martedì 28 aprile 2009
Carezze ai bambini e strette di mano. Il Papa a Onna rompe il protocollo (Martirano)
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Non e' la prima ma l'ennesima volta che chi conosce Benedetto XVI lo vede rompere il protocollo durante un incontro con i fedeli.
Ormai non ci stupiamo piu' dello stupore dei commentatori :-)
R.
BENEDETTO xvi NEL PIAZZALE DELLA TENDOPOLI
Carezze ai bambini e strette di mano
Il Papa a Onna rompe il protocollo
Il "dietro le quinte" della visita del Pontefice nel paese simbolo del terremoto del 6 aprile in Abruzzo
dal nostro inviato
Dino Martirano
L'AQUILA
Quando è sceso dalla Mercedes nera targata "SCV 1" lo ha accolto un grande silenzio ma il Papa, una volta messo piede sulla ghiaia della tendopoli di Onna, ha subito rotto il protocollo. Ha percorso a piedi i pochi metri che lo separavano dalla "ludoteca", davanti alla quale era stata piazzata una piccola pedana, e ha intravisto tre bambini tenuti in braccio dai genitori. Più di una carezza a ciascuno di loro: così Azzurra (20 mesi), Serena (21) e il piccolissimo Simone - l'ultimo nato in paese - un giorno potranno raccontare di essere stati baciati dal Pontefice prima di tutti gli altri nel paese più martoriato dal terremoto del 6 aprile (250 abitanti, 41 morti). Tutti insieme attendevano da giorni questa visita come in tempi normali si aspetta il Natale. E alla fine, infatti, Benedetto XVI ha lasciato Onna, salutato da un lungo applauso scandito da grida come «Viva il Papa», «Viva il Papa».
È andata così la visita privata del Pontefice nel paese simbolo della tragedia abruzzese: avrebbe dovuto essere un Papa "dietro le quinte", almeno qui ad Onna, invece alla fine la Protezione Civile ha deciso di spostare l'incontro: dal tendone del ministero dell'Interno al piazzale della tendopoli, perché tra le nuove cariche di pioggia era uscito un timido raggio di sole.
Il Papa ha subito reso la sua visita informale. Le postazioni stabilite dal protocollo vaticano per le autorità presenti - il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, l'arcivescovo dell'Aquila, Giuseppe Molinari, e il numero uno della Protezione Civile, Guido Bertolaso - sono saltate, consentendo al Pontefice di trovare subito il contatto fisico con gli abitanti di Onna. Tra la piccola folla, Benedetto XVI ha poi riconosciuto un volto noto: «Io la vedo sempre in televisione, anche lei è qui...», ha detto al giornalista Bruno Vespa che attendeva insieme agli altri davanti alle tende. Vespa ha risposto semplicemente che anche lui è un abruzzese e ha quindi baciato la mano al Pontefice..
Il parroco di Onna, don Cesare Cardozo, ha fatto da guida al Papa presentandogli, prima delle altre, le famiglie che in paese hanno avuto un lutto a causa del terremoto. Il giornalista del "Centro" Giustino Parisse, che ha perso due figli e il padre, suo fratello Renzo e altri famigliari si sono soffermati a lungo con il Pontefice. Poi è toccato ad altri: Umberto Popoli, Anna Maria e la nipote Pina, tre suorine dell'ordine della Presentazione di Maria Santissima (Maria Lilia, Enrica e Igina), Anita Castelli e Rodolfo Foresta, e, via via, mezzo paese: «Ho rotto ogni indugio e l'ho abbracciato e baciato», racconta Renzo Parisse.
Ma c'è anche chi non ce l'ha fatta raggiungere il piazzale per stringere le mani del Papa: «La signora Anna Maria è rimasta in tenda a causa del brutto tempo», hanno detto le suore che fino al 6 aprile gestivano una scuola dell’infanzia ad Onna. E tra gli abitanti del paese non tutti si sono dimostrati entusiasti della visita papale: «Anche lui è venuto e se ne è andato» ha detto Fernando Bonanni. Che ha aggiunto: «Questa è la vita».
Il Papa ha letto un testo scritto dal quale ha dovuto cancellare una frase – "venendo qui ho sorvolato questa valle in elicottero…" perché a causa della cattive condizioni meteo il suo trasferimento da Roma all’Aquila è avvenuto in automobile.
Ma quel che più conta è stato il tono dell’intervento del Pontefice: «Ora sono qui tra voi, vorrei abbracciarvi con affetto uno ad uno. La Chiesa è tutta qui con me, accanto alle vostre sofferenze, partecipe del vostro dolore, per la perdita di familiari ed amici, desiderosa di aiutarvi nel ricostruire, case, chiese, aziende crollate o gravemente danneggiate dal sisma». Poi, fuori dal testo ufficiale, è arrivata la frase che più ha fatto piacere ai cittadini di Onna: «Attendiamo di vedere rinascere questa vostra terra che deve tornare ad ornarsi di case e di chiese belle e solide».
Finita la visita – quando Benedetto XVI è salito a bordo di un Suv della Protezione civile condotto da Guido Bertolaso che lo ha portato fin davanti la chiesta puntellata del paese, la signora Grazia Bonomo si è commossa: «Il Papa è sceso in strada con noi». E di seguito, Carmela De Felice: «È stata la visita più gradita che abbiamo avuto qui ad Onna. Perché senza le telecamere e i giornalisti che spingevano siamo riusciti a scambiare qualche parola con il Pontefice. E lui ci ha dato quel calore umano, quell’attenzione, quell’affetto di cui abbiamo ancora bisogno. Oggi è stata proprio una bella giornata….». A nome di tutti i paesani, don Cesare Cardozo ha voluto aggiungere: «È stato un incontro spontaneo, non formale…Con le sue parole il Papa ci ha incoraggiati nella fede e quindi nella vita. Si davvero calato nella realtà del terremoto e più che le sue parole mi hanno colpito i suoi gesti, il suo contatto fisico con queste persone che soffrono».
Un ringraziamento, infine, è andato anche ai volontari della Protezione civile del Lazio che tra mille difficoltà stanno cercando di alleviare i disagi di chi è costretto a vivere sotto le tende. A molti di loro, e in particolare al capo campo Franco Albanesi, ha stretto la mano il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Anche lui abruzzese.
© Copyright Corriere della sera, 28 aprile 2009 consultabile online anche qui.
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1 commento:
Carezze ai bambini e strette di mano
Il Papa a Onna rompe il protocollo
Sono sicura che se potesse farlo Benedetto XVI romperebbe sempre il protocollo!
Tutto ciò che falsamente è stato scritto della sua presunta freddezzza e distacco verso il contatto con la gente, è servito e serve ancora a molti, come mezzo denigratorio verso il Pontefice. Evidentemente, pochi hanno compreso, o forse per loro comodo non hanno voluto comprendere, che ogni persona ha un suo carattere ed un modo diverso di porsi con le persone ed io dico per fortuna altrimenti saremmo tutti uguali: In quattro anni di Pontificato, abbiamo imparato a conoscere Benedetto XVI come un uomo si fermo e determinato ma, capace di una dolcezza e tenerezza senza fine. Purtroppo, per molti contano soltanto i pregiudizi, i luoghi comuni e le apparenze...... del resto, il mondo che viviamo oggi da risalto soltanto alle apparenze il resto non conta.
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