lunedì 27 aprile 2009

Elogio della coscienza: raccolti in un libro gli interventi del cardinale Joseph Ratzinger sulla verità interiore (Radio Vaticana)


Vedi anche:

DISCORSI, TESTI, INTERVISTE E OMELIE DEL TEOLOGO E DEL CARDINALE JOSEPH RATZINGER

Cardinale Ratzinger: il Papa non impone dall'esterno ma sviluppa la memoria cristiana e la difende (da "Il Sabato", 16 marzo 1991)

Benedetto XVI, "Elogio della coscienza. La verità interroga il cuore", Cantagalli 2009

Joseph Ratzinger: «La libertà di coscienza conta più del Papa» (Tornielli)

L’elogio di Papa Ratzinger alla «coscienza dell’uomo» (Calabrò)

J. Ratzinger: Bisogna rifuggire dalla falsa concezione della coscienza soggettiva altrimenti si giustificano le SS (Izzo)

Elogio della coscienza: raccolti in un libro gli interventi del cardinale Joseph Ratzinger sulla verità interiore

Esce domani in libreria per i tipi della Cantagalli il libro Elogio della coscienza (pag.176, 13,50 euro), raccolta di interventi del cardinale Joseph Ratzinger sulla questione fondamentale della coscienza.
L’opera raccoglie una serie di testi preparati dal futuro Benedetto XVI, tra il 1990 e il 2000. Prendendo spunto da riflessioni su Socrate, Platone, Agostino, i Padri della Chiesa e in particolare John H. Newman, il cardinale Ratzinger si sofferma su fede, verità e coscienza. In questo servizio di Alessandro Gisotti, ripercorriamo alcuni passaggi dell’articolato intervento del futuro Papa del 16 marzo del 1991 che dà anche il titolo alla raccolta:


“Certamente se io dovessi portare la religione in un brindisi dopo un pranzo — cosa che non è molto indicato fare — allora io brinderei per il Papa. Ma prima per la coscienza e poi per il Papa”: il cardinale Joseph Ratzinger prende l’abbrivio dalla famosa affermazione del cardinale Newman, nella Lettera al Duca di Norfolk, per un elogio appassionato della coscienza dell’uomo.
In una conferenza tenuta il 16 marzo del 1991, il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede sottolinea la connessione fondamentale tra coscienza e verità. Per questo, avverte, bisogna rifuggire dalla falsa concezione della coscienza soggettiva.
Altrimenti, annota il porporato, anche i membri delle SS naziste sarebbero giustificati perché hanno portato a compimento le loro atrocità “con un’assoluta certezza di coscienza”. Di qui il ruolo essenziale del senso di colpa, “necessario per l’uomo quanto il dolore fisico quale sintomo che permette di riconoscere i disturbi alle normali funzioni dell’organismo”.

Chi “non è più capace di percepire la colpa – è la sua riflessione – è spiritualmente ammalato”. Il “non vedere più le colpe, l’ammutolirsi della voce della coscienza in così numerosi ambiti della vita – ribadisce – è una malattia spirituale molto più pericolosa della colpa, che uno è ancora in grado di riconoscere come tale”. La colpa è proprio quella trascuratezza che “mi ha reso sordo alla voce della verità e ai suoi suggerimenti interiori. Per questo motivo, anche i criminali che agiscono con convinzione rimangono colpevoli”.
La “riduzione dell’uomo alla sua soggettività – prosegue – non libera affatto ma rende schiavo” e “significa al tempo stesso rinuncia alla verità”. Proprio la verità, soggiunge il cardinale Ratzinger, è al centro del pensiero di Newman sulla coscienza. Per il grande teologo inglese, infatti, era doveroso obbedire alla verità piuttosto che al proprio gusto, anche in contrasto con i propri sentimenti.
“Un uomo di coscienza – scrive il cardinale Ratzinger – è uno che non compra mai a prezzo della rinuncia alla verità, l’andar d’accordo, il benessere, il successo, la considerazione sociale e l’approvazione da parte dell’opinione dominante”.

Per il futuro Papa qui si tocca “il punto veramente critico della modernità: l’idea della verità è stata nella pratica eliminata e sostituita con quella di progresso”. Ma, rileva, la conseguenza è che “in un mondo senza punti fissi di riferimento non ci sono più direzioni” e prendono così il sopravvento “considerazioni di utilità”.
Eppure, costata, l’uomo è in grado di conoscere la verità, giacché è iscritta nel proprio cuore e la coscienza ne dà testimonianza. Richiamando San Basilio e Sant’Agostino, il cardinale Ratzinger afferma che l’amore di Dio “non ci viene imposto dall’esterno”, ma “viene infuso in noi precedentemente”. E così si comprende correttamente il brindisi di Newman prima per la coscienza. Il Papa, infatti, “non può imporre ai fedeli cattolici dei comandamenti solo perché egli lo vuole o perché lo ritiene utile”, “tutto il potere che egli ha è potere della coscienza”. Ancora, mette l’accento sulla “certezza della memoria cristiana”, “l’originaria memoria del bene e del vero”.
Il Papa, scrive il porporato, è garante di questa memoria che dev’essere continuamente purificata, ampliata e difesa contro le diverse forme di distruzione.
Ma qual è dunque, in definitiva, la novità del Cristianesimo? Il Logos, la Verità in persona, risponde il futuro Benedetto XVI e aggiunge: solo quando conosciamo e sperimentiamo interiormente questa Verità, che "ci ha amato ed ha bruciato le nostre colpe nel suo amore", “diventiamo liberi di ascoltare con gioia e senza ansia il messaggio della coscienza”.

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