e apatica, solo canonista e ritualista, una palestra di nascoste ambizioni e di sordi antagonismi».

E da tempo anche il segretario di Stato Tarcisio Bertone non fa mistero di voler riformare la Curia per renderla più snella e meno elefantiaca e ritiene che «a vent’anni dall’ultima riforma è opportuno valutare l’organizzazione dei dicasteri per riflettere su come rendere le strutture esistenti sempre più funzionali alla missione della Chiesa e poi decidere se tutto debba essere mantenuto». Altri dicasteri, come accaduto a quello dell’Immigrazione (finito in «Giustizia e Pace»), potrebbero essere accorpati, con la diminuzione di numero degli uffici curiali e delle «aree di improduttività».

Una volontà di sfrondamento, concretizzata nell’istruttoria anti-sprechi «top secret» consegnata a Benedetto XVI dal cardinale Attilio Nicora, giurista e amministratore del patrimonio vaticano.

E’ stato Benedetto XVI a dare mandato al cardinale Bertone di introdurre criteri di maggiore efficienza e premi alla produzione per i dipendenti, come già sperimentato all’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica (Apsa), il braccio economico della Curia. La nuova «tessera unica» grazie a un microchip assomma le funzioni di segnatempo e parcometro consentendo anche l’accesso al nuovo parcheggio «Santa Rosa» e l’uscita direttamente su piazza Risorgimento. E, democraticamente, unirà dipendenti laici e prelati. Ma in Segreteria di Stato, la «stanza dei bottoni» d’Oltretevere, niente cartellino.

© Copyright La Stampa, 3 novembre 2008 consultabile online anche qui.

Malumore fra i prelati? Ohoooh! :-)
Se veramente i monsignori hanno "esigenze pastorali" potranno farlo presente senza alcun problema.
Benedetto XVI si mostra sempre molto disponibile con i sacerdoti ligi al proprio dovere e impegnati nell'aiuto ai fedeli.
Dubito che si mostri altrettanto aperto verso chi si lamenta con i media esigendo, ovviamente, l'anonimato (sentito al Tg2 di ieri sera) e "bivacca" negli uffici.
Forza e coraggio, quindi
:-)
R.

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