lunedì 4 maggio 2009

Il Papa: «Vado in Terrasanta per sostenere i Cristiani» (Nìcoli)


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Il Papa: «Vado in Terrasanta per sostenere i cristiani»

Alessandro Nìcoli

Roma

Due gli intenti prioritari che spingono il Papa in Medio oriente: «Confermare e incoraggiare i cristiani di Terrasanta, che devono affrontare quotidianamente non poche difficoltà». Farsi «pellegrino di pace» accanto a quanti si sforzano di dialogare «per giungere a una pace stabile e duratura nella giustizia e nel rispetto reciproco».
A pochi giorni dalla partenza per Giordania e Israele (8-15 maggio) Benedetto XVI ha personalmente spiegato ieri davanti a una grande folla di persone radunate in piazza San Pietro per la recita del Regina Coeli cosa lo ha mosso a intraprendere questo viaggio, fino ad oggi probabilmente il più impegnativo del pontificato. Un viaggio difficile per gli intrecci storici, etnici, religiosi, nazionali di una terra sacra a tre religioni monoteiste e contesa tra due popoli; reso più difficile dalla cronaca recente, con l'operazione "Piombo fuso" contro Gaza che ha fatto migliaia di vittime, e l'insediamento in Israele di un governo di destra.
«Quale successore dell'apostolo Pietro – ha detto il Papa a proposito del sostegno che intende portare ai cristiani di Terrasanta – farò loro sentire la vicinanza e il sostegno di tutto il corpo della Chiesa».
Nei saluti in francese e inglese Benedetto XVI ha successivamente rimarcato anche la volontà di contribuire con il suo viaggio alla richiesta «del dono prezioso dell'unità e della pace per il Medio Oriente e per il mondo intero», e ha ricordato la «grande sofferenza del popolo palestinese».
La comunità dei cristiani di Terrasanta decresce continuamente a causa dell'emigrazione, secondo stime approssimative comprende circa 170.000 persone, 50.000 nei territori palestinesi e a Gerusalemme est, 120.000 in Israele. In Giordania invece, dove il Papa sarà dall'8 all'11 maggio, i cristiani sono il 3-4 per cento della popolazione. Il patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal ha raccontato che le comunità cristiane si sono interrogate sulla opportunità che il Papa compisse il viaggio proprio in questo momento, e hanno dato risposta positiva, considerando il programma «ben bilanciato nei suoi momenti dedicati alla Giordania, alla Palestina e a Israele».
Molti cristiani non hanno nascosto la preoccupazione che il Papa sia strumentalizzato dall'una o dall'altra "causa".
Qualche malumore tra i cristiani è diffuso anche per il rinvio a dicembre dei lavori della commissione mista Israele-Santa Sede che negozia l'Accordo economico sullo statuto della Chiesa cattolica, con una trattativa che si protrae da oltre dieci anni: chi, un po' ingenuamente, sperava che il viaggio del Papa desse la spinta risolutiva, è rimasto deluso.
Anche sabato scorso Papa Ratzinger aveva sottolineato che il suo impegno e la sua preghiera sono «per tutti i popoli della Terrasanta e della regione» e che per tutti è la richiesta di «riconciliazione, speranza, pace».

© Copyright Gazzetta del sud, 4 maggio 2009 consultabile online anche qui.

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