giovedì 16 luglio 2009
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ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE": LO SPECIALE DEL BLOG
enciclica
«Ricetta vincente per l’umanità globalizzata»
DA ROMA GIANNI SANTAMARIA
Perché non pensare a un’Organizzazione mondiale delle migrazioni sul modello del Wto, dato che è «pura utopia » pensare di risolvere il fenomeno con le leggi nazionali? Ovvero a un Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per le questioni economico sociali, visto che le speculazioni sui generi di prima necessità non fanno meno morti delle guerre, di cui si occupa l’organismo Onu che già c’è?
L’economista Stefano Zamagni ha provato a declinare nel concreto alcune delle suggestioni dell’enciclica Caritas in veritate.
In particolare quelle, che tanto hanno fatto discutere, sulla necessità di un’autorità politica glo- bale che sia caratterizzata, però da sussidiarietà e poliarchia.
L’emergere di nuovi Paesi, che «sta mutando gli equilibri geopolitici », aprendo una caccia alle risorse e creando «nuove forme di colonialismo» – gli ha fatto eco l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio Iustitia et Pax – rende «impellente il problema delle governance internazionale».
In questo senso il nuovo testo di Dottrina sociale si caratterizza come la «Rerum Novarum della famiglia umana globalizzata».
I due esperti del Papa – uno economista l’altro pastore – sono intervenuti ieri presso la sede dei gruppi parlamentari alla Camera del Pd su invito dell’associazione Per (Persone e reti), presieduta dal deputato Luigi Bobba, già presidente Acli. E numerose erano in sala le personalità dell’associazionismo – dall’attuale numero uno del sodalizio cristiano dei lavoratori Andrea Olivero a Luigi Marino di Confcooperative – e della politica. Dal senatore a vita Giulio Andreotti al segretario del Pd Dario Franceschini, passando per i teodem Paola Binetti e Marco Calgaro, il cristiano-sociale Mimmo Lucà e l’udc Savino Pezzotta.
Insomma, una bella fetta del mondo legato al lavoro, all’economia, a tutto il settore delle cooperative e dell’impresa sociale. Chi opera non avendo come fine la massimizzazione del profitto, è sbottato a un certo punto Zamagni, ha tutto il diritto a essere definito imprenditore. «C’è chi non capisce. Magari si professa liberal, ma è un dogmatico», attacca il presidente dell’agenzia per le onlus. La strada è ancora lunga per far passare concetti di ampio respiro che fanno da filo rosso all’enciclica sociale. Legati a parole come sviluppo (etimologicamente eliminazione dei vincoli, quindi libertà), necessità di un nuovo mercato (più «civile » e meno «darwiniano»), che non sia solo capitalistico. In nome della pluralità dei soggetti, e non della demonizzazione del capitale. Infine, due assi portanti del testo sono l’idea di «società fraterna» e di «etica delle virtù».
Le ha sottolineate Bobba in apertura portando alcuni spunti che «interpellano» chi lavora in politica. Come la visione dello sviluppo inteso come crescita materiale, ma anche spirituale. O l’«intimo legame tra questione sociale e questione antropologica ». Tema ripreso da Crepaldi, che ha messo in guardia dallo strapotere sulla vita esercitato dalla tecnica. Essa si è fatta ideologia e opera attraverso un «riduzionismo delle possibilità conoscitive della ragione», su cui Benedetto XVI non si stanca di tornare. Tra le novità dello scenario mondiale dal 1991, data dell’ultima enciclica sociale, la Centesimus Annus , Crepaldi, mette anche il ritorno delle religioni e, con loro, per contrapposizione, di «un laicismo militante e a volte esasperato». Una frecciata l’arcivescovo – in partenza dal Vaticano alla sede di Trieste – l’ha riservata infine alle «ricostruzioni giornalistiche deliranti », secondo le quali l’enciclica avrebbe avuto una gestazione troppo lunga. Andando a ricercare nell’archivio segreto, infatti, Crepaldi ha trovato documenti preparatori della Centesimus annus datati 1985.
Quindi il processo fino al testo definitivo durò sei anni, mentre – sempre secondo Crepaldi per la Sollicitudo rei socialis ce ne vollero ben sette. A confronto il testo di Ratzinger ha stabilito un «record di velocità».
© Copyright Avvenire, 16 luglio 2009
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