lunedì 17 novembre 2008

I giornaloni sono molto cauti sul caso di Eluana. Non parlano di eutanasia ma nel 2005, per Terri Schiavo, il termine proibito venne utilizzato...

Cari amici, il "caso" di Eluana viene paragonato a quello di Terri Schiavo.
Le analogie sono evidenti: entrambe le giovani sono (Terri era...) in stato vegetativo persistente. Entrambe sono alimentate artificialmente con un sondino, entrambe aprono e chiudono gli occhi. Come Eluana, anche Terri non era malata terminale.
Un certo buonismo tipico italiano evita anche solo di pronunciare la parola eutanasia, ma, solo tre anni fa, per Terri Schiavo, i titoli erano molto diversi. Leggiamo gli articoli
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R.

Domani l'eutanasia per Terri Schiavo (Repubblica — 17 marzo 2005)

Adesso Terri può morire (Repubblica — 19 marzo 2005)

Eutanasia un enigma tra scienza e religione (Repubblica — 24 marzo 2005)

'Ma staccare la spina non è amore' (Repubblica — 23 marzo 2005)

Eutanasia, il diritto di scegliere (Repubblica — 23 marzo 2005)

Il suo sguardo continua a cercare affetto e attenzione (Dacia Maraini, Corriere della sera, 25 marzo 2005)

«In Italia nessuno può avere tanto potere» (Corriere della sera 24 marzo 2005)

IL DOLORE E L' IPOCRISIA

Eutanasia per Terri, l' America si spacca (Corriere della sera 22 marzo 2005)

Nel passato di marito e padre una scelta opposta sull' eutanasia (Corriere della sera 22 marzo 2005)

Eutanasia, mobilitazione negli Usa per «salvare» Terri Schiavo (Corriere della sera 15 marzo 2005)

«Un milione se rinuncia all' eutanasia della moglie» (Corriere della sera 12 marzo 2005)

Istruttivo, vero?
R.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Al di fuori di ogni termine, (personalemnte il termine eutansia non mi spaventa) rimane la questione di quando e se sia possibile decidere fino a quando protrarre le sofferenze di una persona.
Quando finalmente, Chiesa permettendo, sarà possibile anche da noi pensare ad un testamento biologico, molti delle decisioni ora demandate ai giudici saranno prese dai diretti interessati.
Dovrebbe essere interesse comune fare una buona legge, dico dovrebbe perchè per molti poteri forti non è così ....

mariateresa ha detto...

Meno male che c'è sempre chi vigila, inflessibile, perchè trionfi il progresso e che non si fa intimidire dai poteri forti....Dovrà anche spiegare accuratamente le proprie rivoluzioanrie ragioni alle numerose associazioni di handiccappati e familiari di pazienti in stato vegetativo che hanno recepito questo caso di Eluana come un calcio nei denti. Che facciano anche loro parte dei poteri forti?

Anonimo ha detto...

@Mariateresa
"Dovrà anche spiegare accuratamente le proprie rivoluzioanrie ragioni alle numerose associazioni di handiccappati ..."
Non dovrò spiegare un bel nulla a nessuno!
Qui si continua volutamente a confondere un caso di una persona che sin da viva aveva espresso la sua volontà sul modo in cui essere lasciata morire e di chi di essere lasciato morire, in qualsiasi condizione si venga a trovare, non ne vuole sapere..
Nessuno in Italia e nel mondo immagina una legge in cui il medico, passando per le stanze, stacchi una spina qua e una la.
Questo, cara Mariateresa è fare del terrorismo (etimologicamente parlando) e non rende giustizia ne a Eluana ne a chi non intende ne ora ne mai avvalersi della facoltà di decidere come morire (il quando non è cosa su cui si possa legiferare).
Mi dispiace sentire un tale etteggiamento in chi, anche se in buona fede, dovrebbe lasciare aperta la porta della mente oltre che a quella del cuore.

Raffaella ha detto...

@ilsanta
Qui si continua volutamente a confondere un caso di una persona che sin da viva aveva espresso la sua volontà sul modo in cui essere lasciata morire...

E' proprio questo il punto. La volonta' di Eluana non e' stata espressa in modo chiaro ed inequivocabile, ma solo "ricostruita" sulla base di testimonianze.
Ha ragione chi ha detto (non ricordo chi fosse) che i giudici avrebbero rispedito al mittente queste ricostruzioni se si fosse trattato di un testamento o di un contratto.
Se io andassi in tribunale a dire che il povero Pavarotti mi ha lasciato la sua casa e portassi dei testimoni a mio sostegno, il giudice mi darebbe ragione?
Ovviamente no! E allora perche' si puo' ricostruire la volonta' di una persona in stato vegetativo?
R.

mariateresa ha detto...

io lascio aperte tutte le porte che vuoi, amico. ma se la penso diversamente da te, non puoi pretendere che mi vergogni e che accetti l'equazione diversa opinione=crudeltà mentale.
La reazione delle associazioni di cui parlavo è un fatto, non un'opinione. Forse deriva non da sfiducia nei medici, come professionisti, ma da un certo clima culturale di cui, da tempo, si avverte la puzza.
Non a tutti le argomentazioni come le tue appaiono convincenti. Anzi appaiono proprio sbagliate e non ci stanno. E non bisogna andare in Chiesa per avere questo tipo di remore.

Anonimo ha detto...

"Se io andassi in tribunale a dire che il povero Pavarotti mi ha lasciato la sua casa e portassi dei testimoni a mio sostegno, il giudice mi darebbe ragione?"

No perchè sull'argomento esistono fior di leggi da tempo immemore.
Ad oggi invece siamo di fronte ad una situazione che storicamente non si è mai verificata prima, ossia la possibilità di tenere biologicamente viva una persona per tempi indefiniti.
Se Eluana fosse nata un secolo fa sarebbe già morta da tempo!
Non è possibile affrontare realtà nuove con leggi o concetti vecchi, si dovrà fare uno sforzo comune per normare in modo chiaro questi casi lasciando al paziente e non al medico (come sembra paventare Lei) la decisione sulla fine della sua vita.
Infine ricordo che i testimoni della volontà di Eluana sono i suoi genitori e gli amici non persone prese a caso dalla strada.
Se buona parte del mondo politico e culturale, nel caso specifico cattolici, in italia, avesse già messo in discussione una possibile legge sull'eutanasia forse oggi non avremmo tanto clamore, invece si accusano i parenti della ragazza di voler strumentalizzare il caso impedendo in tal modo ogni discussione. Facciamoci, tutti, un esame di coscienza.

Raffaella ha detto...

Beh, una legge sull'eutanasia non verra' mai approvata, almeno in questo momento storico.
Altra cosa e' la legge sul fine vita che tutti speriamo sia approvata al piu' presto e a larga maggioranza.
I giudici possono interpretare la legge e procedere per analogia(in campo civile ovviamente), ma non possono scrivere norme nuove solo perche' la materia non e' regolata.
Non cosi' avviene nel mondo anglosassone in cui vige il principio del precedente vincolante.
I giudici italiani hanno deciso come quelli americani su Terri Schiavo, ma i nostri ordinamenti sono diversi.
Per fortuna!
R.

Anonimo ha detto...

"se la penso diversamente da te, non puoi pretendere che mi vergogni e che accetti l'equazione diversa opinione=crudeltà mentale."
Ma è tanto difficle farti capire che per me tu puoi (speriamo mai ovvimente, non è un augurio) soffrire quanto ti pare e stare attaccatta ad un respiratore e ai tubi per 20 anni se lo vuoi ma che per me le cose sono diverse?
Io non voglio imporre a te nulla ma mi permetto di far valere i miei diritti senza che altri cerchino, in ragione di principi discutibili, di impedirmelo.

"La reazione delle associazioni di cui parlavo è un fatto, non un'opinione."
Il che non cambia in nulla le conclusioni di cui sopra ...

"Forse deriva non da sfiducia nei medici, come professionisti, ma da un certo clima culturale di cui, da tempo, si avverte la puzza."
Così come altri sentono puzza di roghi e di scomuniche!
A forza di far circolare certe "puzze" moriremo tutti asfiassiati!

"Anzi appaiono proprio sbagliate e non ci stanno."
.. ne ci dovranno stare in futuro. Ma se non ci stai tu non è che devo rinunciarci io, ti piaccia o meno.

"E non bisogna andare in Chiesa per avere questo tipo di remore."
Vero, come è vero che molti di quelli che in Chiesa ci vanno di remore di questo tipo non ne hanno.

mariateresa ha detto...

Credo che possiamo cordialmente congedarci rimanendo ognuno della propria opinione caro ilsanta. Probabilmente presto sarà possibile fare in Italia quello che ti auguri, per legge e così sari soddisfatto.
Io lo trovo un’enormità. Credo che sia senso comune nella nostra società una scarsissima sensibilità verso i diversi e le persone deboli. E io vedo questa vicenda come una faccia di questa propensione. Inoltre avverto l’assoluta incapacità della cultura contemporanea di affrontare le morte e la malattia viste come qualcosa di scandaloso e repellente. Si ha paura a guardare i malati, figurati che voglia si ha di curali e accudirli per anni. Allora si capovolgono i termini della questione e eliminarli diventa un “fatto di civiltà.”
Ma io rimango convinta , in coscienza, che il vero fatto di civiltà rimangano quelle suore che per 17 anni hanno accudito Eluana come se fosse Nostro Signore.