mercoledì 15 luglio 2009
La visita del Papa a Viterbo e a Bagnoregio del 6 settembre illustrata dal vescovo della città, Lorenzo Chiarinelli (Radio Vaticana)
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La visita del Papa a Viterbo e a Bagnoregio del 6 settembre illustrata dal vescovo della città, Lorenzo Chiarinelli
La visita di Benedetto XVI a Viterbo e a Bagnoregio, prevista il prossimo 6 settembre, sarà un evento da vivere in modo “fecondo e sereno”. E’ quanto ha detto il vescovo di Viterbo, mons. Lorenzo Chiarinelli, illustrando lunedì scorso alla Giunta e al Consiglio comunale della città la visita pastorale di Benedetto XVI nella terra della “città dei Papi”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il programma della visita di Benedetto XVI si snoda attraverso un percorso che segue le orme di Santa Rosa, Patrona di Viterbo, e di San Bonaventura da Bagnoreggio, del quale oggi la Chiesa celebra la memoria liturgica. Il territorio viterbese, profondamente intrecciato nel corso dei secoli con la storia della Chiesa, è legato anche a quella di diversi Pontificati. A Viterbo - ha ricordato mons. Lorenzo Chiarinelli - sono stati eletti 5 Papi. La città, dove sono sepolti 4 Pontefici, ha anche ospitato 50 Papi. Si deve dunque accrescere - ha spiegato il presule - “l’impegno per la fioritura delle radici di Viterbo come città che custodisce e valorizza prestigiose stagioni della sua storia”. Ma la visita pastorale di Benedetto XVI è soprattutto un incontro con i suoi abitanti.
Il Papa - ha detto mons. Lorenzo Chiarinelli - arriverà al campo sportivo e successivamente si trasferirà al Palazzo dei Papi da dove saluterà la cittadinanza. Il Santo Padre si recherà poi nella Valle Faul per la celebrazione liturgica e la recita dell’Angelus.
Nel primo pomeriggio, vedrà la Macchina di Santa Rosa e si recherà nella Cattedrale della Santa Patrona di Viterbo. Benedetto XVI visiterà quindi il Santuario della Madonna della Quercia, dove pregherà in compagnia delle monache di clausura del territorio viterbese.
In seguito, si trasferirà a Bagnoregio, dove visiterà l’unica reliquia rimasta di San Bonaventura. Successivamente, rivolgerà un discorso ai cittadini presenti nella piazza e infine farà ritorno a Castel Gandolfo. Sugli auspici per la visita del Papa a Viterbo e a Bagnoregio ascoltiamo, al microfono di Isabella Piro, mons. Lorenzo Chiarinelli:
“Vorrei che fossero primarie due realtà. Una è che il pastore, che viene a confermarci nella fede, facesse riemergere nel cuore di tutti il bisogno e la gioia del credere. La fede, soprattutto per le giovani generazioni, è l’energia che indica e fa innamorare della meta verso cui ci muoviamo. La seconda è che in una società, alquanto frammentata, ci sono spesso delle articolazioni difficili a comporsi sul piano delle culture, delle esperienze religiose, delle economie e delle politiche. L’auspicio è che il senso dell’unità prevalga su quello delle differenze e che realmente la nostra società si costruisca su quei pilastri che sono la libertà, la verità, la carità e la giustizia. Credo che la visita del Papa, con il suo messaggio e con la sua preghiera, possa essere il dono da custodire e da far fruttificare”.
Altri doni preziosi sono quelli offerti dalla testimonianza dei Santi. San Bonaventura, di cui oggi la Chiesa ricorda la memoria, insegna in particolare a cercare la patria futura. Ancora mons. Lorenzo Chiarinelli:
“Vivere la fede alla luce della teologia bonaventuriana vuol dire camminare con il mistero che ci viene consegnato dal Cristo dentro i dinamismi del tempo, sostenuti però dalla speranza che è certezza garantita di una pienezza. Non è una fuga dalle sfide quella che la storia, il tempo e la società consentono. Questo collocarsi nella ricerca bonaventuriana è un insegnamento a vivere dentro il tempo, ma con la certezza di quello che San Paolo diceva: noi cerchiamo una patria futura”.
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4 commenti:
la fama continua a inseguirti, ehehehehe
http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2009/07/15/205903-blog_ratzinger_difende_vaticanista_cacciato.shtml
Vado a nascondermi dietro ad un cespuglio :-)
ma no, dietro al cespuglio andrà il tuo coniglietto. Assieme a tanti coniglioni mediatici che conosciamo. Molto meno simpatici.
Cara, hai avuto la soddisfazione di dire la tua, il che è stato considerato, in un panorama in cui molti hanno avuto timore a fiatare. Almeno questa è la mia impressione.
Ormai credo che sia tardi per costruire su Balducci il profilo di Guglielmo Oberdan (anche se tutto è possibile), il fatto definitivo per me è stato (oltre al tuo parere, ehehehhehehe) quello di Sergio Zavoli. Anche Beltrandi (radicale) dice "è indifendibile", il giornalista spiritoso s'intende.
Beh, se qualcuno volesse rispolverare qualche caso trattato in modo più indulgente, non sarebbe male. Non per censurare il meschino, ma solo per giustizia.
Eh, me ne ricordo di casi....
Il caro "peloso" e' troppo smorfioso per andare dietro ad un cespuglio.
In questo momento sta spaparanzato a zampe all'aria, al centro della stanza, dove puo' godere dell'unico spiffero di aria che c'e' in casa :-))
Credo anche io che l'intervento fondamentale sia stato quello di Zavoli.
Di casi precedenti sono pieni gli archivi ehehehhe
Un abbraccio
R.
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