lunedì 25 maggio 2009

Il Papa ai Vespri a Montecassino: l’Europa valorizzi il suo patrimonio di ideali cristiani. Al cimitero polacco prega per la pace nel mondo (R.V.)


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Il Papa ai Vespri a Montecassino: l’Europa valorizzi il suo patrimonio di ideali cristiani. Al cimitero polacco prega per la pace nel mondo

Il richiamo alle radici cristiane dell’Europa e la vibrante invocazione per la pace nel mondo hanno caratterizzato gli ultimi due momenti della visita pastorale di Benedetto XVI nella diocesi di Montecassino.
Ieri pomeriggio, il Papa ha celebrato i Vespri nella Basilica dell’Abbazia fondata da San Benedetto alla presenza degli abati e delle badesse di tutto il mondo.
Quindi, prima di far ritorno a Roma, si è raccolto in preghiera nel vicino cimitero polacco, in occasione del 65.mo anniversario della Battaglia di Montecassino. Il servizio del nostro inviato Alessandro Gisotti:


Tornare in un luogo dove si sono trascorsi “momenti indimenticabili di quiete e di preghiera”, tornare in un luogo che la violenza della guerra non è riuscita a cancellare e nel quale, oggi come quindici secoli fa, risuona l’esortazione costante a ricercare Dio. Accompagnato dal canto delle Laudes regiae, Benedetto XVI ha fatto ingresso, ancora una volta ma la prima da Pontefice, nella Basilica abbaziale dove riposano le spoglie di San Benedetto. Un “maestro di civiltà”, lo ha definito il Papa, che “tenne sempre ben presenti” le necessità e le ragioni del cuore e che suscitò una “fraternità autentica e costante” impegnata a costruire la pace:

“Non a caso è la parola Pax ad accogliere i pellegrini e i visitatori alle porte di questa Abbazia, ricostruita dopo l’immane disastro del secondo conflitto mondiale; essa si eleva come silenzioso monito a rigettare ogni forma di violenza per costruire la pace: nelle famiglie, nelle comunità, tra i popoli e nell’intera umanità. San Benedetto invita ogni persona che sale su questo Monte a cercare la pace e a seguirla”.

“Succisa virescit”: il Papa ha ricordato le parole incise nello stemma dell’abbazia che ne sintetizzano la storia: “Montecassino, come secolare quercia piantata da San Benedetto, è stata sfrondata dalla violenza della guerra, ma è risorta più vigorosa”. Il Santo Padre ha, quindi, ricordato il programma che San Benedetto ha lasciato ai suoi monaci: “Nulla anteporre all’amore di Cristo”. Ed ha aggiunto: “L’essere umano non realizza appieno sé stesso, non può essere veramente felice senza Dio”:

“Non vivere più per se stessi, ma per Cristo: ecco ciò che dà senso pieno alla vita di chi si lascia conquistare da Lui. Lo manifesta chiaramente la vicenda umana e spirituale di san Benedetto, che, abbandonato tutto, si pose alla fedele sequela di Gesù. Incarnando nella propria esistenza il Vangelo, è diventato iniziatore d’un vasto movimento di rinascita spirituale e culturale in Occidente”.

Quindi, ha rivolto il pensiero ai monasteri benedettini che, ha osservato, nel corso dei secoli sono diventati “fervidi centri di dialogo, di incontro e di benefica fusione tra genti diverse, unificate dalla cultura evangelica della pace”. Ha poi sottolineato che grazie all’impegno quotidiano della preghiera, dello studio e del lavoro portato avanti dai monasteri, interi popoli europei “hanno conosciuto un autentico riscatto e un benefico sviluppo morale, spirituale e culturale”:

“Preghiamo perché l’Europa sappia sempre valorizzare questo patrimonio di principi e di ideali cristiani che costituisce un’immensa ricchezza culturale e spirituale”.

Da questo luogo, ha concluso, “il Santo Patrono d’Europa continua ad invitare tutti a proseguire la sua opera di evangelizzazione e di promozione” umana.

A conclusione della celebrazione dei Vespri, il Papa si è soffermato a lungo in preghiera davanti alla tomba di San Benedetto e Santa Scolastica ed ha firmato il rogito della venerazione delle reliquie. Un momento di grande intensità, come particolarmente toccante è stato l’ultimo evento della visita pastorale a Montecassino. Il Papa si è recato al cimitero militare polacco, dove riposano oltre mille soldati caduti nella battaglia per espugnare l’altura di Montecassino occupata dalle truppe tedesche. Qui, davanti ad una distesa di croci bianche, immagine eloquente della tragedia vissuta in questa terra 65 anni fa, il Papa ha pregato per i caduti di ogni nazione ed ha levato un’invocazione al Signore, affinché l’umanità non debba più soffrire a causa di guerre fratricide:

"Donaci il tuo Spirito Paraclito perché uomini del nostro tempo, possano comprendere che il dono della pace è molto più prezioso di qualsiasi tesoro corruttibile, e che nell’attesa del giorno senza tramonto tutti siamo chiamati a essere costruttori di pace per il domani dei Tuoi figli".

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