domenica 12 luglio 2009
Il Papa a Obama: pregherò per Lei (Bobbio)
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Su segnalazione di Elisabetta leggiamo:
Il Papa a Obama: pregherò per lei
Al centro i temi etici. L'impegno del capo della Casa Bianca a ridurre la piaga dell'aborto
Alberto Bobbio
Città del Vaticano
«Pregherò per lei». Il Papa saluta Barack Obama che esce dalla biblioteca privata di Benedetto XVI, dopo 35 minuti di colloquio, dopo le presentazioni dei membri del suo staff e dopo lo scambio dei doni.
Obama è emozionato, come lo è la moglie Michelle. Ma anche Joseph Ratzinger non nasconde la sua emozione di fronte al giovane presidente americano, che ha quasi la metà dei suoi anni. Sorridono. I microfoni delle telecamere catturano le frasi fuori dal protocollo.
Al Papa piace il nuovo inquilino delle Casa Bianca. Così, prima di lasciarlo sul corridoio che porta alla scala regia e giù al cortile di San Damaso, aggiunge: «Benedirò il suo lavoro». Obama lo guarda e risponde: «Le sono molto grato. Spero che i nostri rapporti siano fruttuosi, una relazione molto forte».
Il presidente americano arriva in Vaticano al termine del G8 e prima di volare in Ghana.
L'agenda, preparata dalla Santa Sede e dai diplomatici Usa, è fitta: argomenti internazionali e questioni morali. E soprattutto la questione cruciale della bioetica, dall'aborto agli embrioni e alla ricerca sulla nuove frontiere della vita, al dibattito infinito che negli Usa va avanti su «pro-choise» e «pro-life» e che divide la società, ma anche la Chiesa. Insomma il grande tema della vita, che intreccia le scelte politiche della riforma sanitaria dei democratici di Barack, ma anche la politica della famiglia e la questione dell'immigrazione, con i problemi del ricongiungimento familiare per molti lavoratori stranieri, che provengono soprattutto dall'America centrale e latina.
Ci sono cose sulle quali la sintonia tra la nuova amministrazione americana e il pontificato di Joseph Ratzinger è totale e altri dove vi è qualche attrito, come ha segnalato più volte negli ultimi mesi la Conferenza episcopale americana. Così nel colloquio di 35 minuti in inglese Ratzinger e Obama li affrontano tutti. Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, al termine del colloquio, ai giornalisti riferisce che «sarebbe stato ambiguo nascondere i problemi e non affrontare il tema della vita, che è cruciale anche nelle pagine dell'ultima enciclica del Papa». Poi aggiunge: «Per la Santa Sede ogni tema ha la stessa importanza».
Nel comunicato ufficiale del Vaticano si parla di «questioni che sono nell'interesse di tutti e costituiscono la grande sfida per il futuro di ogni nazione e per il vero progresso dei popoli, quali la difesa e la promozione della vita e il diritto all'obiezione di coscienza». Il Papa per rafforzare e per spiegare compiutamente a Barack Obama qual è la posta in gioco ha regalato al presidente americano una copia in inglese della Istruzione della Congregazione della dottrina delle Fede, pubblicata l'anno scorso e intitolata «Dignitas personae», che contiene la riflessione della Chiesa cattolica suoi principali e controversi temi della bioetica, oltre che una copia, con dedica personale, dell'enciclica «Caritas in veritate».
Quando Benedetto XVI l'ha presentata a Obama spiegandogli di cosa si trattava, il presidente ha risposto: «Già, è quello di cui abbiamo discusso prima. Li leggerò entrambi in aereo questa sera». Padre Lombardi, dopo il colloquio tra i due leader, ha parlato con il Papa ed è venuto a riferire le sue parole ai giornalisti: «Il Papa è rimasto bene impressionato dal carisma del presidente Obama, dal suo tratto amichevole, gentile e rispettoso. Il presidente ha riaffermato il suo impegno a ridurre la piaga dell'aborto e ha dimostrato personale attenzione e impegno a considerare le posizioni della Chiesa, comprese quelle di carattere morale, dal punto di vista della sua responsabilità politica».
Obama più volte, anche durante la campagna elettorale, aveva definito l'aborto un grave problema, da affrontare con politiche più decise a favore della famiglia.
Anche l'accenno all'obiezione di coscienza, contenuta nel comunicato vaticano, è di estrema importanza, perché era prevista per i medici durante la presidenza Bush, ma sembra sparita dalla nuova riforma sanitaria di Barack, anche se il presidente ha più volte assicurato, e lo fatto anche ieri al Papa, di mantenerla nel testo del nuovo governo americano.
Obama con il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, che ha incontrato per 20 minuti prima del Papa e poi anche con Benedetto XVI, ha affrontato inoltre temi internazionali legati pure alla crisi economica. Il comunicato vaticano parla di «convergenze» sul Medio Oriente, dove le posizioni del Papa e di Obama combaciano perfettamente con la richiesta di due Stati e dell'arresto effettivo degli insediamenti di Israele nei territori palestinesi. Obama, nello scambio di battute in inglese con il Papa prima dell'inizio del colloquio, ha parlato di risultati «molto produttivi e concreti» nel G8 e ha riferito al Papa dei «venti miliardi di dollari stanziati per l'Africa».
© Copyright Eco di Bergamo, 11 luglio 2009
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