venerdì 30 ottobre 2009

New media, una sfida per l’evangelizzazione. Benedetto XVI: promuovere il valore della persona (Cardinale)


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New media, una sfida per l’evangelizzazione

Benedetto XVI: promuovere il valore della persona

DA ROMA GIANNI CARDINALE

Il denso discorso tenuto ieri da Benedetto XVI (e che riproduciamo in questa pagina) è stato il punto culminante dell’Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio delle comunicazioni so­ciali che si è tenuta in Vaticano da lunedì scorso. Ieri infatti i partecipanti sono stati ricevuti in u­dienza dal Papa alla fine dei lavori.
«La cultura moderna – ha ricordato il Pontefice – scaturisce, ancor prima che dai contenuti, dal da­to stesso dell’esistenza di nuovi modi di comuni­care che utilizzano linguaggi nuovi, si servono di nuove tecniche e creano nuovi atteggiamenti psi­cologici ». «Tutto questo – ha aggiunto – costitui­sce una sfida per la Chiesa chiamata ad annun­ciare il Vangelo agli uomini del terzo millennio mantenendone inalterato il contenuto, ma ren­dendolo comprensibile grazie anche a strumenti e modalità consoni alla mentalità e alle culture di oggi».
Benedetto XVI, rivolgendosi a chi ha respon­sabilità pastorali, ha rinnovato l’invito a «sa­per raccogliere le sfide che pongono all’evan­gelizzazione queste nuove tecnologie», sfrut­tandone le caratteristiche che permettono u­na rapida azione di consultazione e di coor­dinamento, così da «promuovere una cultura del rispetto per la dignità e il valore della per­sona umana». Prima di ascoltare le parole del Papa il presi­dente del dicastero vaticano, l’arcivescovo Claudio Maria Celli ha rivolto al Pontefice il consueto indirizzo di saluto. Il presule ha spie­gato come la plenaria siano state quattro in­tense giornate di studio e di confronto per «comprendere insieme quale deve essere l’a­zione pastorale della Chiesa nella sua relazio­ne con la cultura digitale originata dalle nuo­ve tecnologie». «Oggi (ieri per chi legge, ndr) sia­mo qui – ha proseguito – per videre Petrum, per ascoltare la sua parola, che illumina un cam­mino non facile». «Ci rendiamo conto – ha riconosciuto il presule – che la sfida da affrontare è grande». Tuttavia – ha aggiunto – «è su questi sentieri del mon­do che siamo chiamati ad incontrare le donne e gli uomini del nostro tempo, per annuncia­re loro la Parola di vita, Gesù nostro Signore». Celli ha poi riaffermato al Papa «la nostra profonda devozione e la gioia di sentirla ac­canto nel compimento della missione che ci ha affidato», chiedendogli la benedizione «sul no­stro lavoro, sulle nostre famiglie e sulle perso­ne che ci sono più care». Inaugurando i lavori della plenaria, Celli ave­va rivelato che si sta studiando una nuova I­struzione Pastorale nel campo delle comuni­cazioni sociali, che dovrebbe sostituire l’Aeta­tis Novae, pubblicata nel 1992. E aveva messo in risalto la priorità pastorale nel campo dei media: quella della formazione alla comuni­cazione, a tutti i livelli della gerarchia.
Soffermandosi sui criteri di scelta dei temi ri­guardanti l’annuale Giornata delle comunica­zioni sociali, Celli aveva tra l’altro evidenziato il «grande successo» ottenuto dal sito web «po­pe2you », operante dallo scorso maggio e, guar­dando al futuro, aveva affermato che, dopo il Con­gresso sulle TV cattoliche del 2006 e dopo quelli sul­le università e le radio cattoliche, degli anni suc­cessivi, «sembra giunto il momento di rivolgere u­no sguardo attento alla stampa cattolica al mon­do Internet», facendo tesoro delle esperienze già accumulate da molte diocesi in entrambi i setto­ri.
Interpellato dalla Radio Vaticana all’inizio del la­vori, Celli aveva poi anticipato che il tema di fon­do dell’Assemblea sarebbe stato «quello di studiare insieme, per cercare di capire in maniera sempre più approfondita la problematica creata dalle nuo­ve tecnologie del mondo di oggi e le nuove tecno­logie stanno creando una nuova cultura, quella che noi chiamiamo una cultura digitale». «E la grande sfida che la Chiesa deve affrontare oggi – aveva proseguito – non è quella di acquisire mez­zi più potenti di trasmissione, ma quella di essere capace di dialogare con questa nuova cultura».

© Copyright Avvenire, 30 ottobre 2009

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