lunedì 22 giugno 2009

Il Papa e De Gasperi: nota Sir


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BENEDETTO XVI E DE GASPERI: NOTA SIR

Pubblichiamo la nota Sir di questa settimana.

E’ uno dei grandi del XX secolo, in Italia e in Europa, ma è anche un personaggio “scomodo”, Alcide De Gasperi.
Uno di quegli uomini politici tutti di un pezzo, cui si fa ricorso nei momenti difficili, salvo magari dimenticarli, nel momento in cui vengono consegnati alla storia. Da alcuni anni invece si è ritornati a De Gasperi, l’uomo politico, l’uomo di governo alla cui figura sono legate tanto la ricostruzione dell’Italia dopo la guerra che la costruzione della comunità e dell’unione europea nella solidarietà atlantica.
Papa Benedetto XVI, ricevendo sabato 20 giugno il consiglio della fondazione De Gasperi, ha dedicato allo statista di Trento parole vive e toccanti.
Ne ha tracciato un profilo che diventa, nell’imminenza dell’attesa enciclica sociale, un punto di riferimento non solo di memoria, ma di azione, di impegno, un traguardo per i cattolici e non solo, in un’arena pubblica sempre più difficile e problematica.
Il punto essenziale è “l’integrazione di spiritualità e politica”, da cui derivano il senso della responsabilità, la coerenza, dunque la capacità d’azione e la concretezza. Benedetto XVI riprende un fulminante passaggio di un intervento giovanile di De Gasperi, nel 1902: “Non basta conservare il cristianesimo in se stessi, conviene combattere con tutto il grosso dell’esercito cattolico per riconquistare alla fede i campi perduti”. E’ una formula veramente icastica, che lontano da ogni integrismo, esprime il dovere della testimonianza, dell’operosità e dell’azione apostolica. Ecco, la figura di De Gasperi è fortemente collegata con la parola “dovere”: è un punto di riferimento forte proprio in una stagione in cui l’enfasi sui “diritti” rischia di produrre quel senso di vuoto e di disorientamento che è stato definito la “dittatura del relativismo”.
Eppure proprio dalla sintesi, dalla coerenza dell’affermazione dei diritti e dei doveri nasce il bene comune, zampilla l’autentica politica. Questa non si può suscitare a comando: la capacità di “imprenditorialità politica”, cioè di costruire consenso, su proposte e linee politiche di successo, non si può suscitare a tavolino. Se ne possono però creare le condizioni. E’ sempre stato questo l’impegno della comunità, del mondo cattolico, fin dalla metà del secolo scorso, a partire dai bisogni vivi dalla società, a partire dalla vita vissuta. E’ innanzi tutto un impegno educativo, capace di suscitare personalità vive, specchiate, autentiche: “Formato alla scuola del Vangelo, De Gasperi fu capace di tradurre in atti concreti e coerenti la fede che professava. Spiritualità e politica furono in effetti due dimensioni che convissero nella sua persona e ne caratterizzarono l’impegno sociale e spirituale”. Certo il contesto di oggi è oltremodo cambiato, rispetto alla ricostruzione dell’Italia e dell’Europa, dopo la prima e dopo la seconda guerra mondiale, le due stagioni di cui De Gasperi fu protagonista nella sua vita così esemplare. Non sappiamo se sarà beatificato. E’ certo che è un punto di riferimento, oggi, per tutti, per un futuro che ci sembra nebuloso, ma che reclama, dai cattolici in particolare, un nuovo e creativo impegno.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma l'Unione europea che nacque dallo sforzo di tre cattolici, ora è in mano a non saprei come definirli. Che venga accettato supinamente, un presidente del Parlamento europeo protestante, mi fa dubitare sulla capacità di governo dei cattolici odierni. Anche i cattolicissimi, o ex, polacchi preferiscono incassare una carica internazionale piuttosto che darla vinta a un cattolico italiano, mentre Berlusconi, sappiamo, ha altre gatte da pelare. Ma anche in Italia non si fa che far parlare i valdesi, mentre il sottosegretario Fazio è peggio della Turco. Saluti, Eufemia

Anonimo ha detto...

ci mancherebbe solo che guardassero a ste cose per le cariche. è una cosa così fastidiosa la laicità?