sabato 27 giugno 2009

Il Papa: «Governare la globalizzazione». Benedetto XVI firmerà lunedì la sua terza enciclica: “Caritas in Veritate” (Il Messaggero)


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Vorrei condividere con voi la riflessione che faceva un carissimo amico del blog, Bruno: mentre Il Riformista, Il Messaggero ed Il Corriere della sera parlano, con grande obiettivita', dei contenuti dell'enciclica, Repubblica si e' limitata a riferire delle polemiche sulla traduzione in latino del testo.
Non c'e' materiale su cui riflettere? :-)

R.

Il Papa: «Governare la globalizzazione»

Benedetto XVI firmerà lunedì la sua terza enciclica: “Caritas in Veritate”

CITTA’ DEL VATICANO

Bisogna prendere in mano quel passo della Lettera di San Paolo ai Corinti che dice: «la verità va perseguita nella carità, altrimenti porta al nulla, ma è altrettanto vero che la carità implica la verità, e realizza il vero bene dell’uomo perchè capace di vedere pienamente il bene», per capire fino in fondo il senso della Lettera Enciclica «Caritas in Veritate», la terza del pontificato, la prima che Benedetto XVI scrive sui temi sociali. La firmerà il 29 giugno, festa di San Pietro e Paolo e vedrà la luce prima della sua partenza per le vacanze aostane, previste per metà luglio. L’incipit del testo, la carità nella verità, fa riferimento all’esempio che «Gesù ci ha mostrato con tutta la Sua vita terrena e, soprattutto, con la Sua morte e risurrezione». Vale a dire, per ogni buon cristiano, la «principale risorsa a servizio del vero sviluppo di ogni singolo uomo e dell’umanità intera». Se le società rischiano di cadere in balia di interessi privati, se le logiche di potere finiscono per avere il sopravvento con spaventosi effetti di disgregazione, è perchè le dinamiche sociali alla base non sono ancorate ad un agire intessuto da verità, da fiducia, a amore per il vero. Le pagine finora elaborate dal pontefice, avvalendosi nell’ultima fase dal parere di illustri economisti, indicano ai cristiani il percorso credibile per governare il fenomeno della globalizzazione alla luce del Vangelo, oltre che sollecitare una nuova riflessione su come i diritti presuppongano doveri, altrimenti «si trasformano in un arbitrio». E’ chiaro che lo sviluppo dei popoli dipende dal riconoscimento ad essere una sola famiglia, dall’applicare al principio della sussidiarietà quello della solidarietà, dal fatto che si avverte sempre più l’urgenza di arrivare ad una unica autorità politica mondiale, forse una specie di Onu realmente funzionante davanti alle grandi emergenze planetarie, la fame, le guerre, le epidemie o anche per intervenire sugli effetti della crisi finanziaria, o la protezione dell’ecosistema. Sull’ambiente si insiste molto. I doveri che i cristiani hanno verso il Creato si collegano con gli obblighi morali che si hanno nel garantire il futuro alle prossime generazioni. Le risorse sono limitate, l’acqua è destinata a scarseggiare.
Già in passato il Papa ha fatto riferimento all’ecologia umana e alla «complessiva tenuta morale della società». Naturalmente il riconoscimento di un impianto valoriale comune, a detta del Papa teologo, sarebbe il miglior antidoto alla crisi culturale e spirituale delle società. I sintomi di questa carenza da tempo sono evidenti in vari campi, basterebbe vedere come sono distribuite le ricchezze, lo sfruttamento di interi continenti, la corruzione esistente in quasi tutti i paesi africani, lo smodato stile di vita degli occidentali, e persino la mancanza del diritto alla libertà religiosa. E poi l’attuale crisi sta imponendo il sorgere di nuove regole. Per migliorare il mondo serve una crescita spirituale e non solo materiale.

© Copyright Il Messaggero, 27 giugno 2009 consultabile online anche qui.

Quando Leone XII scriveva: Tutti gli uomini sono uguali

CITTA’ DEL VATICANO - L’insegnamento sociale della Chiesa non è la terza via tra il liberalismo e il socialismo. Il nucleo centrale di ogni enciclica sociale, a partire dalla prima, la Rerum Novarum (1891), resta il nucleo centrale della Rivelazione cristiana, la luce che Gesù ha gettato sull’uomo mostrandogli il destino al quale è chiamato. Scriveva Leone XIII (nella foto): «tutti gli uomini sono uguali, nessuna differenza tra ricchi e poveri, tra princìpi e sudditi perchè lo stesso Signore è di tutti. A nessuno è lecito violare impunemente la dignità dell’uomo». L’importanza assegnata alla solidarietà organica degli uomini è sempre stata al centro delle encicliche sociali, la Quadragesimo anno di Pio XI, la Mater et Magistra di Giovanni XXIII, poi la Populorum Progressio di Paolo VI, la Sollecitudo Rei Socialis, la Laborem Exercens fino all’ultima, la Centesimus Annus. Quest’ultima Papa Wojtyla la scrisse nel 1991, all’indomani del crollo del sistema sovietico per denunciare l’avanzata del capitalismo selvaggio. La globalizzazione non c’era ancora. Benedetto XVI ha voluto proporre una riflessione su questo fenomeno.

© Copyright Il Messaggero, 27 giugno 2009 consultabile online anche qui.

2 commenti:

mariateresa ha detto...

Sì, cara, c'è materiale su cui riflettere, avendo tempo e voglia. Ricordo che anche prima che uscisse la prima enciclica di papa Benedetto sempre La Rocca se ne uscì con un articolo infido in cui si sosteneva che perfino certi ex colleghi della Dottrina della fede avevano sconsigliato il papa di pubblicare il testo perchè poteva essere giudicato banale e altre baggianate. Allora mi scandalizzai. Oggi no. Evidentemente è un classico, l'articolo negativo preventivo.
Poi, se vi ricordate uscirono alcune anticipazioni anche su altri giornali con interpretazioni beduine.Infine quando papa Benedetto stesso parlò dell'enciclica citando Dante, il giorno dopo c'erano già dei commenti sul suo commento. C'era una corsa a posizionarsi.Insomma, una bellezza.Come oggi.

Raffaella ha detto...

Gia', carissima :-))
R.