sabato 4 luglio 2009
San Paolo, così la scienza «illumina» la tradizione (Muolo)
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FEDE E STORIA
Con una tecnica «non invasiva», senza aprire il sarcofago, sono stati prelevati frammenti di tessuti e di ossa. «I resti, datati con il carbonio 14, risalgono ad un periodo compreso tra I e II secolo»
Il cardinale Cordero Lanza di Montezemolo e lo scienziato Santamaria hanno presentato le indagini condotte con una sonda all’interno della tomba dell’Apostolo collocata sotto l’altare della Basilica ostiense
San Paolo, così la scienza «illumina» la tradizione
DA ROMA MIMMO MUOLO
Se per la scienza ancora non esiste la certezza matematica che quella custodita sotto l’altare papale della Basilica di San Paolo fuori le Mura sia la tomba dell’Apostolo, per il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, dalle analisi «non è emerso nessun elemento contrario » alla tradizione che da duemila anni considera quello il luogo della sepoltura.
A qualche giorno di distanza dalla chiusura dell’Anno Paolino, il porporato, fino a ieri arciprete della Basilica posta sulla via Ostiense, è tornato sulla questione delle indagini compiute intorno al sarcofago che potrebbe contenere i resti mortali di Paolo. Accompagnato da Ulderico Santamaria, docente di scienza e tecnologia dei materiali all’Università della Tuscia e direttore del Laboratorio di diagnostica per la conservazione e restauro dei Musei Vaticani, il cardinale ha nuovamente incontrato i giornalisti nella Sala Stampa vaticana, proprio nel giorno in cui (come riferiamo più ampiamente a parte) venivano annunciate l’accettazione da parte del Papa della sua rinuncia per motivi di età e la nomina del successore, monsignor Francesco Monterisi, fino a ieri segretario della Congregazione per i vescovi.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, sia Montezemolo, che Santamaria hanno spiegato come si è svolta l’indagine all’interno del sarcofago, realizzata attraverso l’analisi del carbonio 14. Innanzitutto è stato ribadito che il grande contenitore marmoreo non è stato aperto, ma vi è stato praticato un foro millimetrico per inserire una sonda con cui sono stati estratti microframmenti di lana tinta con porpora e di filati con indaco (il che farebbe pensare a una personalità di riguardo) insieme a submillimetrici frammenti di ossa. «All’interno del sarcofago – ha sottolineato Santamaria – è stata rilevata anche presenza di incenso, dato importante per il valore religioso. Dagli esami è emerso che i resti risalgono ad un periodo compreso tra il I ed il II secolo». «L’uso di una sonda – ha quindi aggiunto lo studioso – ha ridotto al minimo l’invasività dell’esame ed i rischi di danneggiamento dell’interno evitando l’ingresso di molto ossigeno nella tomba». Tuttavia «i frammenti ossei prelevati, proprio per le loro dimensioni microscopiche non rendono possibile l’esame del Dna, che richiede molto più materiale». Tutti gli esami scientifici, è stato precisato nel corso dell’incontro con i giornalisti, «sono stati condotti sotto il controllo dei laboratori dei Musei Vaticani».
Dopo questa prima indagine, condotta in segretezza, la decisione su come e se continuare spetta di nuovo al Papa. Così si è espresso il cardinale Montezemolo in risposta a una specifica domanda dei giornalisti. Allo stesso modo il porporato non ha voluto pronunciarsi circa la possibilità di una pubblicazione futura che riporti i dati completi della ricerca effettuata. L’arciprete ormai emerito della Basilica di San Paolo fuori le Mura ha affermato che potrebbe essere «un passaggio decisivo nella valorizzazione della ricerca anche in virtù del fatto che il monitoraggio e la ricerca sono stati eseguiti in segretezza. Ulteriori studi sulla tomba – ha comunque concluso – devono essere autorizzati dal Pontefice».
© Copyright Avvenire, 4 luglio 2009
le nomine
Basilica di San Paolo fuori le Mura: Monterisi è il nuovo arciprete
Succede a Lanza di Montezemolo. Congregazione per i vescovi: Monteiro de Castro designato segretario
DA ROMA
GIANNI CARDINALE
Ieri, proprio in corrispondenza della conferenza stampa che ha segnato la fine dell’Anno Paolino, Benedetto XVI ha accolto la rinuncia, presentata per motivi di età, all’incarico di arciprete della Basilica papale di san Paolo fuori le Mura dal cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, che compirà 84 anni a fine agosto.
Al suo posto ha nominato l’arcivescovo Francesco Monterisi, dal 1998 segretario della Congregazione per i vescovi, che a sua volta verrà sostituito dall’arcivescovo portoghese Manuel Monteiro de Castro, che dal 2000 era nunzio apostolico in Spagna.
Monsignor Monterisi, pugliese, 75 anni compiuti a fine maggio, è originario di Barletta, è stato ordinato sacerdote nel 1957 ed è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede nel 1964 dopo essersi laureato in teologia e diritto canonico a Roma. Negli anni Sessanta presta servizio nelle nunziature di Madagascar ed Egitto, quindi dal 1970 lavora nell’allora Consiglio per gli affari pubblici della Chiesa (l’attuale seconda sezione della Segreteria di Stato) occupandosi prevalentemente del Medio Oriente. Nel dicembre 1982 viene promosso arcivescovo (riceverà l’ordinazione il 6 gennaio 1983) e rappresentante pontificio in Corea, dove rimane fino al 1987, quando torna a Roma come nunzio a disposizione. Nel giugno 1990 diventa delegato per le rappresentanze pontificie in Se- greteria di Stato (una specie di capo del personale), e nel giugno 1993 Giovanni Paolo II lo nomina primo nunzio apostolico nella neonata Bosnia Erzegovina. Nel marzo 1998 arriva la promozione a segretario della importante Congregazione per i vescovi.
Come già detto in quest’ultimo incarico Benedetto XVI ha scelto come successore di Monterisi il portoghese Monteiro de Castro, 71 anni, originario dell’arcidiocesi di Braga. Ordinato sacerdote nel 1961, laureato in diritto canonico, Monteiro de Castro è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede nel 1967 e ha prestato successivamente servizio nelle rappresentanze pontificie di Panama, Guatemala, Vietnam, Australia, Messico e Belgio. Per sei mesi, nel 1981, ha anche lavorato in Segreteria di Stato. Nel febbraio 1985 viene promosso arcivescovo (ordinato il 23 marzo) e nunzio a Trinidad e Tobago e altri Stati delle Antille. Nel 1990 diventa nunzio in El Salvador e Honduras. Nel febbraio 1998 arriva la nomina a nunzio in Sud Africa e in altri Paesi vicini. Dal marzo 2000 è stato poi nunzio in Spagna e nel principato di Andorra, nonché osservatore permanente presso l’Organizzazione mondiale del turismo.
A Madrid Monteiro de Castro dal 2004 ha avuto, tra l’altro, il delicato compito di trattare con il governo 'laicista' di José Luis Rodriguez Zapatero. Come segretario del dicastero guidato dal cardinale Giovanni Battista Re, Monteiro de Castro diventa anche segretario del Collegio cardinalizio.
© Copyright Avvenire, 4 luglio 2009
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