venerdì 8 maggio 2009
Benedetto XVI in Terra Santa: Un pellegrinaggio nel rispetto dei diritti di ogni popolo (Osservatore Romano)
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Benedetto XVI in Terra Santa
Un pellegrinaggio nel rispetto dei diritti di ogni popolo
Portare speranza e pace nella regione, nel rispetto dei diritti di tutti i popoli di Terra Santa. È questo il significato centrale del viaggio che Benedetto XVI si appresta a compiere dall'8 al 15 maggio. Ne è convinto l'arcivescovo Antonio Franco, da tre anni nunzio apostolico in Israele e in Cipro e delegato apostolico in Gerusalemme e Palestina. Nell'intervista rilasciataci alla vigilia della partenza del Papa, il nunzio assicura che c'è molta attesa tra le popolazioni locali, nonostante sin dal primo annuncio i media abbiano dato all'opinione pubblica chiavi di lettura diverse. "Se c'è stata qualche voce contraria al viaggio tra i cristiani - afferma il rappresentante pontificio - è stato solo per la difficoltà della situazione politica e sociale".
Del resto "la Chiesa locale è felice di accogliere il Papa come Padre e pastore. Sono anche sicuro - ha aggiunto - che la volontà dei presidenti dello Stato di Israele e dell'Autorità palestinese è retta". E proprio in merito a quest'ultimo aspetto il presule ha sottolineato come vi sia "certamente un interesse vivo alla visita del Papa da parte dell'Autorità palestinese e del popolo che lotta per vedere riconosciuti i propri diritti. La posizione della Santa Sede, del resto, è sempre stata di sostegno a questi diritti, così come a quelli del popolo israeliano. Una posizione un po' scomoda, a ben vedere, perché ci sono diritti per entrambe le parti, per tutti e due i popoli". Ma - puntualizza - "non ci sono più diritti per una parte e meno per l'altra. I diritti hanno valore universale".
Monsignor Franco si augura inoltre che la presenza del Papa accenda qualche scintilla di speranza. "Bisogna, prima di tutto, volere davvero la pace e impegnarsi attivamente per creare le condizioni che la favoriscano", conclude auspicando "che la visita di Benedetto XVI possa dare in qualche modo una spinta decisiva verso una convivenza pacifica nella giustizia".
(©L'Osservatore Romano - 8 maggio 2009)
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