sabato 4 aprile 2009

Legionari di Cristo: intervista di John Allen all'arcivescovo di Baltimora che plaude alla decisione del Papa e fa interessanti considerazioni...

Clicca qui per leggere l'introduzione e l'intervista di John Allen all'arcivescovo di Baltimora, Mons. Edwin O'Brien.
Trovate una traduzione automatica dall'inglese a questo link.
L'arcivescovo fa alcuni interessanti considerazioni. Mi ha colpito molto la sua richiesta di trasparenza e la constatazione che i Santi non hanno bisogno di alimentare il culto della personalita'.
Leggiamo quindi l'intervista all'arcivescovo con un ricordo per le parole dell'allora cardinale Ratzinger alla Via Crucis 2005.
Grazie per la segnalazione :-)

R.

La battaglia del Papa contro la pedofilia ecclesiastica: il "caso" Maciel Degollado

1 commento:

Anonimo ha detto...

Inviterei a pregare in modo speciale in questa settimana per i Legionari di Cristo. Anche loro entrano nella loro “settimana santa”, che durerà però alcuni mesi. Già hanno iniziato a sentire, a partire dal 5 febbraio, cosa vuol dire ricevere sputi, schiaffi e randellate da una folla di correligionari che grida “crucifigi”. Con l’unica colpa non di aver tradito nessuno, ma di essere stati traditi. Dal proprio Fondatore.

Le maggior parte delle critiche di O’Brien, vescovo di Baltimora, fanno sorridere: sono quasi le stesse le stesse rivolte a Opus Dei e altre realtà affini, e la loro scarsa consistenza è chiara a chi conosca le cose direttamente: al di là del sentito dire o delle inevitabili contestazioni di chi non capisce, di chi ha abbandonato ferito una certa realtà, di chi è mosso da invidia, da odium theologicum o quant’altro.

O’Brien dice di non conoscere altre realtà religiose che hanno suscitato una tale quantità di polemiche. Evidentemente non ha mai avuto a che fare con l’Opus, con i Neocatecumenali, con l’Istituto del Verbo Incarnato, magari con la Comunione e Liberazione degli anni ’80, ecc. E il motivo è semplice ed eloquente allo stesso tempo: perché in una realtà complessa ed accidentata come il cattolicesimo americano, movimenti e nuove realtà altrove molto efficaci, hanno spesso trovato lì un terreno non facile per la semina. I Legionari di Cristo e soprattutto il Regnum Christi sono invece esplosi negli Usa, negli ultimi vent’anni.

Anche sul “culto della personalità” di padre Maciel: avrebbe dovuto conoscere, O’Brien, la venerazione di cui godeva Escriva, “El Padre”, mentre era in vita, o quella di cui gode oggi Kiko. O quella di cui godeva Sant’Ignazio presso i Gesuiti (i quali lo chiamavano “Nuestro Padre” esattamente come i Legionari chiamavano Padre Maciel) ecc.

Sottolineo questo non per sminuire il dramma in cui si trovano i Legionari di Cristo, ma solo per dire che esso non hanno nulla a che fare, o quasi, con le cose che O’Brien e altri vanno ripetendo da tempo.

La visita apostolica ai Legionari si presenta con un’eccezionalità che pochi sembrano capire.

Non viene “visitato” uno degli innumerevoli ordini religiosi che si stanno spegnendo nell’eresia, nel lassismo etico più sbracato, nella contestazione del Papa, o nella più mediocre tiepidezza.
Viene visitato, detto con obiettività, uno dei “migliori” ordini religiosi: per qualità ed equilibro della formazione sacerdotale, per dinamismo, per amore - non solo astratta fedeltà - al magistero, alla Chiesa e al Santo Padre.
C’è da credere che se i visitatori saranno obiettivi e seri – come chiede O’Brien – rimarranno più che stupiti, in positivo, da quello che si troveranno davanti. Avvenne già nella prima visita apostolica, quella tra il ’56 e il ’59. Uno dei due visitatori, il francescano Polidoro van Vlierberghe, divenne uno dei più grandi estimatori dei Legionari di Cristo.

Il vero dilemma che i visitatori si troveranno a dirimere - o meglio, il Papa sulle loro indicazioni - sarà questo: come è possibile che tali rami e tali frutti siano nati da un tronco marcio? Ovvero, è possibile che un carisma autentico passi attraverso un medium così corrotto? Ed è realisticamente possibile scindere una realtà religiosa dal proprio fondatore?

Domande tutt’altro che scontate.

Le possibili coperture consapevoli di cui ha goduto padre Maciel all’interno dell’ordine, se ci sono state, sono state pochissime - l’uomo è stato un genio assoluto della dissimulazione, di livello inarrivabile - ed eliminarle non sarà difficile.

Difficile sarà pensare, teologicamente e praticamente, una fondazione senza fondatore.

Sergio