martedì 23 giugno 2009
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Il Papa: «Disoccupati, la Chiesa è con voi»
Ratzinger abbraccia i giovani del Sud e prega davanti alle spoglie di Padre Pio: «Lottò contro il diavolo»
FRANCA GIANSOLDATI
dal nostro inviato
SAN GIOVANNI ROTONDO - E’ racchiuso in una piccola teca di cristallo il cuore grande di Padre Pio. Papa Ratzinger si avvicina commosso a quell’ammasso nerastro di tessuti cardiaci raccolti dopo la ricognizione canonica delle spoglie. Tocca il reliquiario, lo benedice. Nell’oscurità della cripta il pensiero dei presenti corre alle grandi opere sgorgate da quel cuore tanto generoso. Il corpo di Padre Pio, da mesi esposto alla venerazione dei fedeli, sembra dormire sereno con quella maschera di silicone sul volto, talmente ben fatta da sembrare vera. Anche da morto attira gente come una calamita. L’esempio di carità che questo frate ha lasciato ai posteri è tutt’ora il motore finanziario del santuario e della Casa Sollievo della Sofferenza, uno dei poli ospedalieri più all’avanguardia in Italia, dove le donazioni arrivano copiose da tutto il mondo. Una delle ultime, di ben 4 milioni di euro, proviene dalle Filippine. Impossibile però quantificare il flusso complessivo di denaro che entra nelle casse dei frati. E’ uno dei segreti meglio custoditi, tanto che persino i vertici del Vaticano sembra lo ignorino. Al santuario ogni giorno code di fedeli lasciano offerte su offerte per la celebrazione di messe, da pochi euro a parecchie centinaia. Un ufficio con due suore e una volontaria fanno orario continuato per accontentare tutti. Raccolgono le richieste, scrivono il nome dell’offerente, l’indirizzo per ringraziarlo. Hanno persino una macchinetta per contare e verificare le banconote. Il meccanismo è organizzato ed efficiente. «I rischi dell’attivismo e della secolarizzazione sono sempre presenti, perciò la mia visita ha anche lo scopo di confermarvi nella fedeltà alla missione ereditata dal vostro amatissimo Padre Pio» dice Benedetto XVI nella messa celebrata davanti alla grandiosa chiesa progettata da Renzo Piano ed inagurata nel 2004. 50 mila persone sfidando i nuvoloni carichi di pioggia che oscurano il cielo, ascoltano attente. «Cari amici, frati minori cappuccini, membri dei Gruppi di preghiera e fedeli tutti di San Giovanni Rotondo, voi siete gli eredi di Padre Pio e l’eredità che vi ha lasciato è la santità». E carità e preghiera, ricorda il Papa, erano gli elementi che hanno caratterizzato il cammino del frate pugliese. Le stimmate segnarono il suo corpo e le più grandi tempeste che lo hanno minacciato «erano gli assalti del diavolo, dai quali si difese con lo scudo della fede». Padre Belpiede, portavoce dei cappuccini, commenta il richiamo positivamente: «E’ rivolto anche ai laici e non solo ai religiosi. Tutti, infatti, dobbiamo operare per armonizzare l’aspetto della preghiera e quello dell’attività caritativa, l’una non può essere disgiunta dall’altra». Anche venerdì scorso, a san Pietro, aprendo l’anno sacerdotale, davanti alle reliquie del curato d’Ars, ha lanciato un analogo appello. Non è un caso se il paragone tra San Giovanni Vianney e San Pio è una logica conseguenza. «Quante persone hanno cambiato vita grazie al suo paziente ministero sacerdotale; quante lunghe ore egli trascorreva in confessionale! Come per il Curato d’Ars, è proprio il ministero di confessore a costituire il maggior titolo di gloria e il tratto distintivo di questo santo cappuccino». Nel pomeriggio, dopo un pranzo nella mensa dell’ospedale (menù pugliese, orecchiette, filetto e fagiolini), ha incontrato gli ammalati e i medici. «Padre Pio voleva che in questa attrezzata struttura sanitaria si potesse toccare con mano che l’impegno della scienza nel curare il malato non deve mai disgiungersi da una filiale fiducia verso Dio». Prima di partire Benedetto XVI recita una preghiera per i giovani disoccupati del Sud che faticano a trovare lavoro. «Non scoraggiatevi. La Chiesa non vi abbandona». E Padre Pio nemmeno.
© Copyright Il Messaggero, 22 giugno 2009 consultabile online anche qui.
IL DIAVOLO
Benedetto XVI a San Giovanni Rotondo ha messo in guardia i fedeli dell’esistenza del diavolo, avvalorando uno degli aspetti più inquietanti della vita di Padre Pio, le estenuanti lotte con il demonio che avvenivano soprattutto la notte nella cella numero uno del convento. I frati cappuccini raccontavano al mattino di avere udito rumori terribili, urla, mobili spostati, tonfi pesanti sul pavimento, provenienti dalla celletta di San Pio. «Come e' stato per Gesu', la vera lotta, il combattimento radicale Padre Pio ha dovuto sostenerli non contro nemici terreni, bensì contro lo spirito del Male. Le piu' grandi tempeste che lo minacciavano - ha detto Papa Ratzinger - erano gli assalti del diavolo, dai quali egli si difese con l'armatura di Dio che è la parola di Dio».
F.Gia.
© Copyright Il Messaggero, 22 giugno 2009 consultabile online anche qui.
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