domenica 12 luglio 2009

Finalmente libero Eugenio Vagni: la gioia dell'Italia e della Santa Sede


Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

VAGNI: SODDISFAZIONE S. SEDE, PAPA AVEVA LANCIATO APPELLI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 lug.

E' stata appresa ''con particolare soddisfazione'' in Vaticano la notizia della liberazione di Eugenio Vagni, il delegato della Croce Rossa internazionale rapito a gennaio da ribelli musulmani nelle Filippine.
''Il 30 marzo - ricorda il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi - un appello era stato lanciato da Papa Benedetto XVI per il rilascio e alle autorita' per una soluzione pacifica della vicenda.
E il 24 giugno c'era stato un nuovo appello del Papa per la liberta' di Vagni e di 'tutte le persone sequestrate in zone di conflitto'''.
''Anche oggi - aggiunge padre Lombardi - il nostro pensiero va a tutti coloro che restano nelle mani dei rapitori in diversi Paese, mentre formuliamo l'auspicio che simili inaccettabili violenze non si ripetano piu'''.

© Copyright (AGI)

Filippine, liberato Eugenio Vagni

Rilasciato l'operatore della Croce Rossa rapito sei mesi fa. Il 60enne toscano chiama la moglie:«Sto bene»

MILANO

Dopo sei lunghi mesi di prigionia, Eugenio Vagni è libero. Ad annunciarlo, sabato poco prima delle venti, è stato il ministro degli Esteri Franco Frattini. L'operatore italiano della Croce Rossa Internazionale era stato rapito il 15 gennaio scorso sull'isola di Jolo, nelle Filippine da un gruppo di guerriglieri islamici. Il sessantenne originario di Montevarchi, ostaggio per sei mesi dei ribelli di Abu Sayyaf, sta bene, hanno riferito fonti italiane a Manila, e ha potuto chiamare la moglie filippina Khwanruean Phungket che vive ad Arezzo, ma che da un mese è tornata nel Paese asiatico insieme ai due figli per seguire da vicino le ricerche del marito. Al telefono, il volontario ha detto di sentirsi bene. «Aveva una voce sicura e che non mostrava segni di sofferenza» hanno spiegato le fonti a Manila. Nelle primissime immagini diffuse dall'agenzia Reuters poco dopo la sua liberazione, Vagni, che soffre di ipertensione ed ernia, è apparso però stanco e visibilmente dimagrito. In serata è stato trasferito in un ospedale di Zamboanga per una serie di controlli medici.

«NO RISCATTO» - Subito dopo il rilascio, salutato con grande soddisfazione dal Papa, dal capo dello Stato Napolitano e dai presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani, l'operatore della Croce Rossa era stato portato in una caserma dei marines filippini da un politico locale che ha mediato con i guerriglieri. Il capo della Croce Rossa delle Filippine, Richard Gordonha precisato che non è stato pagato alcun riscatto. «Sono raggiante, finalmente la sua odissea è finita». Secondo i media filippini, la liberazione sarebbe arrivata dopo che i militari hanno accettato di liberare due mogli e i figli di un alto dirigente del gruppo ribelle islamico di Abu Sayyaf nell'isola di Jolo, che erano stati arrestati martedì scorso.

«NESSUN BLITZ» - Il ministro Frattini ha espresso profonda soddisfazione per il rilascio del connazionale. «Ho fatto presente al ministro degli Interni delle Filippine che ritenevamo pericoloso in quelle condizioni effettuare un blitz che non c'è stato neanche per la liberazione degli altri ostaggi» ha detto Frattini intervistato dal Tg1. Il ministro degli Esteri ha spiegato inoltre che nei confronti dei sequestratori «è prevalso un messaggio» che li ha fatti sentire «isolati». Frattini ha anche riferito che durante la prigionia Vagni «è stato spostato più volte». Profonda gratitudine è stata espressa dal ministro nei confronti delle autorità filippine per il loro operato.

«È LA FINE DI UN INCUBO» - Montevarchi ha salutato la liberazione di Eugenio Vagni con il suono delle campane a festa. «Accogliamo la notizia piangendo, è la fine di un incubo» ha detto Francesco Vagni, il fratello del volontario rapito nelle Filippine. «L'ultima volta che ho sentito mio fratello - ha aggiunto con la voce rotta dall'emozione - è stato il 26 giugno, e non era in buone condizioni di salute», a causa dell'ernia cui soffre l'operatore umanitario, che sarebbe peggiorata durante la prigionia. La famiglia Vagni risiede a Montevarchi. In questi mesi Francesco e Romeo hanno vissuto con angoscia la sorte di Eugenio, insieme alla moglie del rapito, la signora Kwan, e alla loro figlioletta di 2 anni.

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