venerdì 13 febbraio 2009

Il Papa andrà in Terrasanta: «Shoah, crimine contro Dio» (Ambrogetti)


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Su segnalazione della nostra Angela leggiamo:

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Il Papa andrà in Terrasanta: «Shoah, crimine contro Dio»

Benedetto XVI annuncia la visita (a maggio) e chiude il caso Williamson

ANGELA AMBROGETTI

Città del Vaticano.

Papa Ratzinger rilegge la preghiera deposta da Giovanni Paolo II al Muro del Pianto. Il mea culpa dei cattolici per i torti verso gli ebrei. E, in Vaticano, ai presidenti delle organizzazioni ebraiche americane, conferma: sto preparando un viaggio in Israele. Dopo le polemiche seguite alla remissione della scomunica al vescovo lefebvriano negazionista Williamson, dopo le spiegazioni del papa stesso e della Segreteria di Stato, dopo le accuse incrociate di mancanza di comunicazione tra i dicasteri e i collaboratori del Papa, dopo le polemiche e le prese di posizione dei seguaci della Fraternità di san Pio X, a chiarire tutto arriva l'incontro di Benedetto XVI con il rabbino Schneier che lo ha ricevuto a New York, sopravvissuto all'olocausto, con rav Rosen che lo conosce da 20 anni e fa parte del comitato per il dialogo ebraico cristiano, e gli altri in visita in Italia. È la conferma di un cammino che, precisano i rabbini, non si è mai interrotto. E del resto, «quale famiglia non è mai stata attraversata da tensioni di un tipo o dell' altro?» si chiede Benedetto XVI. Il Papa conferma che si sta «preparando a visitare Israele, una terra che è santa per i cristiani e per gli ebrei, poiché le radici della nostra fede si trovano lì».
Il Papa è poi tornato sull'argomento della Shoah. «Un crimine contro Dio e contro l'umanità», l'ha definita, sottolinenando che «questo dovrebbe essere chiaro a tutti, specialmente a coloro che si riconoscono nella tradizione delle Sacre Scritture e che condividono che ogni essere umano è creato a immagine e somiglianza di Dio».«Ogni negazione o minimizzazione di questo terribile crimine - ha detto il Papa - è intollerabile e inccettabile». E chi nega o minimizza la Shoa non può essere nella Chiesa cattolica. Del resto «La Fraternità di San Pio X non è ancora in piena comunione con la Chiesa. Abbiamo aperto la porta ma non li abbiamo lasciati entrare. Dovranno accettare il Concilio Vaticano II», spiega padre Norbert Hoffamnn, Segretario della commissione per i rapporti con l'ebraismo del Vaticano.
Per questo, il viaggio del Papa in Israele, a maggio, con visita di Yad Vashem, ha un valore ancora più forte. È rav Rosen a dirlo con enfasi alla stampa. Il viaggio del Papa sarà la più"drammatica", più forte dimostrazione, di quello che ha detto.
David Rosen, consulente del Gran rabbinato d'Israele, ha criticato il Papa per la revoca della scomunica al negazionista Williamson. «Tutta la faccenda ha creato molti danni, al rapporto tra ebrei e cattolici e alla Chiesa stessa, ma anche qualche vantaggio. Avrei preferito che non accadesse, ma ben venga se ha avuto un effetto salutare. Il Vaticano stesso sarà molto più rigoroso sull'ammissione della Fraternità sacerdotale San Pio X nella Chiesa cattolica».
Nessuna rottura da parte del Gran Rabbinato, solo la necessità di un chiarimento. A metà marzo si svolgerà regolarmente l'incontro della Commissione per il dialogo. Rimangono le questioni teologiche di fondo, con le diverse letture della Nostra Aetate. Ma dopo «giorni dolorosi e difficili» anche il rabbino Arthur Schneier, dice al Papa il suo «grazie per aver compreso il nostro dolore e la nostra angoscia». Il presidente delle organizzazioni ebraiche americane, Alan Solow aggiunge: «Diamo il benvenuto e apprezziamo la visita in programma del Papa in Israele». La gente e i leader di Israele guardano con trepidazione a questo evento. Benedetto vuole andare come pellegrino, e ora lo attendono con fiducia anche i politici. Ci sarà un nuovo governo in Israele.
Positive anche le prime reazioni in Israele alle parole del Papa. «Parole che - ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri israeliano - non avrebbero bisogno di commento perché riflettono la posizione che Benedetto XVI sostiene da tempo ma che pure, viste le recenti circostanze, era necessario ribadire con chiarezza». Comunque niente fa pensare che la formazione di un gabinetto spostato più a destra, possa mettere in discussione il viaggio del Papa a Gerusalemme. «Spero che il mio viaggio sarà un segno di pace», ha detto il Papa ai rabbini che lo avevano salutato: «La Terra Promessa attende il vostro arrivo», come titola l'Osservatore Romano.

© Copyright Il Secolo XIX, 13 febbraio 2009

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Del resto «La Fraternità di San Pio X non è ancora in piena comunione con la Chiesa. Abbiamo aperto la porta ma non li abbiamo lasciati entrare. Dovranno accettare il Concilio Vaticano II», spiega padre Norbert Hoffamnn, Segretario della commissione per i rapporti con l'ebraismo del Vaticano.

che carità cristiana,che senso di comunione ecclesiale,che amore per la chiesa.

Anonimo ha detto...

Ti segnalo il commento di Sabino acquaviva sul Messaggero: Quel ponre del dialogo che ha troppi nemici.
http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/rassegnaQuotidianaFrame.asp
Alessia

Anonimo ha detto...

Mi sembra normale che per accoglierli pienamente nella comunione si chieda loro di accettare il Vaticano II ed il magiastero recente. Che ne direste se uno negasse il tridentino?
Il figliuol prodigo della parabola viene accolto a braccia aperte, ma dopo che ha detto: "Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te". Cosa che i lefebvriani non hanno ancora fatto.
E poi la carità cristiana (che non deve essere stupida) deve rivolgersi in tutte le direzioni: non solo a destra verso i lefevriani, ma verso gli ortodossi, i protestanti ecc.

euge ha detto...

caro raffaele infatti Papa Benedetto, sta portando avanti con determinazione come sempre il dialogo con gli ortodossi che è ripreso proprio grazie a lui.
Forse, in passato non era neanche cominciato.