domenica 5 luglio 2009

Il Papa al G8: Contro la crisi, investite sull’uomo e ascoltate i Paesi poveri (AsiaNews)


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Il Papa scrive a Berlusconi in occasione del G8: "Si ascolti la voce dell’Africa e dei Paesi meno sviluppati economicamente! Agli illustri partecipanti all’incontro del G8, mi preme altresì ricordare che la misura dell’efficacia tecnica dei provvedimenti da adottare per uscire dalla crisi coincide con la misura della sua valenza etica"

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VATICANO - G8

Papa al G8: Contro la crisi, investite sull’uomo e ascoltate i Paesi poveri

Con una lettera al presidente Berlusconi, Benedetto XVI rivolge un appello ai capi del G8 e suggerimenti per uscire dalla crisi investendo su educazione, aiuti allo sviluppo, cancellazione del debito. È necessario convertire il nostro modello di sviluppo con valenze etiche e di solidarietà. Il G8 dovrebbe essere legato di più all’Onu, dove anche i Paesi poveri hanno voce di uguale peso a quelli ricchi.

Città del Vaticano (AsiaNews)

La soluzione alla crisi economica mondiale sta “nell’investire sull’uomo”, mantenendo e perfino “potenziando gli aiuti allo sviluppo” verso i Paesi poveri; garantendo una “valenza etica” alle soluzioni tecniche; ascoltando non solo i Paesi ricchi e con grandi successi economici, ma anche quelli “meno sviluppati”. È l’invito di Benedetto XVI ai capi di governo che stanno per radunarsi all’Aquila dall’8 al 10 luglio prossimi, diffuso attraverso una lettera inviata al presidente del Consiglio italiano, on. Silvio Berlusconi.
Il papa fa notare che il G8 (a cui parteciperanno gli 8 Paesi più ricchi e alcuni altri), avviene quasi in concomitanza con la pubblicazione della sua enciclica sociale dal titolo “Caritas in veritate”. Il pontefice chiede ai capi delle nazioni di guardare alla “crisi economico-finanziaria in corso” e ai “cambiamenti climatici” per “ ‘convertire’ il modello di sviluppo globale, rendendolo capace di promuovere, in maniera efficace, uno sviluppo umano integrale, ispirato ai valori della solidarietà umana e della carità nella verità”.
Ricordando gli appelli di Giovanni Paolo II alla cancellazione del debito dei Paesi poveri e allo sradicamento della povertà, Benedetto XVI sottolinea che ciò può avvenire solo nella solidarietà dei governi e dei Paesi più avanzati. La crisi economica-finanziaria che sta colpendo il pianeta rende tali responsabilità “ancora più pressanti”. Infatti “è reale il rischio non solo che si spengano le speranze di uscire dalla povertà estrema, ma che anzi cadano nella miseria pure popolazioni finora beneficiarie di un minimo benessere materiale”.
Per questo – a differenza di quanto tutti gli Stati stanno facendo – il papa chiede che “l’aiuto allo sviluppo, soprattutto quello rivolto a ‘valorizzare’ la ‘risorsa umana’, sia mantenuto e potenziato, non solo nonostante la crisi, ma proprio perché di essa è una delle principali vie di soluzione”.
Occorre “investire sugli uomini” soprattutto garantendo l’educazione base per tutti, entro il 2015.
“L’educazione – afferma Benedetto XVI - è condizione indispensabile per il funzionamento della democrazia, per la lotta contro la corruzione, per l’esercizio dei diritti politici, economici e sociali e per la ripresa effettiva di tutti gli Stati, poveri e ricchi”.
Il papa sottolinea anche che occorre salvaguardare una “valenza etica” nelle soluzioni economiche.
Ciò significa anzitutto che è necessaria una “effettiva creazione di posti di lavoro per tutti, che consentano ai lavoratori e alle lavoratrici di provvedere in maniera degna ai bisogni della famiglia, e di assolvere alla primaria responsabilità che hanno nell’educare i figli e nell’essere protagonisti nelle comunità di cui sono parte”. Ma occorre anche “riformare l’architettura finanziaria internazionale… evitando la speculazione creditizia e garantendo un’ampia disponibilità internazionale di credito pubblico e privato al servizio della produzione e del lavoro, specialmente nei Paesi e nelle regioni più disagiati”.
Il pontefice elogia i primi passi di multilateralismo che hanno fatto passare dal G8 al G 20, allargando il gruppo ad altri Paesi. Egli però fa notare che non bisogna allargare solo ai “Paesi più importanti o con un più marcato successo economico” (v. Cina, India, Brasile,…), ma anche a quelli più poveri. “Si ascolti pertanto – aggiunge il papa - la voce dell’Africa e dei Paesi meno sviluppati economicamente! Si ricerchino modi efficaci per collegare le decisioni dei vari raggruppamenti dei Paesi, compreso il G8, all’Assemblea delle Nazioni Unite, dove ogni Nazione, quale che sia il suo peso politico ed economico, può legittimamente esprimersi in una situazione di uguaglianza con le altre”.
Infine Benedetto XVI apprezza che la sede dell’imminente G8 sia a L’Aquila, la città che ha subito un grande terremoto, ma ha anche assistito a una enorme solidarietà in Italia e all’estero.
“Questa mobilitazione solidale – ha concluso - potrebbe costituire un invito per i membri del G8 e per i Governi e i Popoli del mondo ad affrontare uniti le attuali sfide che pongono improrogabilmente l’umanità di fronte a scelte decisive per il destino stesso dell’uomo, intimamente connesso con quello del creato”.

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