lunedì 6 luglio 2009
Il Papa scrive ai Grandi della Terra: «Creare posti di lavoro per tutti» (Vecchi)
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Il Papa scrive ai Grandi della Terra: «Creare posti di lavoro per tutti»
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Gian Guido Vecchi
CITTÀ DEL VATICANO
Poiché «l’attuale crisi economica mondiale comporta la minaccia della cancellazione o della drastica riduzione dei piani di aiuto internazionale, specialmente in favore dell’Africa e degli altri Paesi economicamente meno sviluppati», Benedetto XVI rivolge un appello ai leader del G8 «e a tutti i governi del mondo» a «mantenere» e anzi «potenziare» gli aiuti allo sviluppo e a «investire sull’uomo »: e questo «non solo 'nonostante' la crisi», ma proprio perché la cosiddetta risorsa umana «è una delle principali vie di soluzione» alla crisi stessa: «Non è infatti investendo sull’uomo — su tutti gli uomini e le donne della Terra — che si potrà riuscire ad allontanare in modo efficace le preoccupanti prospettive di recessione mondiale?».
Il Papa ha scritto ieri una lettera a Silvio Berlusconi in quanto premier del Paese che da mercoledì ospiterà la riunione dei Grandi all’Aquila, «una scelta quanto mai significativa» perché «siamo stati tutti testimoni della generosa solidarietà del popolo italiano e di altre nazioni, di organismi nazionali ed internazionali». La stessa «mobilitazione» che il pontefice chiede al mondo per «affrontare uniti le attuali sfide che pongono improrogabilmente l’umanità di fronte a scelte decisive per il destino stesso dell’uomo, intimamente connesso con quello del creato».
Come ricorda egli stesso, sono temi affrontati nell’enciclica Caritas in veritate che sarà presentata martedì.
L’economia ha bisogno di un’etica dell’uomo e di una governance mondiale della globalizzazione coerente con i principi di sussidiarietà e solidarietà. Siamo una sola famiglia. Per questo, nella lettera, il Papa parla di un mondo «interconnesso e interdipendente », dalla crisi ai «dati preoccupanti del fenomeno dei cambiamenti climatici».
Bisogna «'convertire' il modello di sviluppo globale, rendendolo capace di promuovere uno sviluppo umano integrale, ispirato ai valori della solidarietà umana e della carità nella verità ». È quindi «doveroso riformare l’architettura finanziaria internazionale per assicurare il coordinamento efficace delle politiche nazionali, evitando la speculazione creditizia e garantendo un’ampia disponibilità internazionale di credito pubblico e privato al servizio della produzione e del lavoro, specialmente nei Paesi e nelle regioni più disagiati».
Ancora, «appare importante rafforzare il multilateralismo», non solo per l’economia ma anche per «la pace, la sicurezza mondiale, il disarmo, la salute, la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali».
Certo «l’allargamento del G8 ad altre regioni» è un progresso «significativo » e tuttavia «bisogna tenere in attenta considerazione tutte le istanze, non solo quelle dei Paesi più importanti».
Benedetto XVI lancia una proposta concreta: «Si ascolti la voce dell’Africa e dei Paesi meno sviluppati economicamente! Si ricerchino modi efficaci per collegare le decisioni dei vari raggruppamenti dei Paesi, compreso il G8, all’Assemblea delle Nazioni Unite».
Il Papa richiama l’obiettivo di sconfiggere la povertà estrema e garantire a tutti un’educazione entro il 2015. Ma ciò dipende dagli Stati più avanzati e dalla loro «piena assunzione delle responsabilità solidali nei confronti di tutta l’umanità». Al centro è sempre l’uomo. «La misura dell’efficacia tecnica dei provvedimenti da adottare per uscire dalla crisi coincide con la misura della sua valenza etica». Il che, scrive, significa considerare «le concrete esigenze umane e familiari: mi riferisco, ad esempio, all’effettiva creazione di posti di lavoro per tutti, che consentano ai lavoratori e alle lavoratrici di provvedere in maniera degna ai bisogni della famiglia».
© Copyright Corriere della sera, 5 luglio 2009
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