mercoledì 15 luglio 2009

Caritas in veritate, Benedetto XVI mette fine al conflitto tra capitale e lavoro (Preti)


Vedi anche:

Il mercato di Benedetto XVI: nell'enciclica prevale la parola "fiducia" (Serio)

"Caso" Balducci, Sergio Zavoli scrive a Garimberti e Masi: Serve più responsabilità

Avviso ai naviganti: ritardo nella pubblicazione dei commenti ai post

Il Papa a Les Combes: cronaca della seconda giornata (Pinna)

Rimozione di Balducci: provvedimento francamente esagerato

Rimosso vaticanista Tg3 dopo le polemiche su un servizio

Intervista al vescovo di Aosta, Mons. Anfossi: Benedetto XVI a Les Combes tra natura, musica e libri (Osservatore Romano)

Relax e passeggiate per il Papa nel secondo giorno in Valle d'Aosta

Il Papa, lettura consigliata per i moderni delusi dalla modernità (Bruno Mastroianni)

Sulla chiesa "osservatorio" di Le Corbusier (Francesco Colafemmina)

L'ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE" E' IL TESTO PIU' VENDUTO DELLA SETTIMANA

Il Papa in Valle d’Aosta: «Riposo e un po’ di lavoro» (Mazza)

Caritas in veritate, da Paolo VI a Benedetto XVI. La Chiesa di fronte alla globalizzazione (Raffaele Iannuzzi)

Samuelson è con il Papa: No al capitalismo selvaggio (Giovanna D'Arbitrio)

L’Africa ha fornito l’inchiostro dell’ultima straordinaria enciclica (Scelzo)

Benedetto XVI e gli Usa, elogio alla libertà di coscienza (Casavola)

Il mercato non è morto, è la leadership che non sta bene: Gianni Riotta commenta la "Caritas in veritate"

Padre Lombardi: l'informazione rispetti la Chiesa e la persona del Papa. Numeri da best seller per la Caritas in Veritate (Izzo)

Giuliano Ferarra: "I suonatori di organetto che vogliono eliminare la sofferenza" (Il Foglio)

LE VACANZE DEL PAPA IN VALLE D'AOSTA (13-29 LUGLIO 2009)

ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE": LO SPECIALE DEL BLOG

ENCICLICA/ Benedetto XVI mette fine al conflitto tra capitale e lavoro

Paolo Preti

mercoledì 15 luglio 2009

È un’enciclica teologica, più che sociale.
E riguarda l’agire umano, certo anche quello economico, di ogni tempo non solo o soprattutto quello dei momenti di crisi che viviamo oggi. Mentre sulle conseguenze operative non ho trovato particolari novità, sulle motivazioni originali dell’opera umana la profondità della riflessione è apparsa, a un osservatore ignorante quale sono, fulminante. Più che i piani della casa mi hanno colpito dunque le fondamenta.
Carità, verità, giustizia e bene comune: in particolare i primi sette punti dell’enciclica richiedono ad ogni persona di buona volontà uno studio serio e meditato. Uno spunto tra i tanti necessari. «La carità eccede la giustizia, perché amare è donare, offrire del “mio” all’altro; ma non è mai senza la giustizia, la quale induce a dare all’altro ciò che è “suo”, ciò che gli spetta in ragione del suo essere e del suo operare. Non posso “donare” all’altro del mio, senza avergli dato in primo luogo ciò che gli compete secondo giustizia» (punto 6).
Facile, e probabilmente abusato anche se giusto, applicare queste parole all’imprenditore, meno usuale, ma altrettanto giuste riferirle al collaboratore. A tema non c’è un contratto di lavoro, ma una concezione di persona., la sua vocazione e il suo destino che immediatamente spalancano al bene comune a cui ciascuno collabora secondo il proprio carisma. L’imprenditore mettendo a disposizione la predisposizione al rischio, che non tutti hanno in ugual misura, la capacità di trasformare un’idea in un fatto, il gusto per il particolare ben pensato, l’occasione occupazionale; il collaboratore partecipando con la propria dedizione, creatività, responsabilità. Entrambi donando se stessi, quanto di meglio ciascuno ha. E addio al conflitto di potere tra capitale e lavoro.
L’economia, così come troppo spesso la conosciamo, sembra progredire dove tutto questo viene poco o tanto dimenticato, dove queste affermazioni, magari anche solo incoscientemente come portato di una tradizione, non diventano cultura e comportamenti praticati. Quest’economia, che tanto benessere materiale ha portato al nostro popolo, rischia allora di smarrire il significato: “cosa conta avere conquistato il mondo, se perdi te stesso?”.
Per nostra fortuna esistono ancora spazi in cui persone, imprese e associazioni testimoniano, nel loro essere attori economici al pari di tanti altri, un possibile modo d’essere originale perché vero. E non è, innanzitutto e soprattutto, un problema di forme, di profit o no-profit, di settori o di luoghi, ma di persone e di educazione. Un compito che ci aspetta, tra i tanti, è rendere il più visibile possibile questi esempi perché possano essere conosciuti e seguiti.

© Copyright Il Sussidiario, 15 luglio 2009

Nessun commento: