lunedì 22 giugno 2009

L’arcivescovo D’Ambrosio: nella visita a San Giovanni Rotondo, il Papa è entrato nel cuore della gente (Radio Vaticana)


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L’arcivescovo D’Ambrosio: nella visita a San Giovanni Rotondo, il Papa è entrato nel cuore della gente

Una visita intensa, all'insegna della spiritualità di Padre Pio. Per un bilancio della giornata del Papa a San Giovanni Rotondo, la nostra inviata Debora Donnini ha intervistato il nuovo arcivescovo di Lecce, mons. Domenico Umberto d’Ambrosio, amministratore apostolico della diocesi Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. Il presule si sofferma sui messaggi più importanti consegnati dal Papa ai fedeli della sua diocesi:

R. - Il Papa è andato al di là delle nostre attese, l’ho capito anche dal volto entusiasta e sorridente della gente. Ma poi è entrato nel cuore dei problemi, è entrato nel cuore della gente. Ecco, ci siamo sentiti soprattutto noi che siamo qui, confortati e indirizzati verso il prosieguo di una testimonianza, di un’indicazione di un progetto di vita che scaturisce dalla Santità. Il Papa ci ha richiamato al fatto che la Santità è alla portata di tutti e siamo chiamati a vedere in questo modello, che è San Pio da Pietrelcina, anche un sostegno per il cammino che ci deve vedere insieme.

D. – Il Papa fondamentalmente ha testimoniato che Padre Pio è vivo, che il suo messaggio è vivo e forte, importante per il mondo di oggi...

R. – Direi che ha riletto un po’ la vita di Padre Pio facendo trasparire la proposta di vita che Gesù fa ai suoi discepoli. E ci ha parlato sì di questo amore, che qui ha trovato delle incarnazioni credibili, soprattutto l’amore che si fa condivisione, che si fa solidarietà, che si inchina sulle sofferenze: ecco la grande opera di carità di San Pio da Pietrelcina. E poi ci ha richiamato al primato della preghiera, ci ha messo in guardia dalle tentazioni e ci ha detto che l’unico nostro sguardo in fondo è a Cristo Gesù. Ha ricordato ai giovani di non cedere alla tentazione, ma di guardare alla proposta che è realizzazione di un progetto di vita autentico, quale è quella che Cristo Gesù fa ai suoi discepoli. Credo che i giovani hanno capito questo legame forte con un Papa, che in fondo li sprona ad essere un po’ coloro che sono in fondo: una nuova linfa di speranza per la Chiesa in questa realtà, in questo mondo per troppi versi schiavo di tentazioni, di paure e di incertezze.

D. – Lei nell’incontro del pomeriggio è stato abbracciato dal Papa e gli ha chiesto di benedirla per la sua prossima missione. Lei, infatti, sta per andare come arcivescovo a Lecce e lascerà San Giovanni Rotondo...

R. – Mi sono sentito confortato, il Papa è stato ricco di elogi che sicuramente non merito. Ma tutto questo, in fondo, cosa mi dice? Lui ha fatto quello che è il suo ministero: mi ha confermato in questo servizio che non può legarsi ad un luogo, a delle persone, ma che è servizio per il Regno di Dio. E con questo affetto, con il quale il Papa si è avvicinato a me, mi ha trattato. Il Papa mi conforta e mi dice che posso andare tranquillo.

D. – Che cosa le ha dato la figura di Padre Pio, cosa le ha dato in questi anni?

R. – La figura di Padre Pio mi ha dato molto. Io sono stato qui già 20 anni da parroco e quindi lo avevo già conosciuto. Ma venire qui ed essere il responsabile di tutto il Santuario e delle opere di San Pio da Pietrelcina, in fondo mi ha avvicinato a questa figura ben più di prima. Se c’è una cosa che mi ha dato Padre Pio, a distanza di 44 anni, l’incontro con lui, questo essere vicino a lui, è sentire la responsabilità di non sciupare la ricchezza di questo dono e di questa eredità. In fondo se c’è una cosa che mi ha dato di più è la Messa, che celebro certamente da un po’ di anni a questa parte con un impegno, con una gioia, con una disponibilità, con un’offerta, che prima non conoscevo.

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1 commento:

euge ha detto...

Non poteva essere diversamente! Papa Benedetto XVI ha il dono di farsi amare dalla folla senza teatralità. Mi dispiace per De Carli che purtroppo, sostiene il contrario nei suoi disgustosi e perenni confronti come tanti altri giornalisti vaticanisti.