sabato 28 marzo 2009
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Quando Lancet dava ragione al Papa: intervista con la dott.ssa Germano del progetto Dream
“No alle speculazioni sull’Africa, no alla strumentalizzazione del messaggio del Papa”: all’insegna di questo motto, gli studenti africani, residenti a Roma, si riuniranno domani in Piazza San Pietro per manifestare solidarietà a Benedetto XVI, oggetto di accuse per le sue affermazioni sull’uso del preservativo nella lotta all’Aids. Ultima, in ordine di tempo, quella espressa dalla rivista britannica Lancet che sulla questione, tuttavia, non l’ha pensata sempre allo stesso modo. Il servizio di Alessandro Gisotti:
I preservativi, come le cinture di sicurezza, possono rendere più disinvolti e far aumentare i comportamenti a rischio. Il condom non basta per sconfiggere l’Aids. Così, scriveva nel 2000 la rivista scientifica Lancet che ora accusa il Papa di “falsità scientifiche” per aver detto che l’uso del profilattico non è la soluzione nella lotta all’Aids. La stessa rivista scientifica, sempre nel 2000, aveva spiegato che il rischio di contrarre il virus dell’Hiv, usando i preservativi durante i rapporti sessuali, è del 15 per cento. Ben lontano dallo zero. Oggi invece sostiene che “le parole del Papa possono avere conseguenze devastanti per la salute di milioni di persone”. Sull’editoriale di Lancet, abbiamo raccolto l’opinione della dott.ssa Paola Germano, responsabile del progetto Dream della Comunità di Sant’Egidio, in prima linea in Africa contro l’Aids:
“La nostra esperienza conferma quello che dice il Papa. In realtà, senza tanto stracciarsi le vesti, basterebbe guardare anche soltanto all’Europa. I dati recenti di quest’anno di Unaids, l’ultimo rapporto annuale, indicano significativamente l’aumento dell’Aids, per esempio, nell’Europa dell’Est dove si è fatta una campagna di prevenzione massiccia incentrata sul condom e dove, purtroppo, l’Aids è cresciuto in maniera esponenziale. Quindi, qualcosa non é andato bene, evidentemente. Dall’altra parte si dimentica che l’Aids in Africa non si trasmette soltanto sessualmente, si trasmette negli ospedali, per le trasfusioni e questo non si evita col preservativo. C’è bisogno della cura. Il Papa ha detto una grande novità: non si ha il coraggio di affermare che c’è bisogno di cure e di cure gratuite per l’Africa. Questo ridurrebbe l’Aids. E’ probabilmente una verità scomoda, sia per i governi africani, sia per l’Occidente che non vuole impegnarsi in questa lotta ma sceglie la via del disimpegno con una soluzione semplicistica, direi: distribuendo preservativi”.
Che dire poi del Washington Post? Nei giorni scorsi, il quotidiano americano aveva criticato duramente il Pontefice per le dichiarazioni sull’uso del preservativo. Ma nel marzo del 2007, aveva pubblicato un lungo articolo sul “caso Botswana”, dove il numero di malati di Aids, nonostante la distribuzione massiccia di profilattici, è andato aumentando drammaticamente. Il giornale citava dunque un rapporto elaborato nel 2006 da alcuni esperti del Sudafrica sull’Aids, che sottolineava come “la riduzione del numero di partner” sia la priorità assoluta nella prevenzione dell’Aids. Tesi, quest’ultima, già promossa peraltro dalla prestigiosa rivista Science, in uno studio pubblicato nel 2006. E’ l’educazione, dunque, lo strumento per vincere l’Aids? Ancora Paola Germano:
“L’educazione è la vera sfida, per la prevenzione e per la cura. Senza questo, qualsiasi programma è inefficace. Se non si parte dalla realtà degli uomini e delle donne africane, dalla loro cultura, non si è in grado di fare un programma che sia efficace. Noi siamo partiti da questo e questo effettivamente ha dato grandi risultati. Bisogna uscire dagli schemi ideologici e anche dal pensiero unico che un po’ ha dominato in questi anni nelle strategie di lotta all’Aids: essere più vicini alla realtà, conoscere la realtà delle persone. Non si può semplicemente applicare uno schema occidentale”.
D’altro canto, balza agli occhi un dato che sembra smontare certi teoremi. Nei Paesi africani, più sono i cattolici meno è diffuso l’Aids. In Burundi, i cattolici sono il 65 per cento degli abitanti, i sieropositivi solo il 2 per cento. In Guinea Equatoriale: 93 per cento di cattolici e 3,5 di malati di Aids. In Sudafrica, dove i cattolici sono solo il 6 per cento, i sieropositivi sono il 18 per cento. In Botswana, con il 5 per cento di cattolici, i sieropositivi sono addirittura il 24 per cento della popolazione adulta. Certo, come hanno messo in rilievo più voci africane, la distribuzione dei preservativi arricchisce chi li fabbrica. L’educazione ad una sessualità responsabile, invece, non ha alcun costo. Ancora una volta, ci sono in gioco gli interessi di multinazionali. Lobbies che hanno sfruttato e sfruttano il continente africano, come denunciato coraggiosamente dall’Instrumentum Laboris del Sinodo per l’Africa.
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15 commenti:
Questa faccenda ha il merito di far approfondire un tema che è sempre stato trattato in termini molto superficiali.
Spero che molti si sveglino dal torpore imposto da uno strano intreccio di interessi.
Il commento di cui sopra è mio.
Antonio
convinto che non pubblichi, te la mando lo stesso, la leggerai sui quotidiani. Io aspetto una risposta: peccato che non ci provi. La verita' non si impone evidentemente?
Addio, si chiude la porta e i topi vanno dalle finestre "a far casino"...
IL PAPA E LE CONTROPRODUCENTI SOLUZIONI ETICHE
Il pensiero del santo Padre diventa sempre piu' difficile da comprendere. Prendiamo l'esempio del preservativo in Africa. Il preservativo sarebbe controproducente per la salute dato che la sua efficacia non e' assoluta, ma relativa. Incentiverebbe insomma, il libertinaggio. Pensiero, a mio modo di vedere, totalmente fuori da un pragmatico "buon senso" (invero virtu' pagana)
Comunque sia, se si applicasse questa "logica" al problema del sostamento del clero si arriverebbe a risultati sorprendenti.
Il famoso 8 per mille devoluto alla chiesa cattolica non basta a tutti i suoi bisogni economici, anzi, farebbe si che il cristiano non praticante con quella firma si senta sicuro di aver provveduto alla sua chiesa.
Sarebbe - come il preservativo una parziale ed in definitva "falsa" soluzione. Molto meglio incentivare i fedeli a donare spontaneamente - di tasca propria - il necessario per la sopravvivenza della chiesa.
E se per l'aids si dovrebbe predicare la castita' assoluta e non il "male minore" altresi' per il sostentamento dell'istituzione chiesa andrebbero incentivate le volontarie, spontanee, erogazioni dei credenti rifiutando (e non pubblicizzando piu') la falsa soluzione dell'"otto per mille".
cordiali saluti
Forse rileggere le parole del Papa farebbe un gran bene a chi pensa di avere capito tutto.
Se non cambia la mentalita' attraverso l'educazione lanciare preservativi a pioggia non solo non risolve il problema, ma diventa pericoloso, soprattutto per chi si illude di eliminare il virus in modo definitivo.
Di fronte ai tanti venditori di auto che vanno a trecento all'ora, il Papa propone di acquistare il motorino, valida alternativa al traffico cittadino.
Se questo continua, la colpa e' di chi sponsorizza motorini?
R.
si, ma dire che il preservativo e' un mezzo dannoso e' camminare su un ambiguita' in cui in questo pontificato si cammina da troppo tempo. E non sempre per colpa dei subordinati.....
"Il preservativo e' un mezzo di contrasto dell'aids inaccettabile alla morale della chiesa".
NOn cambiare le carte in tavola e dire che e' dannoso!!
ps:tranquilla che non sono per togliere l'otto per mille, ma mi giravano proprio.
Continuo ad incontrare il mio parroco ma, ti dico la verita'? Spero tanto che i miei soldi finiscano a lui e non a certi personaggi.
Certa chiesa si salva ancora di questo: la gente - con estremo sforzo di volonta' -santa e pazza direi - riesce a non buttare a mare il bambino e l'acqua sporca insieme!
Caro ulderico l'ambiguità in questo pontificato esiste se qualcuno si ostenta a vederla. Allora dovremmo considerare ambiguo anche l'insegnamento della chiesa in generale perchè la chiesa è questo che insegna da sempre. Non facciamo finta di non voler capire. La verità è che oltre a non avere voglia di trovare una soluzione definitiva al problema dell'Aids, la vecchia europa non vuole rinunciare al rapporto sessuale promisquo un qualcosa che fa molto moderni e radical shic. La chiesa da sempre difende l'etica e la morale della vita di ognuno di noi ma, dell'etica e della morale abbiamo imparato a fregarcene in modo assoluto; per cui la vita dell'uomo è diventata un bene disponibile secondo le nostre voglie ed i nostri capricci un qualcosa che si usa e quando non c'è più niente che valga la pena per continuare a vivere si getta via.
No! Ulderico il Papa parla chiaro a tutti se c'è qualcuno che crea ambiguità, sono tutti coloro che dentro e fuori la chiesa, vogliono insegnare la loro dottrina personale al Papa.
Riguardo ai parroci, ci sarebbe da discutere ed anche parecchio.
il problema non è il preservativo considerato male minore ma il fatto, lampante, che lo si si voglia proporre come unica soluzione. Mi chiedo se qualcuno possa ancora avere il diritto di non starci o no, con questa interpretazione. L'evoluzione della scienza e della cultura si sono sempre basati anche sulla discussione e sull'audacia nel proporre idee, punti di vista e soluzioni alternative. Chi vive nella realtà dei nuovi infettati dall'aids, soprattutto in occidente, sa benissimo che spesso non sono nè sprovveduti, nè cattolici papisti nè poveracci che non possono procurarsi il preservativo. Semplicemente, non lo usano per vari motivi che non credo di dover stare qui a spiegare. Dovunque poi si legge: il preservativo aiuta se "correttamente usato" . Non è un dogma infallibile, è un oggetto fabbricato dagli umani, forse non sempre integro e di ottima qualità. E agli allergici al lattice (non così pochi in realtà), cosa proponiamo? Vuoi vedere che per loro alla fine torna buona la prima parte del ragionamento del Papa, quella sulla responsabilizzazione umanizzazione della sessualità, vai a capire perchè occultata da tutti? L'ho già detto e lo ripeto: è cosi' laicamente scandaloso dire al proprio figlio anche di non buttarsi via? Non può essere controproducente e falsamente illusorio dirgli solo di usare il preservativo e "vai traquillo"? Chi sa leggerlo con onestà e usando la logica e non gli slogan è questo cui alludeva il Papa quando, in continuità con chi l'ha preceduto (non ci si provi a farci credere il contrario perchè non siamo nati con Benedetto XVI) ha affermato che il preservativo alla fine avrebbe potuto danneggiare la situazione, dando quella stessa illusoria sensazione di tranquillità nei confronti del rischio che può dare il casco in moto a duecento all'ora. Ma se il casco è difettoso, se non è inserito bene, se si rompe? Per non parlare di quelli che "col casco non gli piace" o amano sfidare il rischio. C'è secondo me un compito diverso sul piano educativo tra chi fa scienza e il Papa. Chi fa scienza deve studiare soluzioni pratiche e proporle all'uomo in base alle sue necessità fisiologiche, un'autorità morale deve andare oltre, proponendo se serve all'uomo anche un modo diverso di affrontarle queste necessità fisiologiche.
Vedo che ogni scusa è buona per tornare alla polemica sull'otto per mille.... Perchè poi Raffaella non avrebbe dovuto pubblicare questo commento, con tutti quelli di cui abbiamo discusso qui anche su questo argomento?
Se non si eroga l'otto per mille non muore nessuno, nemmeno la Chiesa italiana probabilmente. Forse si ridimensiona un pò l'attività sul territorio e finalmente a certe attività ci penserà lo stato laico e chi sponsorizza questa soluzione sarà contento. Mi ha talmente disgustata questa polemica sull'otto per mille che preferirei veramente venisse abolito. Non mi spaventa una chiesa più povera e non credo spaventi nemmeno Benedetto XVI. Alla fine potrebbe essere utile anche per concentrare la sua predicazione sull'essenziale e sulla vecchia pratica della povertà, anche da parte di certi monsignori che sgommano in mercedes.
Mi chiedo poi se almeno la Chiesa possa avere ancora il diritto di predicare ideali, tra cui, perchè no, anche quello del coinvolgimento diretto nell'aiuto dei bisognosi, senza intermediazioni monetarie. Ma mi pare che anche questo, di spendersi per il prossimo, venga predicato ogni giorno dal Papa, che sia ciò che la chiesa fa in Africa per chi di aids è già malato, solo che non interessa nè la stampa nè Lancet.
Non mi pare poi la chiesa predichi la castità assoluta, ma la fedeltà di coppia nel matrimonio (ancora sacramento, mi pare..."giuro di esserti fedele...." o questa parte è stata eliminata dai parroci moderni?).
ma possibile che non capite la differenza?
Mi dispiace: ma faccio un caso legale in Italia.
Le trasfusioni di sangue.
I testimoni di Geova, per loro motivi religiosi, le rifiutano.
Gli ebrei si circoncidono, i mussulmani pure.
Ma perche' stravolgere la realta' dicendo:
chi non si circoncide rischia la salute e pure chi fa le trasfusioni di sangue?
Qui si tratta, in nome di un precetto religioso, di stravolgere l'efficacia di rimedi riconosciuti a livello internazionale.
E poi basta! Che cristianesimo sciatto! Ma dove sono i novissimi? Dov'e' il senso?
Siamo sempre sul preservativo, il sesso ecc. ma Gesu' e' risorto o siamo ancora sotto la legge?
Su perche' non sia tornato inutile chiederlo: censura assoluta.
IL PRESERVATIVO E' PIU' IMPORTANTE!
Appunto!
Sono stati i media a propinarci per giorni e giorni la storia del preservativo.
Ne avremmo fatto volentieri a meno.
Il Papa ha detto una cosa sacrosanta: il problema dell'aids non si risolve ne' con i soldi ne' con la distribuzione di profilattici che aggravano il problema se non c'e' una corretta visione della sessualita'.
Questo concetto e' cosi' assurdo?
A me pare semplice buon senso.
Non vorrei essere politicamente scorretta ma questa storia dei finanziamenti alla Chiesa mi ha un po' rotto.
Forse una Chiesa piu' povera e' anche piu' fedele a Cristo ed al Papa.
Nonostante i problemi, i vescovi africani amano il Santo Padre.
Possiamo dire lo stesso dire lo stesso di certi vescovi e cardinaloni europei?
R.
per gemma:
raffaella lo sa perche' mi riferivo che non lo avrebbe pubblicato. perche' non mi pubblicava piu'.
L'otto per mille e' sacrosanto: ma se usiamo la stessa logica usata dal papa sul preservativo puo' diventare controproducente ad un corretto comportamento cristiano.
I commenti rispettosi vengono pubblicati.
R.
Ne avremmo fatto volentieri a meno.
Il Papa ha detto una cosa sacrosanta: il problema dell'aids non si risolve ne' con i soldi ne' con la distribuzione di profilattici che aggravano il problema se non c'e' una corretta visione della sessualita'.
Questo concetto e' cosi' assurdo?
No, il concetto non e' assurdo. Se mi fosse pervenuto cosi': invece e' pervenuto in maniera diversa.
Che cosa ha detto il Papa di diverso?
Riporto:
"Direi che non si può superare questo problema dell’Aids solo con soldi. Sono necessari, ma se non c’è l’anima che li sappia applicare, non aiutano, non si può superare con la distribuzione di preservativi: al contrario, aumentano il problema.
La soluzione può essere solo una duplice: la prima, una umanizzazione della sessualità, cioè un rinnovo spirituale e umano che porti con sé un nuovo modo di comportarsi l’uno con l’altro, e secondo, una vera amicizia anche e soprattutto per le persone sofferenti, una disponibilità, anche con sacrifici, con rinunce personali, per essere con i sofferenti. E questi sono i fattori che aiutano e che portano con sé anche veri e visibili progressi".
Caro ulderico il messaggio è pervenuto distorto perchè quello era l'intento.
Bastava rileggere con attenzione le vere parole del Papa che Raffaella ti ha riportato, per capire; è anche una questione di voltà cercare di capire il vero significato dei messaggi lanciati da Benedetto XVI. Infine ti ricordo, che la polemica sul preservativo non è stata voluta ne dal Papa ne tanto meno da noi. Al Papa è stata fatta una domanda precisa e lui ha dato una risposta precisa la cosa doveva finire lì. Non è certo la chiesa ed il Papa che ha voluto questa polemica ma, tutti coloro che su questo orrendo male dell'era moderna ci speculano da anni senza cercare una soluzione che porti a dei risultati di rilievo.
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