martedì 23 giugno 2009

Il Papa da Padre Pio. Monito ai frati: rischio secolarizzazione (Vecchi)


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DAL NOSTRO INVIATO
SAN GIOVANNI ROTONDO (Foggia)

Gian Guido Vecchi

La cella numero 1 è un cubicolo intonacato di bianco largo quanto il lettuccio di metallo contro la parete di fondo. Una Madonna con Bambino sopra la testiera, un lavello di smalto, un tavolino di legno, una sedia.
Benedetto XVI arriva subito qui, al primo piano del convento dei cappuccini, resta in silenzio nel luogo dove Padre Pio morì nel ‘68, quindi scende nella cripta sotterranea e prega in ginocchio davanti alla teca di cristallo che mostra le spoglie del santo di Pietrelcina, benedice il reliquiario che ne custodisce il cuore.

Questo è l’essenziale: il grande teologo, primo pontefice a San Giovanni Rotondo da quando Padre Pio è divenuto santo, che indica in quell’uomo «semplice, di umili origini » e «afferrato da Cristo», in quel frate che come Gesù ha ingaggiato «il combattimento più radicale» contro «lo spirito del male» e «gli assalti del diavolo» difendendosi con «lo scudo della fede», un modello per sacerdoti e fedeli.

Tutto risale alla «testimonianza del primato di Dio»: anche l’esortazione all’«accoglienza doverosa» ai rifugiati o il monito contro i «rischi di secolarizzazione e attivismo» a San Giovanni Rotondo come in tutta la Chiesa.
Di immigrazione Benedetto XVI parla all’Angelus, prima che si scateni un nubifragio e subito dopo la messa celebrata (con il calice del santo) davanti a cinquantamila fedeli nel sagrato della chiesa «San Pio» di Renzo Piano.
Il Papa ricorda la Giornata Onu del rifugiato: «Molte sono le persone che cercano rifugio in altri Paesi fuggendo da situazioni di guerra, persecuzione e calamità, e la loro accoglienza pone non poche difficoltà, ma è tuttavia doverosa», scandisce. «Voglia Iddio che, con l’impegno di tutti, si riesca il più possibile a rimuovere le cause di un fenomeno tanto triste».
Non è l’unico motivo di tristezza.
Benedetto XVI richiama il tema centrale dell’«anno sacerdotale» appena iniziato: «I rischi dell’attivismo e della secolarizzazione sono sempre presenti».
E lo dice a San Giovanni Rotondo, sei milioni e mezzo di pellegrini nell’ultimo anno, un fiume di offerte per messe e intenzioni di preghiera, l’ospedale d’eccellenza voluto da Padre Pio, hotel come funghi e un fiorente commercio di souvenir religiosi.
Il Papa scandisce: «La mia visita ha anche lo scopo di confermarvi nella fedeltà alla missione ereditata dal vostro amatissimo Padre. Molti di voi, religiosi, religiose e laici, siete talmente presi dalle mille incombenze richieste dal servizio ai pellegrini, oppure ai malati nell’ospedale, da correre il rischio di trascurare la cosa veramente necessaria: ascoltare Cristo per compiere la volontà di Dio».
Benedetto XVI visita l’ospedale, incontra i giovani («non perdetevi d’animo!») e accenna alla disoccupazione «che interessa in maniera drammatica» i ragazzi del Sud. Infine inaugura la nuova cripta sotto la chiesa di Piano, tra l’oro degli ex voto e i mosaici di padre Rupnik, destinata a custodire le spoglie del santo.
La sera una folla di pellegrini continua ad allungarsi all’ingresso della vecchia cripta nella chiesa annessa al convento. I cappuccini assicurano che la traslazione nella chiesa vaticana si farà, ma non c’è una data né mancano tensioni e interessi.
La famosa secolarizzazione evocata dal Papa: «Quando vi accorgete che siete vicini a correre questo rischio, guardate a Padre Pio».

© Copyright Corriere della sera, 22 giugno 2009

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