lunedì 26 ottobre 2009

Se l'arrogante Scalfari dà del "modesto" al Papa (Antonio Socci)

Clicca qui per leggere il vibrante articolo di Socci per "Libero".

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ringrazio Il dottor Socci per l'articolo che illustra oltre alla levatura intellettuale di Papa Ratzinger, anche la profonda mitezza, umiltà e bontà. Invito a leggere, a tale proposito, il libro intervista "Rapporto sulla fede" di Vittorio Messori. Nell'introduzione, a un certo punto, Messori scrive che gli sarebbe venuta voglia di interrompere subito la registrazione del libro e chiedergli di potersi confessare con Lui, tanto era commosso e turbato nell'intimo dalla Sua umiltà e dalla confidenza e fiducia che Gli ispirava. Per quanto riguarda Scalfari, non merita una parola di commento

gianniz ha detto...

Purtroppo il card. Martini continua nel suo atteggiamento non meno “pontificante” di quello di Scalfari. Solo un pò più curiale, nonostante la sua avversione per la “curialità”.
Similmente al suo amico “laico”.
Mi spiego.
Nella sua paginata sul Corrierone di ieri, domenica, rispondendo ad un lettore che gli chiedeva consiglio per la lettura di qualche titolo significativo tra quelli scritti dai "grandi teologi contemporanei", Martini elenca quindici nomi di teologi ed esegeti (sic): quindici più uno, a parte (de Chardin), senza sceglierne alcuno (tutti sono grandi – sembra dire). Fa poi seguire un ecc.
Pensate (o sperate) che tra questi quindici trovi posto un tal “Ratzinger”? Neanche per sogno.
Uno se lo aspetterebbe, visto che questo “cercatore di Dio (almeno questo si può dire?)” è, oggi, Vescovo di Roma ed è autore di 178 titoli… di "teologia" (o di che cosa?) studiati nelle facoltà di mezzo mondo.
No. Il nome “Ratzinger”, tra quei quindici non c’è. Probabilmente, sta solo nell'ecc.
O neanche lì.

Scrivere il nome “Ratzinger”, al card. Martini, deve proprio costare molto! Troppo? Visto che anche nel testo del messaggio “Immigrati e respingimenti. Il dovere dell’accoglienza” (stessa paginata), Martini fa riferimento più volte ad un sedicente Papa, sembrerebbe quello regnante, ma… innominato. Inesorabilmente innominato. Anche lì, nonostante l’accenno, il nome “Ratzinger” o “Papa Benedetto”, o quant’altro, non compare. In nessuna occasione. Stupisce. Colpisce.
Perché questo accade, card. Martini? Solo Paolo VI, e Giovanni Paolo, hanno diritto ad un nome?
A quanto pare, sì!
Sempre illuminante il Card. Martini. Senza dubbio? Senza dubbio.

DonPa (Don Paolo) ha detto...

Socci ha scritto un articolo bellissimo, semplicemente perfetto! Eccezionale anche la citazione di don Milani, spesso citato come modello e come esempio (a sproposito) da quei pretini disobbedienti, da quelle "tonachelle smarrite" - come le chiama Leon Bertoletti - che si oppongono alla Madre Chiesa e si fanno forza e vanto dell'appoggio del laicume ex comunista e tuttora materialista, ateo, anticlericale. Appropriato anche l'appello al cardinale Martini. Aspetteremo un suo cenno, una sua risposta. Invano, penso.

massimo ha detto...

sul giornalista in questione taccio non merita alcun accenno se ne è parlato anche troppo.RINGRAZIO ANTONIO SOCCI,TANTO,CI DATO UNA RIFLESSIONE BELLISSIMA,CORPOSA,è UNA LEZIONE DI EQUILIBRIO E BUONA ANALISI DELLA VERITà.GRAZIE ANTONIO.

gemma ha detto...

se parte della cultura laica e anche cattolica ha un certo atteggiamento di altezzosa supponenza nei confronti del Papa, è anche merito del cardinal Martini, eletto a figura di riferimento in antitesi papale. Il suo ruolo in fondo glielo permette. Può esternare senza poi chiarire lasciando spesso il suo pensiero alla libera interpretazione.
Credo sia invece più improbabile per un Papa o il titolare di un dicastero come la congregazione della dottrina della fede o il pontificio consiglio per la famiglia o la salute, per esempio, arrovellarsi nei dubbi e nei chiaro-scuri. In un enciclica o in un documento ufficiale devi scrivere nero su bianco una volta per tutte, si o no, decidere se rompere definitivamente con la dottrina della tradizione sconfessando i tuoi predecessori (fra cui alcuni santi) o continuare sulla stessa linea, senza chiaro scuri. Un Papa deve avere il coraggio di dire no e pagarne le conseguenze quando non piacciono. Chi glielo fa fare dico io a rinunciare agli applausi scroscianti sapendo che da certe affermazioni potrebbero derivargliene? Non può sicuramente riflettere a voce alta restando lui stesso nel dubbio e lasciandovi gli altri, a meno che non si tratti dell'elogio al dubbio.
Lo stesso vale per chiunque ha il compito di redigere documenti ufficiali e istruzioni in materia per esempio di difesa della vita, famiglia, contraccezione, pastorale per i divorziati. Ricordo di aver letto tempo fa su Adista una revisione critica del pontificato di Giovanni Paolo II in cui si analizzavano anche le decisioni di vari dicasteri. Bocciatura solenne per quello della famiglia, guidato dal cardinale Lopez, di cui non piaceva un documento sui divorziati, controfirmato dall'allora vice Tettamanzi. Eppure oggi molti pensano che Tettamanzi sia un progressista. Forse dalla cattedra di Milano è più facile apparire pastore vicino ai fedeli e ai loro bisogni, a Roma, in ruolo istituzionale, alle prese con posizioni ufficiali lo è meno.

sam ha detto...

Dalla biografia del Card.Martini su Wikipedia:

"Massimo propulsore dell'ecumenismo tra le varie Chiese e confessioni cristiane da parte cattolica, sollecita a Milano la fondazione del Consiglio Ecumenico delle Chiese Cristiane.
Al contempo promuove in maniera coraggiosa rispetto al magistero il dialogo tra cristianesimo e ebraismo, segnando in materia una svolta non solo a Milano e in Italia, ma in Europa e in Occidente. In questo campo trova la piena collaborazione e adesione da parte di intellettuali come Paolo de Benedetti e il Presidente dei Rabbini Italiani, allora Rabbino Capo di Milano, professor Rav Giuseppe Laras."

Certo se la terra, gli esseri viventi, l'uomo e tutto il resto sono frutto del caso, allora anche la contestuale attestazione di scarsa o nulla levatura del Teologo Ratzinger da parte di Scalfari e Martini, in occasione di una rivoluzione in campo ecumenico, è da considerarsi puramente casuale.

Legio Petri ha detto...

Ottimo articolo, nello stile del nostro Socci. Preciso, essenziale nello smascherare il nulla dietro le dichiarazioni di Barbapapà, un solo neo: sperare nell'intervento dell'ante(i) papa CMM, il cardinalissimo o Lutero Martini (come lo chiamano Gnocchi e Palmaro); lui è il mandante di tutti gli attacchi al nostro grande Papa Benedetto XVI, che Dio ce lo conservi a lungo!! Cum Petro ad Iesum per Mariam.