venerdì 22 maggio 2009

Domenica il Papa celebrerà la Messa a Cassino prima della visita all'abbazia (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo questo bellissimo commento di Salvatore Izzo che ci aiuta a capire meglio la storia di Montecassino e della sua abbazia.
R.

PAPA: DOMENICA MESSA A CASSINO PRIMA DELLA VISITA ALL'ABBAZIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 mag.

Benedetto XVI celebrera' domenica mattina una messa nella citta' laziale di Cassino prima di compiere l'annunciata visita all'abbazia di Montecassino, che fu distrutta 65 anni fa da un bombardamento degli Alleati.
Il Papa, infatti, arrivera' alle 9,30 in elicottero nel Campo sportivo ''Salveti'' di Cassino e raggiungera' in auto Piazza Miranda dove si fermera' fino alle 12 per la celebrazione della messa e la preghiera del Regina Caeli.
Questa grande piazza di Cassino - secondo quanto si e' appreso - successivamente cambiera' nome per chiamarsi piazza Benedetto XVI a ricordo dell'evento. in Piazza Miranda di Cassino.
Subito dopo il Papa bendira' la nuova ''Casa della Carita''' di Cassino, voluta dall'abate Pietro Vittorelli, che per antica tradizione svolge la funzione di ordinario diocesano.
L'iniziativa e' ospitata nell'edificio ristrutturato del vecchio ospedale, adattato ora a mensa e dormitorio per i poveri.
Papa Ratzinger salira' dunque poco prima delle 13 all'Abbazia di Montecassino dove pranzera' con la comunita' Monastica. Nell'Abbazia fondata dal patrono dell'Europa San Benedetto - dal quale programmaticamente ha preso il nome per il suo pontificato - presiedera' poi i vespri con gli Abati Benedettini e le comunita' di monaci e monache dello stesso ordine. Infine una visita al Cimitero Militare Polacco per ricordare il sacrificio di tanti soldati che persero la vita per superare quel valico che nel 1944 era diventato un baluardo dei tedeschi.
La preghiera del Papa al Cimitero Militare Polacco di Montecassino sara' in memoria di tutte le vittime della Seconda Guerra Mondiale e fa seguito al pellegrinaggio che vi compirono nel 1994 i vescovi italiani in occasione del 50esimo anniversario degli eroici assalti alleati e dello scellerato bombardamento che essi stessi compirono, una contraddizione che continua a interrogare le coscienze e che a ben vedere e' quella che caratterizza tutte le guerre.
Nel febbraio del 1944, le forze alleate erano inchiodate sullo 'sbarramento Senger', costruito dalletruppe del Terzo Reich tra i monti Aurunci e la valle del Liri, e i loro numerosi attacchi erano stati respinti con notevoliperdite.
I tedeschi erano agevolati dal territorio impervio, costituito da rocce brulle presenti in modo particolare sul colle dell'Abbazia fondata da San Benedetto nell'Alto Medioevo, che a 519 metri di altitudine dominava la scena. Il piano del generale francese Juin prevedeva di aggirare l'ostacolo ma venne deciso il bombardamento dell'abbazia e dell'abitato di Cassino, come chiesto dal generale sir Bernard Freyberg, comandante del corpo d'armata neozelandese (e indiano) che aveva sostituito la 36esima divisione americana e gli eroici soldati polacchi che avevano pagato un tributo altissimo di sangue.
La decisione - che il generale Mark Clark, comandante della 5a armata americana, non riusci' a impedire pur considerando quel bombardamento un vero e proprio atto sacrilego - si rivelera’ un errore perche' le macerie dell'Abbazia rallentarono notevolmente la spinta offensiva delle truppe attaccanti, ma soprattutto per le tante vittime e la completa distruzione di un luogo simbolo del cristianesimo europeo alla cui valorizzazione Papa Ratzinger ha scelto in particolare di dedicarsi prendendo programmaticamente il nome del suo fondatore.
''Per creare un'unita' nuova e duratura, sono certo importanti - ha spiegato nella catechesi di una recente udienza generale - gli strumenti politici, economici e giuridici, ma occorre anche suscitare un rinnovamento etico e spirituale che attinga alle radici cristiane del Continente, altrimenti non si puo' ricostruire l'Europa.
Cercando il vero progresso, ascoltiamo anche oggi la Regola di san Benedetto come una luce per il nostro cammino. Il grande monaco rimane un vero maestro alla cui scuola possiamo imparare l'arte di vivere l'umanesimo vero''.
Pochi giorni prima di essere eletto alla Cattedra di Pietro, il primo aprile 2005, l'allore prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede ando' al Monastero di Santa Scolastica a Subiaco dove pronuncio' un discorso memorabile sul valore permanente della fede cristiana di fronte ai limiti dell'attuale cultura razionalista, che per molti osservatori rappresenta un'anticipazione del suo programma di Pontificato.
''Abbiamo bisogno di uomini come Benedetto da Norcia - era la tesi di fondo - il quale in un tempo di dissipazione e decadenza'' riusci' ''a fondare a Montecassino la citta' sul monte'' e a mettere ''insieme le forze dalle quali si formo' un mondo nuovo'' e di uomini, che come San Benedetto, ''tengano lo sguardo dritto verso Dio, imparando da li' la vera umanita'''.
Tre settimane dopo, il 27 aprile, in piazza San Pietro, il nuovo Pontefice tenne la sua prima udienza generale e si soffermo' sulla scelta del nome Benedetto, sottolineando quanto il Patriarca del monachesimo occidentale sia venerato nella sua terra natale, la Baviera: ''San Benedetto - disse - costituisce un fondamentale punto di riferimento per l'unita' dell'Europa e un forte richiamo alle irrinunciabili radici cristiane della sua cultura e della sua civilta'''.
''All'inizio del mio servizio come Successore di Pietro - scandi' - chiedo a San Benedetto di aiutarci a tenere ferma la centralita' di Cristo nella nostra esistenza. Egli sia sempre al primo posto nei nostri pensieri e in ogni nostra attivita'''.
A San Benedetto il Papa ha dedicato l'anno scorso anche un altro grande discorso, quello al mondo della cultura al College des Bernardins di Parigi, nel settembre 2008.
Le radici della cultura europea, ribadisce, affondano nel terreno fertile del monachesimo occidentale. I monaci, ha rilevato in quell'occasione, cercando Dio fondarono una nuova civilta'. Parlando agli uomini di cultura della Francia, Ratzinger ha voluto metterli in guardia da una cultura ''meramente positivistica'' che rimuova la domanda circa Dio. Sarebbe, ha avvertito, ''un tracollo dell'umanesimo''.
''Cio' che ha fondato la cultura dell'Europa, la ricerca di Dio e la disponibilita' ad ascoltarLo - ha ribadito - rimane anche oggi il fondamento di ogni vera cultura''. Infine, il 20 settembre scorso, ricevendo agli abati benedettini di tutto il mondo, li ha esortati ad annunciare senza compromessi il primato di Dio, specie in un mondo sempre piu' desacralizzato: ''nei vostri monasteri, voi per primi rinnovate e approfondite quotidianamente l’incontro con la persona del Cristo, che avete sempre con voi come ospite, amico e compagno. Per questo i vostri conventi sono luoghi dove uomini e donne, anche nella nostra epoca, accorrono per cercare Dio e imparare a riconoscere i segni della presenza di Cristo, della sua carita', della sua misericordia''.

© Copyright (AGI)

FOTO: La pianta dell'Abbazia di Montecassino.

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