domenica 5 luglio 2009

Benedetto XVI scrive al premier: “Misure anti crisi che abbiano una valenza etica” (Galeazzi)


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Il Papa: aumentate gli aiuti ai Paesi poveri

Benedetto XVI scrive al premier: “Misure anti crisi che abbiano una valenza etica”

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO

Gli aiuti ai paesi poveri vanno aumentati e non ridotti». In vista del G8, Benedetto XVI scrive a Silvio Berlusconi per chiedere «posti di lavoro per tutti» e «provvedimenti anti-crisi che abbiano valenza etica».
Il monito papale amplifica il «J’accuse» appena rivolto al governo italiano dal presidente della Caritas mondiale, il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga che addebita all’Italia «di aver diminuito il suo aiuto estero ai paesi più poveri del mondo del 56% nel 2009».
E cioè, «la percentuale più bassa da 20 anni, lo 0,09% del Pil nonostante le promesse dello 0,7%».
Il Pontefice «benedice» la scelta («quanto mai significativa») del governo di organizzare il vertice all’Aquila «colpita dal sisma» e agli otto grandi raccomanda di «riformare l’architettura finanziaria del mondo affinché la ricchezza giunga anche ai paesi poveri». L’«agenda della speranza» indicata dal Papa ruota attorno all’accorato appello ad ascoltare «la voce dell’Africa e delle nazioni meno sviluppate». Un miliardo di uomini soffre la fame e attende dai G8 passi concreti per ritrovare un futuro dignitoso.
Il Papa, perciò, «auspica che ogni energia creativa venga impiegata per assolvere gli impegni assunti al vertice Onu sull’eliminazione della povertà estrema entro il 2015».
Nella puntigliosa analisi inviata ai G8, il Pontefice segnala «l’urgenza di un equo sistema commerciale internazionale ispirato a principi etici», a partire dall’«effettiva creazione di posti di lavoro per tutti che consentano ai lavoratori di provvedere in maniera degna ai bisogni della famiglia e di assolvere alla primaria responsabilità di educare i figli».
Persuaso che la scolarizzazione sia «condizione indispensabile per il funzionamento della democrazia e per la lotta contro la corruzione», il Pontefice ribadisce «l’obiettivo di un’educazione di base per tutti». E aggiunge: «L’aiuto allo sviluppo sia mantenuto e potenziato, non solo nonostante la crisi, ma proprio perché di essa è una delle principali vie di soluzione». Vescovi e ong rilanciano il grido d’allarme del papa. Incontrando Berlusconi in qualità di presidente dei G8, le associazioni cattoliche e la Chiesa hanno consegnato una petizione internazionale affinché siano stanziati 50 miliardi di dollari per i Paesi dei Sud del mondo, sia completata la cancellazione del debito dei Paesi poveri e sia stilato un accordo che preveda la riduzione dell’emissione dei gas serra di almeno il 30% entro il 2020.
Ma il Pontefice ha in mente anche «nuovi mercati». Nel quadro della finanza mondiale, evidenzia Benedetto XVI, servono riforme immediate «per assicurare il coordinamento efficace delle politiche nazionali».
Un traguardo da raggiungere «evitando la speculazione creditizia e garantendo un’ampia disponibilità internazionale di credito pubblico e privato al servizio della produzione e del lavoro, specialmente nei Paesi e nelle regioni più disagiati». Insomma, una «mobilitazione solidale» che costituisca «un invito per i membri del G8 e per i governi e i popoli del mondo ad affrontare uniti le attuali sfide». Inclusi i rischi epocali, come l’emergenza ecologica, che «pongono improrogabilmente l’umanità di fronte a scelte decisive per il destino stesso dell’uomo, intimamente connesso con quello del creato».
Il coinvolgimento dei paesi più poveri nelle decisioni prioritarie per «tutti i continenti» necessita di una «partecipazione allargata alle discussione in un mondo globalizzato.
E le conseguenze della crisi e dei cambiamenti climatici devono «spingere a un saggio discernimento e a nuove progettualità per convertire il modello di sviluppo globale».
Benedetto XVI rimanda alla sua enciclica «Caritas in veritate», in uscita nei prossimi giorni, e chiede che la «straordinaria crescita» della maggior parte dei paesi poveri resa possibile nello scorso decennio non venga frenata o addirittura annullata dalla crisi in atto».

© Copyright La Stampa, 5 luglio 2009

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