domenica 5 luglio 2009

Il Papa al G8: "L'etica salvi dalla crisi" (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA A G8: "ETICA SALVI DA CRISI", MA S.SEDE IN ROSS0

(AGI) - CdV, 4 lug.

(di Salvatore Izzo)

Ai potenti della Terra che parteciperanno al G8 dell'Aquila, il Papa ricorda oggi - in una lettera al premier italiano Silvio Berlusconi - che "la misura dell'efficacia tecnica dei provvedimenti da adottare per uscire dalla crisi coincide con la misura della sua valenza etica".
Occorre cioe' "tener presenti le concrete esigenze umane e familiari" e prima di tutto impegnarsi per "l'effettiva creazione di posti di lavoro per tutti, che consentano ai lavoratori e alle lavoratrici di provvedere in maniera degna ai bisogni della famiglia, e assolvere alla primaria responsabilita' che hanno nell'educare i figli e nell'essere protagonisti nelle
comunita' di cui sono parte". In proposito il Papa cita Giovanni Paolo II e con le parole della "Centesimus Annus" proclama che "una societa' in cui questo diritto sia sistematicamente negato, in cui le misure di politica economica non consentano ai lavoratori di raggiungere livelli soddisfacenti di occupazione, non puo' conseguire ne' la sua legittimazione etica ne' la pace sociale".
Secondo Ratzinger, "proprio a tale scopo, si impone l'urgenza di un equo sistema commerciale internazionale, dando attuazione - e se necessario persino andando oltre - alle decisioni prese a Doha nel 2001, in favore dello sviluppo.
Auspico - scrive - che ogni energia creativa venga impiegata per assolvere agli impegni assunti al Vertice Onu del Millennio circa l'eliminazione della poverta' estrema entro il 2015".
"E' doveroso - afferma il Papa teologo - riformare l'architettura finanziaria internazionale per assicurare il coordinamento efficace delle politiche nazionali, evitando la speculazione creditizia e garantendo un'ampia disponibilita' internazionale di credito pubblico e privato al servizio della produzione e del lavoro, specialmente nei Paesi e nelle regioni piu' disagiati". Dal Papa anche un appello a non tagliare gli aiuti ai paesi piu' poveri: "Con la stessa forza con cui Giovanni Paolo II chiese il condono del debito estero, vorrei anch'io fare appello ai Paesi membri del G8, agli altri Stati rappresentati e ai Governi del mondo intero, affinche' l'aiuto allo sviluppo, soprattutto quello rivolto a valorizzare la risorsa umana, sia mantenuto e potenziato, non solo nonostante la crisi, ma proprio perche' di essa e' una delle principali vie di soluzione".
"L'attuale crisi economica mondiale - rileva il Papa nella Lettera che una singolare coincidenza ha voluto fosse resa nota insieme ai bilanci del Vaticano, falcidiati dalla crisi - comporta la minaccia della cancellazione o della drastica riduzione dei piani di aiuto internazionale, specialmente in favore dell'Africa e degli altri Paesi economicamente meno sviluppati".
Secondo Papa Ratzinger, invece, "e' investendo sull'uomo - su tutti gli uomini e le donne della Terra - che si potra' riuscire ad allontanare in modo efficace le preoccupanti prospettive di recessione mondiale: e' in verita' questa la strada per ottenere, per quanto possibile, un andamento dell'economia mondiale a beneficio degli abitanti di ogni Paese, ricco e povero, grande e piccolo".
Infine l'invito a "rafforzare il multilateralismo, non solo per le questioni economiche, ma per l'intero spettro delle tematiche riguardanti la pace, la sicurezza mondiale, il disarmo, la salute, la salvaguardia dell'ambiente e delle risorse naturali per le generazioni presenti e future".
"Si ascolti - invoca il Pontefice - la voce dell'Africa e dei Paesi meno sviluppati economicamente. Si ricerchino modi efficaci per collegare le decisioni dei vari raggruppamenti dei Paesi, compreso il G8, all'Assemblea delle Nazioni Unite, dove ogni Nazione, quale che sia il suo peso politico ed economico, puo' legittimamente esprimersi in una situazione di uguaglianza con le altre". Da parte sua, anche il Vaticano come Stato, sente gli effetti della crisi: se il bilancio dei dicasteri della Santa Sede, le cui spese sono sostenute in parte dalla Chiese locali e dagli istituiti religiosi con contributi in proporzione alle rispettive possibilita', e' quest'anno in rosso contenuto (900 mila euro, contro i circa 9 milioni del bilancio 2007, deficit comunque compensato dai risultati positivi complessivi per oltre 15 milion registrati nei precedenti tre anni) a preoccupare e' la performance negativa del Governatorato, l'ente che gestisce la Citta' del Vaticano con le sue basiliche, musei e edifici, che e' in rosso per circa 15 milioni di euro.
"Il Vaticano, come altri Stati - spiega il presidente del Governatorato, card. Giovanni Lajolo - ha subi­to la crisi mondiale economico-finanziaria", mentre e' stato comunque "notevole e' stato l'impegno economico e finanziario sostenuto per la tutela, valorizzazione e restauro del patrimonio artistico della Santa Sede (restauro della Cappella Paolina, interventi alle Basiliche Papali di San Paolo fuori le Mura e di Santa Maria Maggiore)". Inoltre, "sono stati altresi' rilevanti i costi sostenuti per la sicurezza all'interno dello Stato della Citta' del Vaticano e per i grandi lavori di ristrutturazione della Biblioteca Apostolica Vaticana". A causa della crisi, ha subito una modesta flessione anche "l'obolo di San Pietro", cioe' la raccolta con la quale i fedeli sostengono le attivita' caritative del Papa, scesa da 79 milioni di dollari a 75.

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