sabato 31 ottobre 2009

Non è da cristiani la cultura del sospetto (Salvatore Izzo)


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Riceviamo e con grandissimo piacere e gratitudine pubblichiamo questo straordinario commento di Salvatore Izzo.
C'e' materiale su cui riflettere.
Grazie ancora per la bella riflessione
.
Raffaella

NON E' DA CRISTIANI LA CULTURA DEL SOSPETTO

di Salvatore Izzo

Tra pochi giorni sara' resa nota la soluzione scelta per la direzione di Avvenire. E fiumi di inchiostro ancora una volta saranno versati per ipotizzare le ragioni che l'avranno determinata.
Probabilmente, purtroppo, anche per riproporre l'immagine di un cattolicesimo italiano diviso in fazioni, forse addirittura per contrapporre la Chiesa Italiana e la Santa Sede, come se non fossero entrambe espressioni dello stesso mandato di Gesu' ai suoi Apostoli.
E' il Papa, successore di Pietro, che nomina i nostri Pastori: come puo' esservi antagonismo tra essi e i suoi collaboratori piu' stretti? Che possano emergere differenti sensibilita' e accentuazioni e' evidente, e il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, lo ha chiarito molto bene in un'intervista al Corriere, parlando di ruoli diversi.
Io aggiungo che la condizione umana rende tutti fragili e esposti a cadere: ce lo ha raccontato San Paolo che anche tra i primi cristiani ci si mordeva e divorava. Ma oggi - a leggere i commenti di giornalisti autorevoli e i post che compaiono su molti siti cattolici - sembra che il conflitto all'interno della comunita' cristiana sia ricercato, quasi teorizzato.
Dall'inizio di questa crisi e' cosi': anche il mondo cattolico sembra aver ceduto alla cultura del sospetto. Ecco il guaio maggiore che ci e' caduto addosso, piu' grave ancora delle sofferenze personali inflitte a Dino Boffo e alle persone che gli vogliono bene, tra le quali mi annovero anch'io. Lo hanno colpito con una lettera anonima e una campagna di stampa vergognosa. Ma lo sdegno che questo fatto ha suscitato in tutti noi non e' bastato a impedire che gli stessi veleni penetrassero in qualche modo nei nostri cuori, sommandosi a rancori umanamente spiegabili ma certo incompatibili con il Vangelo.
Cosi' abbiamo assistito a commenti autorevoli che teorizzavano future vendette della Chiesa verso quelli che erano stati individuati - peraltro sulla base di deduzioni - come i mandanti dell'attacco ad Avvenire, come se tali atteggiamenti e propositi fossero normali da parte di chi vorrebbe imitare il Signore e seguire i suoi insegnamenti.
Sono seguiti gli attacchi all'Osservatore Romano e al suo direttore, dipinti in articoli e post come se fossero stati conniventi con quell'attacco. Un'accusa di altro tipo rispetto a quella rilanciata da Feltri contro Boffo, ma ugualmente non provata e, prima ancora, del tutto assurda: aver rivendicato, da parte di Vian, il carattere peculiare di un giornale che per essere stampato in Vaticano ha l'obbligo di una particolare prudenza quando si occupa di vicende che riguardano le istituzioni italiane, non giustificava assolutamente l'ipotesi di foschi scenari.
Infine siamo arrivati alla diffusione di voci per screditare i possibili candidati non graditi.
Un crescendo sconcertante.
Dovremmo rileggerci tutti quanti - credo - le parole di Benedetto XVI nella lettera dello scorso marzo sulla remissione della scomunica ai vescovi lefebvriani, e prendere esempio dalla sua onesta' intellettuale e dalla sua mitezza.
Non perde occasione, il Papa, per suggerirci l'unica via veramente umana e cristiana, che e' quella di lasciarci illuminare dal Vangelo che ci insegna a non cercare i difetti dell'altro ma a scorgere in lui lo sguardo del Signore. Questo dovremmo farlo per primi - ci ha detto anche giovedi' scorso - noi operatori delle comunicazioni sociali. E quante volte ha condannato il carrierismo e esortato ad abbandonare i personalismi nella Chiesa? Invece eccoci qui a dividerci in ''ruiniani'', ''bertoniani'', ''martiniani''.
Come se non fosse Gesu' Cristo l'unico che tutti dobbiamo seguire. E Benedetto XVI il suo Vicario. Non lasciamo cadere nel vuoto le sue raccomandazioni, magari complimentandoci per la bellezza di un discorso o di un'enciclica, continuando poi a fare come prima. Fermezza e mitezza, le caratteristiche del suo pontificato, sono categorie evangeliche che dovrebbero guidaree anche il nostro agire.
Non e' facile, certo, seguire le parole di Gesu' e l'esempio del Pontefice e non diventare a nostra volta aggressivi quando vediamo compiere ingiustizie a danno dei deboli, come nel caso Englaro.
Non e' facile rinunciare a rispondere in modo polemico davanti ad attacchi ingiusti e offensivi come quelli recenti contro Benedetto XVI, mossi da Hans Kung e da Eugenio Scalfari. Non e' facile, infine, perdonare le offese e le calunnie della campagna che ha portato alle dimissioni di Boffo.
Ma dobbiamo provarci: e' doveroso alzare la voce per difendere la verita' ma bisognerebbe farlo senza stigmatizzare nessuno. E non dimenticare che il Vangelo ci insegna a far festa grande se chi era perduto ritorna dal Padre: invece - come ci mostrano le reazioni agli sforzi del Pontefice verso le comunita' anglicane e i lefebvriani - tendiamo sempre a comportarci come il fratello del figliol prodigo.
La cultura del sospetto, soprattutto, non e' coerente con i principi cristiani: ci e' chiesto infatti di non guardare alla pagliuzza nell'occhio del nostro fratello dimenticando che noi stessi vi abbiamo una trave. Come possiamo attaccare uomini e organismi della Chiesa sulla base di illazioni e deduzioni, e poi darci il segno della pace?

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Izzo scrive sempre commenti molto obiettivi

mariateresa ha detto...

mi piace Izzo. mi piace.

Anonimo ha detto...

Caro Izzo, la cultura del sospetto non andrà bene, sono d'accordo, ma essere vigilanti e saper valutare le cose dagli elementi evidenti che ci sono e che balzano davanti agli occhi di tutti è un dovere: è semplice prudenza, esaltata sia da Aristotele che da S.Tommaso come la base delle virtù.
Essa viene presentata come essenziale e doverosa prima di prendere decisioni perchè possano queste essere ponderate, adeguate e giuste. Se tale virtù in questi anni fosse stata maggiormente onorata non avremmo tanti massoni e nemici di Dio nella nostra amata Chiesa e nei ranghi importanti di giornali definiti "cattolici"

Il papa è il mio direttore spirituale ha detto...

Come ci si muove con anticipo quando si tratta di occupare "certi posti!
Se si critica che non vengano scelti uomini che mostrino "veramente" di amare la chiesa e il papa, quindi di essere perlomeno "veri" cattolici, si orchestra di tutto, anche di scandalizzarsi (tanto sappiamo che in certi ambienti si è sempre scandalizzati quando non si fa secondo il loro sentire).
Di fronte all'incompetenza e alla mancanza di appropriatezza (che a volte sembrano "volute" per minare il campo curato dal Santo Padre e le iniziative dello stesso) di alti prelati, di direttori di giornali cattolici, del portavoce della Santa Sede, ci si chiede di tacere perchè si manca di fede e di carità!
Si faccia a noi la carità di non offendere la nostra intelligenza!
-Basta con i sospetti, dite.
Ma non ci prendete per scemi!
Dio ama tutti, forse soprattutto gli scemi, ma io se mi comportassi da idiota senza esserlo, gliene dovrò dar ragione nel giudizio finale, perchè sarò in colpa di aver sotterrato quel talento che mi aveva dato, quel po' di intelligenza che mi avrebbe dovuto aiutare a discernere.
Se si dovrà scegliere il direttore di Avvenire, anche io capirò se è stato scelto un massone, uno in odor di simpatie scismatiche o un vero cattolico, e sappiamo tutti i nomi dei giornalisti VERI cattolici, soprattutto quelli che i poteri forti oggi, nel momento giusto, tentano di affossare.

Anonimo ha detto...

Noi cattolici crediamo nell'infallibilità del papa quando parla ex-catedra; nelle cose umane chiediamo giusto discernimento ed intelligenza e perciò ci permettiamo di suggerire il nome di quei giornalisti che tutti noi "conosciamo" come credenti ed appassionati della Chiesa.
Certo, poi la fede ci dice che anche se si facessero sbagli, Dio ci guida nella storia e ci sapra' condurre da Padre benevolo e aggiustare gli errori.
Però, perchè voler tentare Dio?
Da parte nostra facciamo la nostra parte scegliendo bene il direttore di Avvenire!

Anonimo ha detto...

Propongo un nome: SOCCI

sam ha detto...

Questo bell'articolo mi interpella molto.
Io mi sento poderosamente ratzingheriana e penso abbia ragione Izzo che questo non è molto ratzingheriano.

Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: "Io sono di Paolo", "Io invece sono di Apollo", "E io di Cefa", "E io di Cristo!". Cristo è stato forse diviso?
1 Cor 1,12-13

Certo la faziosità è frutto della carne: ci perdoni il Signore e, per l'intercessione di tutti i Santi, lo Spirito Santo ce ne scampi e liberi.

Il papa è il mio padre spirituale ha detto...

Buon giorno, signor Izzo,
io non so chi sia lei, ma mi chiedo, quando venivano rese "poco chiare" le parole del Pontefice, quando si "fingeva" di chiarire equivoci fatti nascere dalla stampa e da vaticanisti (che usavano le sempre chiare, dirette e limpide parole del Santo Padre a modo loro) per "non" chiarire niente, quando si offendeva il Vicario di Cristo,
dov'era lei?
Adesso spunta giusto in tempo e per dire ai cattolici di tacere, di non vedere, di pensare solo a dir rosari, che alle cose del mondo ci sarà chi ci penserà: da bravi cattolici (cioè rincitrulliti, secondo qualcuno) non giudicate e non guardate le cose che avvengono; voi aspettate la vita eterna, intanto altri (immaginiamo chi) "sistemeranno" le cose di questo mondo!
Martiniani, ruiniani, ....ma che vi importa?
Intanto a Milano oggi non è la festa dei Santi.
Visto che il supermercato anche oggi che è domenica è aperto, corro a comprarmi vampiretti , draghetti e scopa da strega.
La riforma dei martiniani a Milano ha vinto!

Anonimo ha detto...

Ci sono grandi giornalisti di talento che, proprio perchè veri cattolici sono stati esclusi dai grandi organi di comunicaszione: se non ci fosse padre Livio, questi non avrebbero visibilità.
Si approfitti di questo momento per dare il "giusto" riconoscimento a chi è stato spazzato via dalla Rai perchè chiedeva "che cos'è l'embrione?" o a chi faceva il segno della croce all'inizio della trasmissione, non certo per opportunismo!
Invece, temo, sarà ancora sistemato un cattolico-adulto, che sarà cattolico per dichiarazione, ma radicale (di tipo pannelliano) nel modo di pensare o, comunque, un opportunista di modi clericali e di spirito pagano.