domenica 5 luglio 2009

Arriva l’enciclica sociale: le energie morali siano il motore di sviluppo dell’economia (Giansoldati)


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Arriva l’enciclica sociale: le energie morali siano il motore di sviluppo dell’economia

CITTA’ DEL VATICANO

Per una curiosa coincidenza dovuta a ritardi sia in fase di traduzione che di stesura, la terza enciclica del pontificato ratzingeriano dedicata ai problemi sociali, ai guasti della globalizzazione e ai danni procurati dalla mancanza di etica nella vita pubblica, sarà presentata in Vaticano proprio ridosso del G8.
Il testo - particolarmente tribolato - al quale hanno lavorato a più riprese ben due dicasteri (Cor Unum e Giustizia e Pace), la Segreteria di Stato oltre che uno stuolo di consulenti, tra cui gli economisti Zamagni e Gotti Tedeschi, sembra stato scritto apposta per far riflettere i leader dei Paesi più industrializzati sui rischi che sta correndo il nostro pianeta.
L’esercito dei poveri è in vertiginoso aumento e a detta di molti impone una correzione al modello di sviluppo occidentale. Scrive Benedetto XVI: «I poveri non sono più da considerarsi un fardello, ma una risorsa anche dal punto di vista economico».
Il Papa non condivide affatto la visione di coloro che sostengono che «l’economia di mercato ha strutturalmente bisogno di una quota di povertà e di sottosviluppo per poter funzionare meglio».
Un’idea fondamentalmente sbagliata. Sicchè è interesse del mercato «promuovere emancipazione» facendo leva sulle energie morali «di quei soggetti che sono capaci di generarle». La questione di Dio, il rispetto della dignità umana, della libertà religioso, dunque, sono elementi intimamente connessi al concetto di sviluppo da declinarsi in molti settori.
Particolare attenzione nell’enciclica viene posta alla questione ambientale e al rapporto tra l’uomo e la natura. In diverse occasioni Papa Ratzinger ha avuto modo di sottolineare che l’ambiente naturale essendo stato donato da Dio all’uomo, rappresenta una precisa responsabilità. L’accaparramento delle risorse energetiche non rinnovabili non può impedire lo sviluppo dei paesi poveri, né divenire fonte di guerre e generare morte, distruzione e degrado. Il modo in cui l’umanità tratta l’ambiente, dipende in buona sostanza dal modo con cui tratta se stessa.
Fra. Gia.

© Copyright Il Messaggero, 5 luglio 2009 consultabile online anche qui.

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