venerdì 30 ottobre 2009

Paul e Wilma, mano nella mano, coronano il sogno di parlare al Papa (Giansoldati)


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Su segnalazione di li.pa., che ringraziamo di cuore, leggiamo:

PAUL E WILMA, MANO NELLA MANO, CORONANO IL SOGNO DI PARLARE AL PAPA

I coniugi olandesi aggrediti l’anno scorso ricevuti da Benedetto XVI

di FRANCA GIANSOLDATI

CITTA’ DEL VATICANO - Lei minuta, capelli biondi e corti, in gonna e calze a rete bianche, guarda piazza di San Pietro inondata di gente e di sole e sorride allegra.
Sembra una turista straniera tra tante, eccitata per l’attesa di conoscere il Papa e magari scambiare con lui qualche parola. L’incubo vissuto l’anno scorso, le bastonate e le violenze bestiali subite in una casa diroccata vicino a Ponte Galeria dove lei e il marito avevano piantato una tenda per passare la notte, stanchi di pedalare sull’Aurelia, non hanno apparentemente lasciato traccia. Wilma Van Munster non molla mai, neppure per un istante, la mano del marito, Paul, mentre aspettano pazienti il loro turno del baciamano. Lo stringe, lo tocca dolcemente, hanno bisogno l’un dell’altra.
Accanto a loro, all’udienza generale, sono stati raggiunti dal sindaco Gianni Alemanno al quale Wilma riserva abbracci e carezze sul viso. «Per noi è un giorno speciale, questo. Il mio cuore è colmo di riconoscenza». Paul, maglioncino a righe e pantaloni sportivi grigi, si muove ancora male, le botte lo hanno devastato talmente tanto che deve essere sottoposto a nuovi interventi. Se tutto andrà per il verso giusto forse tornerà a pedalare con la sua Wilma. Paul e Wilma, miti signori olandesi di mezza età, raccontano a Papa Ratzinger il loro sogno.
Da cattolici avevano in animo di arrivare a San Pietro e pregare e ci sono riusciti, anche se è passato un anno e anche se non più in bicicletta. Se Dio vorrà, gli sussurrano commossi i due coniugi, torneremo ad inforcare la bici e dall’Olanda, stavolta, ci dirigeremo in Terra Santa, per inginocchiarci al Santo Sepolcro e davanti alla grotta di Betlemme. Benedetto XVI è stato informato di cosa hanno patito, sa delle sofferenze, delle botte, della rapina, dell’umiliazione, ma sa anche che il perdono cristiano li ha avvolti misericordiosi, cancellando dai loro cuori l’odio nei confronti dei due pastori rumeni. Non nutrono rancore e amano profondamente l’Italia e Roma. Wilma chiede una benedizione per il marito sofferente, per il loro prossimo pellegrinaggio a Gerusalemme al quale tengono tantissimo, e pure «per il sindaco Alemanno e per l’intera città di Roma».
L’incontro di ieri di fatti chiude una pagina decisamente nera e ne apre un’alta fatta di amicizia e speranza.
«Il rapporto tra questi turisti e la città non si è mai incrinato, e questa udienza ne è la prova» commenta il sindaco Alemanno. Chi osserva la scena si commuove.
Dietro le transenne alcuni turisti incuriositi dal tempo che il Papa dedica a questi due anonimi pellegrini, si informano per sapere chi sono. Un gentiluomo di sua Santità che svolge servizio sul sagrato offre qualche spiegazione. Gli occhi sono tutti per loro.
«Un esempio da veri cristiani» sussurra ammirata una signora spagnola mentre col telefonino immortala la scena. Paul e Wilma Van Munster, silenziosi e miti, si sentono due cattolici come tanti, non sono eroi, vogliono solo percorrere in bicicletta le vie della fede.
«Quando sono stati aggrediti, si stavano avvicinando a Roma per raggiungere la Città eterna. Oggi - racconta Alemanno - hanno completato idealmente il pellegrinaggio incontrando il pontefice». Vengono descritti come persone «coraggiose e indomabili» eppure hanno un aspetto semplice che suscita tenerezza. Neppure l’atroce esperienza subita ha scalfito la fede, l’amore per il prossimo, la positività.
Più tardi, mentre in compagnia di una interprete si mescolano lentamente alla fiumana di persone per uscire dalla piazza, e si allontanano ammirando il colonnato. Wilma aiuta Paul che cammina incerto. «Proviamo una gioia incredibile». Ma non vogliono aggiungere altro. Resteranno qualche giorno a Roma. «Siamo felici».

© Copyright Il Messaggero, 29 ottobre 2009

2 commenti:

Caterina63 ha detto...

Una storia che a suo tempo mi lasciò inorridita...
se non avessi avanti a me il Crocefisso direi senza mezze misure che siamo degli animali più o meno docili, che si agisce per istinto...
Poi mi rendo conto che è una offesa anche agli animali i quali spesso agiscono violentemente per fame o perchè spaventati o per proteggere la propria cucciolata...

Non ci sono parole per descrivere la nefandeza subita da queste due persone...davvero SOLO il Crocefisso ci PARLA all'interno di un silenzio fatto di dolore, di tanti perchè, di attesa di ricevere LA VERA PACE che è la sola che può consolare chi subisce violenze così diaboliche...

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella, nessun ringraziamento....segnalare articoli per il tuo prezioso blog, che seguo dall'inizio....è una grande gioia per me...a presto :-) li.pa.